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Un'ottima annata - A Good Year (A Good Year) è un film del 2006 diretto da Ridley Scott, con Russell Crowe. Nel cast vi sono anche Abbie Cornish, Albert Finney e Marion Cotillard, alla sua seconda pellicola statunitense dopo Big Fish - Le storie di una vita incredibile. La sceneggiatura non originale è tratta dal romanzo omonimo di Peter Mayle. Il film è ambientato a Gordes e Bonnieux in Provenza, una regione del sud-est della Francia: le scene nel vigneto sono state girate a Château La Canorgue nell'area di Luberon, sempre in Provenza, durante la vendemmia del 2005. La pellicola riunisce Ridley Scott e Russell Crowe dopo il successo de Il gladiatore. Il budget di produzione è stato di 35 milioni di dollari. Con un incasso di circa 42 milioni, ha avuto un risicato margine di guadagno, secondo gli standard hollywoodiani. Il film è uscito nei cinema statunitensi il 10 novembre 2006, mentre in Italia è uscito il 15 dicembre dello stesso anno. La colonna sonora del film include i brani Moi... Lolita di Alizée e Chances degli Athlete.
Robert Louis Balfour Stevenson (Edimburgo, 13 novembre 1850 – Vailima, 3 dicembre 1894) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta scozzese dell'età vittoriana, noto principalmente per i romanzi L'isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
I fiumi di porpora (Les Rivières pourpres) è un film francese del 2000, diretto da Mathieu Kassovitz. Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo di Jean-Christophe Grangé, da lui stesso adattato per il cinema con il regista Kassovitz.
Memorie di una donna di piacere (meglio conosciuto col titolo Fanny Hill) è un romanzo erotico di John Cleland, pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1748. Scritto mentre l'autore era incarcerato a Londra per un debito non saldato, viene considerato "la prima pornografia inglese originale in prosa, e la prima pornografia a ricorrere in forma di romanzo." Noto come uno dei libri più tormentati e banditi della letteratura, è divenuto un sinonimo di oscenità.
Gianfranco Bellini (Palermo, 10 luglio 1924 – Roma, 9 agosto 2006) è stato un attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano. Era celebre in particolare per essere stato il doppiatore del computer HAL 9000 in 2001: Odissea nello spazio e dell'attore David Doyle nella serie televisiva Charlie's Angels.
Il Conservatorio Alessandro Scarlatti, già Conservatorio Vincenzo Bellini, è un istituto superiore di studi musicali fondato a Palermo nel 1617 come "Orfanotrofio del Buon Pastore". Nel 1915 è stato intitolato alla memoria di Vincenzo Bellini ed è un'istituzione di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Dal 10 agosto 2018 è intitolato al compositore palermitano Alessandro Scarlatti con la nuova denominazione: Conservatorio di Musica Alessandro Scarlatti - Palermo, già Vincenzo Bellini.
Caterina Maria Romula di Lorenzo de' Medici, nota semplicemente come Caterina de' Medici (Firenze, 13 aprile 1519 – Blois, 5 gennaio 1589), fu regina consorte di Francia, come moglie di Enrico II, dal 1547 al 1559, reggente dal 1560 al 1563. Nota come «la regina madre» per aver generato tre sovrani di Francia (Francesco II, Carlo IX, Enrico III), ebbe una grande e duratura influenza nella vita politica dello Stato.Il suo nome è legato alle guerre di religione che si combatterono in Francia negli anni del suo regno. Una sorta di leggenda nera che l'ha perseguitata da tempo immemorabile ne ha fatto una persona austera, vendicativa, attaccata al potere e persino malvagia, pronta a qualunque espediente pur di raggiungere i suoi scopi, secondo i dettami de Il Principe, che Niccolò Machiavelli aveva dedicato al padre. Nella moderna storiografia Caterina de' Medici viene considerata piuttosto una delle maggiori sovrane di Francia, sostenitrice della tolleranza civile, che, pur compiendo diversi errori di valutazione, tentò di seguire una politica di conciliazione con l'aiuto dei propri consiglieri, animata in primo luogo dal desiderio di assicurare la continuazione della dinastia Valois.Il suo ruolo nel massacro della notte di san Bartolomeo, tuttavia, contribuisce ancora oggi a farne un personaggio controverso.
