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Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 Puteaux, 23 settembre 1835) stato un compositore italiano, tra i pi celebri operisti dell'Ottocento. Gran parte di ci che noto della vita di Bellini e della sua attivit di musicista proviene da lettere scritte al suo amico Francesco Florimo, incontrato come compagno di studi a Napoli. Considerato, con Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti, il compositore per antonomasia dell'era del bel canto italiano, in particolare dell'inizio del XIX secolo, Bellini fu autore di dieci opere liriche in tutto, delle quali le pi famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani.
Giovanni Bellini detto il Giambellino e Zuane Belin in lingua veneta (Venezia, 1427 o 1430 circa – Venezia, 26 novembre 1516) è stato un pittore italiano cittadino della Repubblica di Venezia, tra i più celebri artisti del Rinascimento. Lavorò ininterrottamente per ben sessant'anni, sempre ai massimi livelli, traghettando la pittura veneziana, che in lui ebbe un fondamentale punto di riferimento, attraverso le esperienze più diverse, dalla tradizione bizantina ai modi padovani filtrati da Andrea Mantegna, dalle lezioni di Piero della Francesca, Antonello da Messina e Albrecht Dürer, fino al tonalismo di Giorgione. Nelle sue opere Bellini seppe accogliere tutti questi stimoli rinnovandosi continuamente, ma senza tradire mai il legame con la propria tradizione, valorizzandolo anzi e facendone un punto di forza.
Casta Diva è il cantabile della cavatina della protagonista nella Norma di Vincenzo Bellini. È la pagina più celebre composta da Bellini. Il compositore francese Fromental Halévy dichiarò che avrebbe barattato tutta la sua musica per quest'aria. Si colloca nel numero 4 dello spartito, la "scena e cavatina" di Norma, dove costituisce la sezione cantabile, dopo il recitativo "Sediziose voci" e prima del tempo di mezzo "Fine al rito; e il sacro bosco" e della cabaletta "Ah! bello a me ritorna". Costituisce una preghiera che la sacerdotessa gallica eleva alla luna. Davanti al desiderio dei Galli di ribellarsi al giogo romano, la sacerdotessa e veggente Norma cerca di placare gli animi dato che è scritto nel cielo che Roma dovrà cadere, ma non al momento e né per mano dei Galli. È preceduta dalla didascalia: [ Falcia il vischio: le Sacerdotesse lo raccolgono in canestri di vimini. Norma si avanza, e stende le braccia al cielo. La luna splende in tutta la sua luce. Tutti si prostrano CASTA diva par Claudia Muzio.ogg|titolo = Casta Diva }} Prima composta in Sol maggiore, l'aria fu abbassata di un tono, a Fa maggiore, perché giudicata troppo acuta da Giuditta Pasta, prima interprete dell'opera. A questa modifica dobbiamo non solo lo scarto armonico tra l'accordo di La bemolle maggiore che conclude il precedente recitativo e l'accordo di sesta napoletana (sol bemolle maggiore) che consente di modulare alla tonalità di Fa, ma anche l'anticipazione degli arpeggi dei violini dalla terza alla prima battuta dell'introduzione strumentale, che Bellini sostituì ai tre accordi isolati, a crome e in pizzicato, della versione in Sol, collocati rispettivamente nel quarto ottavo della prima battuta e sul primo e quarto ottavo della seconda battuta. In tal modo il passaggio modulante, che in origine fungeva da raccordo tra il recitativo e l'aria, venne incorporato in quest'ultima. La struttura in due strofe ("Casta Diva", "Tempra, o Diva"), ciascuna delle quali corrisponde ad una quartina di versi ottonari, ricalca quella di una romanza. Le prime 10 battute della melodia sono anticipate dalla voce del primo flauto, raddoppiato nelle battute finali dal primo oboe. Tra le due strofe si colloca una sezione intermedia, in cui il coro ripete sotto voce i versi di Norma su una melodia sillabica che fa da sfondo ai vocalizzi del soprano. La seconda strofa, identica alla prima tranne che nei versi e nell'aggiunta degli accordi staccati del Coro e di Oroveso, è chiusa da una cadenza vocale cromatica che porta la voce del soprano al La centrale, che nelle odierne esecuzioni è spesso sostituita da cadenze standardizzate e pressoché sempre conclusa sul Fa acuto. La melodia principale è un tipico esempio di stile melismatico belliniano, in cui le fioriture presentano carattere di arabesco anziché di passaggio di agilità. Altrettanto tipico è l'attacco sulla terza dell'accordo, lo stesso La che nello spartito belliniano (non nella tradizione esecutiva) sigilla il brano come a chiuderne il cerchio. Sulle sestine dei violini il periodo melodico si distende asimmetricamente. Solo i primi due versi presentano infatti ciascuno la canonica misura di 4 battute, mentre gli ultimi due si fondono in un'unica frase di 7 battute, che culmina nel Si bemolle acuto, dopo un lungo sincopato sulla nota La, di difficile esecuzione. Altri grandi soprani a cantarla sono stati Giuseppina Ronzi de Begnis, Giuditta Grisi, Lilli Lehmann, Rosa Ponselle, Gina Cigna, Zinka Milanov, Maria Callas, Anita Cerquetti, Joan Sutherland, Montserrat Caballé, Renata Scotto, Jane Eaglen e Toti Dal Monte.
