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Massimo Pallottino (Roma, 9 novembre 1909 – Roma, 7 febbraio 1995) è stato un archeologo e accademico italiano; fu il primo docente di etruscologia della "Sapienza" di Roma e, durante una campagna di scavo da lui diretta a Santa Severa (RM) vennero rinvenute nel 1964 le lamine di Pyrgi.
Come è normale tra le civiltà antiche, anche tra gli Etruschi rivestivano una peculiare importanza le pratiche che avevano come destinatari i defunti. Nei primi tempi erano legate alla concezione della continuazione dopo la morte di una speciale attività vitale del defunto. A tale concezione s'accompagnava l'idea che quell'attività avesse luogo nella tomba e fosse in qualche modo congiunta alle spoglie mortali. In seguito, per effetto delle suggestioni provenienti dal mondo greco, alla primitiva fede nella sopravvivenza del morto nella tomba, si sostituì l'idea di uno speciale regno dei morti immaginato sul modello dell'Averno greco.
Il Testimonia Linguae Etruscae (TLE o TLE2) è la pubblicazione di una selezione di iscrizioni in lingua etrusca, a cura dell'etruscologo italiano Massimo Pallottino. Circa 900 iscrizioni etrusche, importanti da un punto di vista filologico e storico, sono numerate e riprodotte in trascrizione, comprese le glosse.Le iscrizioni sono accompagnate da annotazioni in latino, in cui sono indicati, tra le altre cose, l'origine e la pubblicazione precedente delle iscrizioni (nel Corpus Inscriptionum Etruscarum). Testimonia Linguae Etruscae fu pubblicato per la prima volta nel 1954. Un'edizione riveduta è apparsa nel 1968 (nota come TLE2). L'opera, che non è più in stampa, è ancora utilizzata da specialisti.
Il tempio di Tellure (in lat. aedes Telluris) o tempio della Terra era un edificio di culto della Roma antica dedicato a Tellus, situato sull'Esquilino, presso il quartiere delle Carinae. Non vi sono resti dell'edificio.
La Repubblica romana (Res publica Populi Romani) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l'Urbe fu governata da un'oligarchia repubblicana. Essa nacque a seguito di contrasti interni che portarono alla fine della supremazia della componente etrusca sulla città e al parallelo decadere delle istituzioni monarchiche. La sua fine viene invece convenzionalmente fatta coincidere, circa mezzo millennio dopo, con la fine di un lungo periodo di guerre civili che segnò de facto (benché formalmente non avvenne in forma istituzionale) la fine della forma di governo repubblicana, a favore di quella del Principato. Qui di seguito il passo fondamentale di Tito Livio, che descrive le ragioni che portarono alla caduta della monarchia dei Tarquini, considerando che i tempi erano ormai maturi: Quella della Repubblica rappresentò una fase lunga, complessa e decisiva della storia romana: costituì un periodo di enormi trasformazioni per Roma, che da piccola città stato quale era alla fine del VI secolo a.C. divenne, alla vigilia della fondazione dell'Impero, la capitale di un vasto e complesso Stato, formato da una miriade di popoli e civiltà differenti, avviato a segnare in modo decisivo la storia dell'Occidente e del Mediterraneo. In questo periodo si inquadrano la maggior parte delle grandi conquiste romane nel Mediterraneo e in Europa, soprattutto tra il III e il II secolo a.C.; il I secolo a.C. fu invece, come detto, devastato dai conflitti intestini dovuti ai mutamenti sociali, ma fu anche il secolo di maggiore fioritura letteraria e culturale, frutto dell'incontro con la cultura ellenistica e riferimento "classico" per i secoli successivi.
Marco Aurelio Antonino Augusto (in latino: Marcus Aurelius Antoninus Augustus; nelle epigrafi: IMP·CAES·M·AVREL·ANTONINVS·AVG; Roma, 26 aprile 121 – Sirmio o Vindobona, 17 marzo 180), meglio conosciuto semplicemente come Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano. Su indicazione dell'imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale. Nato come Marco Annio Catilio Severo (Marcus Annius Catilius Severus), divenne Marco Annio Vero (Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con la propria cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto (Marcus Aurelius Caesar Augusti filius) durante l'impero di Antonino stesso.Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla sua morte, avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano o presso Vindobona. Fino al 169 mantenne la coreggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" menzionati da Edward Gibbon. Il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche), da carestie e pestilenze.Marco Aurelio è ricordato anche come importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con sé stesso (Τὰ εἰς ἑαυτόν nell'originale in greco). Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui.
Luisa Banti (Firenze, 13 luglio 1894 – Firenze, 17 febbraio 1978) è stata un'archeologa e scrittrice italiana.
Bargino è una frazione del comune di San Casciano in Val di Pesa. Piccolo agglomerato urbano posto ai piedi del Castello di Bibbione da una parte e del Castello di Pergolato dall'altra. Sulla strada principale è situata la chiesa dedicata a San Colombano. La chiesa è decorata da lesene in cotto secondo lo stile senese. La chiesa nasce come semplice oratorio della chiesa di San Colombano alla Collina, grazie all'accresciuta popolazione è diventata sede di parrocchia. Il Bargino è bagnato dalla Pesa (fiume), ed ha anche un lago per la pesca sportiva, Lago Mulinvecchio o "Lago della Ciurma". Vero e proprio simbolo del Bargino è il cipresso secolare che domina l'incrocio al centro del paese. Dal centro del paese parte un P.A.N. (percorso archeologico naturalistico) che attraverso un sentiero in salita immerso nel bosco conduce fino alla Tomba dell'Arciere, importante testimonianza etrusca. Nel XVIII secolo da una pianta di strade del comune di San Casciano risulta che al Bargino erano presenti solo la chiesetta ed un'osteria. Il Bargino e le sue colline rientrano nel territorio del Chianti Classico (vino), dal 2012 ospita la Cantina Antinori nel Chianti Classico [1], importante testimonianza architettonica incastonata nella collina a sud dell'abitato e nuovo quartier generale della Marchesi Antinori.