Caterina Sforza (Milano, 1463 circa – Firenze, 28 maggio 1509) fu signora di Imola e contessa di Forlì, prima con il marito Girolamo Riario, poi come reggente per il figlio primogenito Ottaviano Riario. Figlia illegittima (poi legittimata) del duca Galeazzo Maria Sforza e dell'amante Lucrezia Landriani, Caterina crebbe nella raffinata corte di Milano. Si distinse fin da giovane per le azioni coraggiose e temerarie che mise in atto per salvaguardare da chiunque i propri titoli e onori, così come i propri possedimenti, quando i suoi Stati vennero coinvolti negli antagonismi politici. Nella vita privata si dedicò a svariate attività, fra le quali primeggiarono gli esperimenti di alchimia e la passione per la caccia e la danza. Negli affetti familiari fu un'attenta e amorevole educatrice per i suoi numerosi figli, dei quali solo l'ultimo, il famoso capitano di ventura Giovanni delle Bande Nere (nato Ludovico de' Medici), ereditò dalla madre la forte personalità. Fu piegata, dopo un'eroica resistenza, dalla furia conquistatrice di Cesare Borgia. Imprigionata a Roma, dopo aver riacquistato la libertà, condusse una vita ritirata a Firenze. Negli ultimi anni della sua vita confidò a un frate: «Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo».
Casta Diva è il cantabile della cavatina della protagonista nella Norma di Vincenzo Bellini. È la pagina più celebre composta da Bellini. Il compositore francese Fromental Halévy dichiarò che avrebbe barattato tutta la sua musica per quest'aria. Si colloca nel numero 4 dello spartito, la "scena e cavatina" di Norma, dove costituisce la sezione cantabile, dopo il recitativo "Sediziose voci" e prima del tempo di mezzo "Fine al rito; e il sacro bosco" e della cabaletta "Ah! bello a me ritorna". Costituisce una preghiera che la sacerdotessa gallica eleva alla luna. Davanti al desiderio dei Galli di ribellarsi al giogo romano, la sacerdotessa e veggente Norma cerca di placare gli animi dato che è scritto nel cielo che Roma dovrà cadere, ma non al momento e né per mano dei Galli. È preceduta dalla didascalia: [ Falcia il vischio: le Sacerdotesse lo raccolgono in canestri di vimini. Norma si avanza, e stende le braccia al cielo. La luna splende in tutta la sua luce. Tutti si prostrano CASTA diva par Claudia Muzio.ogg|titolo = Casta Diva }} Prima composta in Sol maggiore, l'aria fu abbassata di un tono, a Fa maggiore, perché giudicata troppo acuta da Giuditta Pasta, prima interprete dell'opera. A questa modifica dobbiamo non solo lo scarto armonico tra l'accordo di La bemolle maggiore che conclude il precedente recitativo e l'accordo di sesta napoletana (sol bemolle maggiore) che consente di modulare alla tonalità di Fa, ma anche l'anticipazione degli arpeggi dei violini dalla terza alla prima battuta dell'introduzione strumentale, che Bellini sostituì ai tre accordi isolati, a crome e in pizzicato, della versione in Sol, collocati rispettivamente nel quarto ottavo della prima battuta e sul primo e quarto ottavo della seconda battuta. In tal modo il passaggio modulante, che in origine fungeva da raccordo tra il recitativo e l'aria, venne incorporato in quest'ultima. La struttura in due strofe ("Casta Diva", "Tempra, o Diva"), ciascuna delle quali corrisponde ad una quartina di versi ottonari, ricalca quella di una romanza. Le prime 10 battute della melodia sono anticipate dalla voce del primo flauto, raddoppiato nelle battute finali dal primo oboe. Tra le due strofe si colloca una sezione intermedia, in cui il coro ripete sotto voce i versi di Norma su una melodia sillabica che fa da sfondo ai vocalizzi del soprano. La seconda strofa, identica alla prima tranne che nei versi e nell'aggiunta degli accordi staccati del Coro e di Oroveso, è chiusa da una cadenza vocale cromatica che porta la voce del soprano al La centrale, che nelle odierne esecuzioni è spesso sostituita da cadenze standardizzate e pressoché sempre conclusa sul Fa acuto. La melodia principale è un tipico esempio di stile melismatico belliniano, in cui le fioriture presentano carattere di arabesco anziché di passaggio di agilità. Altrettanto tipico è l'attacco sulla terza dell'accordo, lo stesso La che nello spartito belliniano (non nella tradizione esecutiva) sigilla il brano come a chiuderne il cerchio. Sulle sestine dei violini il periodo melodico si distende asimmetricamente. Solo i primi due versi presentano infatti ciascuno la canonica misura di 4 battute, mentre gli ultimi due si fondono in un'unica frase di 7 battute, che culmina nel Si bemolle acuto, dopo un lungo sincopato sulla nota La, di difficile esecuzione. Altri grandi soprani a cantarla sono stati Giuseppina Ronzi de Begnis, Giuditta Grisi, Lilli Lehmann, Rosa Ponselle, Gina Cigna, Zinka Milanov, Maria Callas, Anita Cerquetti, Joan Sutherland, Montserrat Caballé, Renata Scotto, Jane Eaglen e Toti Dal Monte.