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Il disastro del Vajont è stato un disastro ed umano verificatosi la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell'omonima valle (al confine tra Friuli e Veneto), dovuto alla caduta di una frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino alpino realizzato con l'omonima diga; la conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, paesi vicini alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell'onda generata provocò l'inondazione e la distruzione degli abitanti del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 2018 persone. Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico. Dopo la costruzione della diga si scoprì infatti che i versanti avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico. Nel corso degli anni l'ente gestore e i suoi dirigenti, pur essendo a conoscenza della pericolosità, anche se supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolosità i dati a loro disposizione, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici.
Vajont (Vaiònt in friulano occidentale) è un comune italiano di 1 688 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. È una delle città italiane fondate durante il XX secolo. In base alla legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia", Vajont entra a far parte dell'"UTI delle Valli e delle Dolomiti Friulane".
Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont è un saggio scritto dalla giornalista e scrittrice Tina Merlin, edito nel 1983 da La Pietra, successivamente riedito nel 1993 da Il Cardo, con prefazione di Giampaolo Pansa e titolo Vajont 1963. La costruzione di una catastrofe, quindi ripubblicato dal 1997 da Cierre Edizioni con il suo titolo originario e un'ulteriore prefazione di Marco Paolini. Narra le vicende che hanno condotto al disastro del Vajont, approfondendo le responsabilità e gli errori alla base di una delle maggiori tragedie civili italiane.
Ilaria Tuti (Gemona del Friuli, 26 aprile 1976) è una scrittrice italiana.
Il racconto del Vajont, conosciuto anche come Vajont 9 ottobre '63 - Orazione civile, è un monologo teatrale del 1993 di Marco Paolini. Scritto da Paolini e dal regista Gabriele Vacis assieme a Gerardo Guccini e Alessandra Ghiglione, e interpretato dallo stesso Paolini, si tratta di un'«orazione civile» inerente agli eventi che portarono al disastro del Vajont, narrati dall'inizio della costruzione dell'omonima diga nel 1956, alla frana del 9 ottobre 1963 che costò la vita a quasi duemila persone.
La diga del Vajont è una diga progettata dal 1926 al 1958 dall'ingegnere Carlo Semenza, e successivamente costruita tra il 1957 e il 1960 nel comune di Erto e Casso, in provincia di Pordenone, lungo il corso del torrente Vajont. Lega tristemente il suo nome al disastro del Vajont, avvenuto la sera del 9 ottobre 1963, e da allora non è più utilizzata per la produzione di energia elettrica.
Davide Djily Diaw (Cividale del Friuli, 6 gennaio 1992) è un calciatore italiano, attaccante del Pordenone.
Cividale del Friuli (o semplicemente Cividale, Cividât in friulano standard, Sividât nella variante locale, Čedad(anticamente Staro Mesto) in sloveno) è un comune italiano di 11 095 abitanti in Friuli-Venezia Giulia: fondato in epoca romana da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui poi ha preso il nome tutta la regione, divenne il capoluogo longobardo del Friuli. In base alla legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia", Cividale del Friuli è sede della UTI del "Natisone" di cui fa parte con i comuni di Buttrio, Corno di Rosazzo, Drenchia, Grimacco, Manzano, Moimacco, Premariacco, Prepotto, Pulfero, Remanzacco, San Giovanni al Natisone, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna, Stregna e Torreano.
Cervignano del Friuli (Çarvignan in friulano standard, Sarvignan nella variante locale) è un comune italiano del Friuli-Venezia Giulia. Con una popolazione di 13 781 abitanti è la più grande cittadina per popolazione della Bassa Friulana e il 5º comune della provincia di Udine; a partire dagli anni 2000 è uno dei centri di maggiore crescita, e con una tra le più alte percentuali di residenti stranieri, della regione Friuli-Venezia Giulia. In base alla legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia", Cervignano è sede della UTI dell'"Agro Aquileiense" di cui fa parte con i comuni di: Aiello del Friuli, Aquileia, Bagnaria Arsa, Bicinicco, Campolongo Tapogliano, Chiopris-Viscone, Fiumicello, Gonars, Grado, Palmanova, Ruda, San Vito al Torre, Santa Maria la Longa, Terzo di Aquileia, Torviscosa, Trivignano Udinese, Villa Vicentina e Visco.