La sesta stagione di Un medico in famiglia è andata in onda in prima visione su Rai 1 dal 20 settembre al 23 novembre 2009. Nel cast dei grandi ritorni: Giulio Scarpati nel ruolo del dottor Lele Martini, Pietro Sermonti nel ruolo del dottor Guido Zanin ed Ugo Dighero nel ruolo di Giulio Pittaluga. Confermato il resto del cast, anche se Lunetta Savino interpreta il personaggio di Cettina solo in alcuni episodi, Francesco Salvi esce di scena e Lino Banfi e Milena Vukotic interpretano rispettivamente Nonno Libero e Nonna Enrica solamente in 12 episodi su 26 (nella prima, quarta, sesta, settima, decima e tredicesima puntata, più la quinta per Enrica). C'è anche una novità di tipo tecnico: in questa stagione cambia la frequenza dei fotogrammi delle immagini. Dopo le prime cinque stagioni riprese a 25 fotogrammi al secondo interlacciati (qualità televisiva nel sistema PAL), questa sarà la prima stagione ad essere ripresa in 24p (scansione tipicamente cinematografica). Tra le new entry del cast: Gabriele Cirilli (è Dante Piccione, il fidanzato della colf Melina), Francesca Cavallin (che interpreta Bianca, la sorella di Giulio), Caterina Misasi (nei panni di Fanny, una dottoressa che perderà la testa per Lele) ed Emanuela Grimalda (nei panni della madre di Guido). Assenti invece Kabir Bedi (Nonno Kabir) e il suo nucleo familiare (di cui non si sa più nulla) con Shivani Ghai e David Sebasti, così come Alberto Foschi (Manuele Labate) e Rebby (Carlotta Aggravi), entrambi a Milano a cercare lavoro. La regia è di Tiziana Aristarco ed Elisabetta Marchetti. Sono assenti inoltre Mariano e Fausto (rispettivamente interpretati da Vincenzo Crocitti e Pino Ferrara), eliminati dalla serie a causa della morte degli attori che li interpretavano, ma tuttavia non si sa nulla sul motivo per cui i due personaggi non ci siano più. L'assenza di Mariano potrebbe essere giustificata dal suo matrimonio con Luz e quindi il loro trasferimento in Brasile. Non si sa nulla nemmeno di Jonis (Jonis Bascir). Inoltre la sigla iniziale del programma cambia sostituendo la precedente Ai Ai Ai che diventa da questa stagione in poi (in alcuni episodi) la sigla finale. Cast fisso: Giulio Scarpati (Lele Martini), Margot Sikabonyi (Maria), Pietro Sermonti (Guido Zanin), Francesca Cavallin (Bianca), Ugo Dighero (Giulio Pittaluga), Paolo Sassanelli (Oscar Nobili), Michael Cadeddu (Ciccio Martini), Eleonora Cadeddu (Annuccia), Beatrice Fazi (Melina), Gabriele Cirilli (Dante Piccione), Rosanna Banfi (Tea), Paola Minaccioni (Maura), Alessandro Bertolucci (Max Cavilli), Milena Vukotic (Enrica). Ricorrenti: Lino Banfi (Libero Martini), Anita Zagaria (Nilde), Alessandro D'Ambrosi (Davide Orsini), Caterina Misasi (Fanny), Emanuela Grimalda (Ave), Lunetta Savino (Cettina).
Emilio Cigoli, all'anagrafe Emilio Cardi Cigoli (Livorno, 18 novembre 1909 Roma, 7 novembre 1980), stato un attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano.
Eleonora Giovanardi (Reggio nell'Emilia, 8 novembre 1982) è un'attrice italiana.
La Durium è stata un'etichetta discografica italiana, attiva tra gli anni quaranta e il 1989. Parte del catalogo ed il marchio sono stati successivamente rilevati dalla Ricordi, che ne ha fatto uso per alcune riedizioni. Il suo marchio iniziale era costituito dalla scritta Durium in stampatello, sormontata dalla stilizzazione di tre trombe e un'aquila. Nell'immediato dopoguerra questo logo viene dismesso per passare alla stilizzazione di un disco con tre raggi interni attraversato dalla scritta Durium in corsivo.
Il Conservatorio Alessandro Scarlatti, già Conservatorio Vincenzo Bellini, è un istituto superiore di studi musicali fondato a Palermo nel 1617 come "Orfanotrofio del Buon Pastore". Nel 1915 è stato intitolato alla memoria di Vincenzo Bellini ed è un'istituzione di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Dal 10 agosto 2018 è intitolato al compositore palermitano Alessandro Scarlatti con la nuova denominazione: Conservatorio di Musica Alessandro Scarlatti - Palermo, già Vincenzo Bellini.
L'armoriale delle famiglie italiane la raccolta degli stemmi (o armi) e delle relative blasonature, ossia delle loro descrizioni dettagliate, riferibili a famiglie o casati italiani, dei quali esista un'attestazione storica.