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La comunicazione nonviolenta (CNV), chiamata anche comunicazione empatica, comunicazione collaborativa o linguaggio giraffa, è un modello comunicativo basato sull'empatia. È stata ideata nel 1960 dallo psicologo statunitense Marshall Rosenberg, secondo il quale essa permette di evitare le frequenti incomprensioni che derivano da un comunicare approssimativo e di riuscire a creare contesti comunicativi win-win. È un modello diffuso in tutto il mondo dal centro per la comunicazione nonviolenta (The Center for Nonviolent Communication, CNVC).La comunicazione nonviolenta si basa sull'idea che tutti gli esseri umani siano capaci di compassione. Qualora essi non riconoscano le strategie più efficaci per soddisfare i propri bisogni ricorrono alla violenza fisica o psicologica in modo automatico, per consuetudine culturale. Il termine "linguaggio giraffa" si riferisce alla metafora che Rosenberg utilizzava per definire la CNV ed è contrapposto al "linguaggio sciacallo". La giraffa possiede il cuore più grande tra i mammiferi terrestri ed è dotata di un lungo collo. Viene quindi presa a modello di empatia e visione a lungo termine. Similmente, l'utilizzatore della CNV possiede gli strumenti per avere una visione esauriente della realtà emotiva che sottende ogni processo comunicativo e per promuovere la comprensione.
Il termine simpatia deriva dal greco sympatheia, parola composta da συν + πάσχω (syn + pascho = συμπάσχω), letteralmente «patire insieme», «provare emozioni con...». La simpatia nasce quando i sentimenti o le emozioni di una persona provocano sentimenti simili anche in un'altra, creando uno stato di condivisione sentimentale. Nel suo significato etimologico, il termine indica partecipazione di sofferenza o infelicità, mentre nell'uso comune esso può riferirsi anche ad emozioni positive.In un senso più ampio il termine può estendersi alla vicinanza o attrazione verso dottrine o ideologie, quando ad esempio si dice di una persona che è «simpatizzante» di un certo indirizzo politico o sociale.
In psicologia e sociologia, e nel linguaggio comune, per seduzione si intende il processo con cui una persona ne induce un'altra, deliberatamente o inconsapevolmente, a intraprendere una relazione di natura sentimentale o sessuale. Il termine deriva dal latino se-ducere e significa letteralmente "portare a sé", "condurre fuori dal retto cammino". Coerentemente con la sua etimologia, il termine può conservare una valenza negativa (tentare qualcuno a far qualcosa che non vorrebbe normalmente fare), ma viene anche usato in senso neutro o positivo (affascinare). Dal significato originale del termine derivano numerosi usi metaforici o traslati, largamente diffusi anche nel linguaggio comune.
L'ipotesi della biofilia è un'ipotesi scientifica proposta nel 1984 da Edward O. Wilson che rileva empiricamente nell'essere umano la “tendenza innata a concentrare il proprio interesse sulla vita e sui processi vitali”. Nel 1993, Wilson ha suggerito che la biofilia sia riconducibile a un complesso di regole di apprendimento filogeneticamente adattative, ciascuna delle quali può essere studiata singolarmente. Infine nel 2002, Wilson ha proposto una nuova definizione, secondo la quale la biofilia è “l'innata tendenza a concentrare la nostra attenzione sulle forme di vita e su tutto ciò che le ricorda e, in alcune circostanze, ad affiliarvisi emotivamente”. Quest'ultima definizione, mettendo a fuoco le principali caratteristiche della biofilia (fascinazione ed empatia asimmetrica), ha permesso le prime verifiche sperimentali dell'ipotesi.