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La psichiatria è la branca specialistica della medicina che si occupa dello studio sperimentale, della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali. Essa è definibile come una "disciplina di sintesi", in quanto il mantenimento e il perseguimento della salute mentale, che è lo scopo fondamentale della psichiatria, viene ottenuto prendendo in considerazione diversi ambiti: medico-farmacologici, neurologici, psicologici, sociologici, giuridici, politici.
Franco Basaglia (Venezia, 11 marzo 1924 – Venezia, 29 agosto 1980) è stato uno psichiatra, neurologo e docente italiano, innovatore nel campo della salute mentale, riformatore della disciplina psichiatrica in Italia fondatore di Psichiatria Democratica e ispiratore della Legge 180/1978 (che ne prende il nome) e che introdusse la revisione ordinamentale degli ospedali psichiatrici in Italia promuovendo trasformazioni nel trattamento sul territorio dei pazienti con problemi psichiatrici. È considerato lo psichiatra italiano più influente del XX secolo.
La storia delle istituzioni psichiatriche narra della nascita e sviluppo degli "asili per lunatici", della loro graduale trasformazione nei "manicomi" del XIX secolo, sostituiti infine dal contemporaneo ospedale psichiatrico; una tale evoluzione spiega e chiarisce l'ascesa di una psichiatria organizzata e riconosciuta ufficialmente come branca della medicina. Mentre anche precedentemente esistettero istituti ospitanti gli "insani" (le cosiddette "case dei matti", includenti anche i vagabondi, le prostitute, visionari di ogni tipo e tutti quelli definiti ed etichettati come "anomali", che si sono schierati cioè al di fuori della società costituita), la conclusione tratta dalla maggioranza dei "normali" che l'istituzionalizzazione fosse la soluzione più corretta per trattare le persone considerate squilibrate, "entusiaste", maniache, dementi, furiose, affette da "cretinismo" e da idiozia, asociali, poveri e orfani e vedove senza alcun mezzo di sostentamento, invertiti sessuali (così erano chiamati gli omosessuali un tempo) e affetti da infezioni di origini sessuali, mongoloidi ecc. fece parte di un processo sociale del XIX secolo il quale cercò di rinvenire "soluzioni" al di fuori delle famiglie e delle comunità locali. In Gran Bretagna all'inizio dell'Ottocento vi erano forse qualche migliaio di lunatici ospitati una varietà d'istituzioni separate, ma all'inizio del XX secolo coloro che erano definiti tali ammontava a circa 100.000. Questo balzo coincise con lo sviluppo dell'alienismo, oggi noto come psichiatria, come specializzazione medica.
Gli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG), in Italia, erano una categoria di istituti annoverabili tra le case di reclusione che a metà degli anni settanta sostituirono i vecchi manicomi criminali. Sono stati aboliti nel 2013, ma chiusi definitivamente il 31 marzo 2015, sostituiti dalle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS). Al 30 giugno 2010 tali strutture contenevano un totale di 1.547 detenuti.
La locuzione obiezione di coscienza indica la possibilità di rifiutare di ottemperare a un dovere, imposto dall'ordinamento giuridico o comunque contrario alle convinzioni di una persona, da parte di chi ritiene gli effetti che deriverebbero dall'ottemperanza contrari alle proprie convinzioni etiche, morali o religiose.
Giulio Andreotti (Roma, 14 gennaio 1919 – Roma, 6 maggio 2013) è stato un politico, scrittore e giornalista italiano. È stato tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, partito protagonista della vita politica italiana per gran parte della seconda metà del XX secolo. Ha partecipato a dieci elezioni politiche nazionali: è stato il candidato con il maggior numero di preferenze in Italia in quattro occasioni (nel 1958, nel 1972, nel 1979 e nel 1987) e il secondo nelle altre sei (nel 1948 e nel 1953, dietro Alcide De Gasperi; nel 1963 e nel 1968, dietro Aldo Moro; nel 1976 e nel 1983, dietro Enrico Berlinguer). Infine, nel 1991 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Dal 1945 al 2013 fu quindi sempre presente nelle assemblee legislative italiane: dalla Consulta nazionale all'Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita. Andreotti è stato il politico con il maggior numero di incarichi governativi nella storia della repubblica. Fu infatti: sette volte presidente del Consiglio e per 32 volte Ministro della Repubblica considerando anche gli incarichi ad interim: otto volte Ministro della difesa; cinque volte Ministro degli affari esteri; tre volte Ministro delle partecipazioni statali (tutte ad interim); tre volte Ministro del bilancio e della programmazione economica (una volta ad interim); tre volte Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato; due volte Ministro delle finanze; due volte Ministro dell'interno (il più giovane della storia repubblicana) a soli trentacinque anni, mentre la seconda volta lo fu ad interim nel suo 4º governo; due volte Ministro per i beni culturali e ambientali (ad interim); due volte Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno (nei governi Moro IV e Moro V); una volta Ministro del tesoro; una volta Ministro delle politiche comunitarie (ad interim). Nella storia della Repubblica Italiana Andreotti è il secondo Presidente del Consiglio per numero di giorni in carica, superato solo da Silvio Berlusconi. A cavallo tra XX e XXI secolo fu imputato in un processo per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Fu assolto in primo grado dal Tribunale di Palermo. La Corte d'appello di Palermo, con sentenza del 2 maggio 2003, lo assolse per i fatti successivi al 1980 e dichiarò il "non luogo a procedere" per quelli anteriori a tale data per intervenuta prescrizione. L'organo giudicante ravvisò che Andreotti dimostrava "un'autentica, stabile, ed amichevole disponibilità verso i mafiosi" sino al 1980, mentre, da quell'anno in poi, portò avanti un "incisivo impegno antimafia condotto nella sede sua propria dell'attività politica". La Cassazione, infine, confermò la sentenza di appello condannando Andreotti al pagamento delle spese processuali.È stato sposato dal 1945 al 2013 (anno della sua morte) con Livia Danese (1921-2015), da cui ha avuto quattro figli: Lamberto (1950), Stefano, Serena e Marilena. Nel luglio 2007 ha donato l'archivio personale (incrementandone poi la dotazione documentaria fino alla scomparsa) all'Istituto Luigi Sturzo.