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La bici condivisa (in inglese bike sharing, traducibile come "condivisione della bicicletta") è uno degli strumenti di mobilità sostenibile a disposizione delle amministrazioni pubbliche che intendono aumentare l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici (autobus, tram e metropolitane), integrandoli tra loro (trasporto intermodale) e integrandoli dall'utilizzo delle biciclette condivise per i viaggi di prossimità dove il mezzo pubblico non arriva o non può arrivare. È quindi una possibile soluzione al problema dell'"ultimo chilometro", cioè quel tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico dalla destinazione finale dell'utente.
La bicicletta (spesso abbreviata in bici) è un veicolo azionato dalla forza muscolare umana degli arti inferiori, costituito da un telaio cui sono vincolate due ruote allineate e dotato di un sistema meccanico di trasmissione della potenza fisica generata alla ruota motrice. Dal punto di vista tecnico e normativo, in Italia la bicicletta rientra nella più ampia categoria dei velocipedi.
Le bici fantasma (in inglese: ghost bikes) sono installazioni a carattere commemorativo site nei luoghi teatro di incidenti stradali nei quali un ciclista ha perso la vita. Trattasi di biciclette, spesse volte proprio la bicicletta su cui pedalava la vittima, interamente verniciate di bianco, spesso accompagnate da fiori e targhette recanti il nome della vittima o altre diciture, poste nei luoghi degli incidenti col duplice significato di tributo in memoria della vittima e di monito per gli utenti della strada e le amministrazioni. Questa abitudine, nata negli U.S.A., si è rapidamente diffusa anche in Europa, fino a venir adottata anche da gruppi pro-bici in Italia, come le Masse Critiche, e soprattutto dagli attivisti di Salvaiciclisti.