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Donne verso l'ignoto (Westward the Women) è un film del 1951 diretto da William A. Wellman. È un western statunitense a sfondo drammatico con Robert Taylor, Denise Darcel, Hope Emerson e John McIntire.
Elisabetta Bartuli (Il Cairo, 1955) è una traduttrice italiana.
La grande odalisca (La grande odalisque) è un dipinto a olio su tela (88,9 cm×162,56 cm) di Jean-Auguste-Dominique Ingres, realizzato nel 1814 e conservato dal 1899 nel museo del Louvre di Parigi.
Hentai (変態? pron. ) è una parola giapponese che significa in questo caso "anormalità", "anormale", o "pervertito", ma anche, in altro contesto, "metamorfosi". In Giappone si utilizza soprattutto con il significato di "sessualmente perverso" e ha una connotazione molto negativa, in quanto indica forme di "perversione sessuale" (変態性欲 hentai seiyoku?). Utilizzato nella grafia hentai (へんたい?),diviso principalmente tra hentai anime, hentai manga e videogiochi contenenti riferimenti sessuali (eroge) o espliciti (H game). In Giappone viene anche usata l'espressione seijin manga (成人漫画? "manga per persone adulte") con lo stesso significato.
Ecchi (エッチ?), o etchi, è una parola giapponese che deriva dalla pronuncia del nome inglese della consonante "H" (/eɪtʃ/). È un sinonimo di ero (Eros) ed ha un significato più attenuato rispetto a hentai. Spesso usato nello slang per indicare fantasie erotiche e allusioni sessuali (hot-eccitante e sexy): come aggettivo assume il significato di "osceno", "lascivo" e "frivolo"; mentre come verbo (ecchi suru) con quello di far qualcosa di "sessualmente sporco o cattivo" o anche del semplice "dormire assieme"; infine come sostantivo per descrivere qualcuno che è visto come Ecchi. Sekkusu è la parola che più spesso viene usata in Giappone per dire sesso ed in giapponese le originali parole che lo indicavano, come seiko (性交?), sono spesso sostituite da parole di origine straniera come appunto sekkusu (la resa giapponese di "sex") o neologismi come ecchi. La parola viene utilizzata in tutto il mondo all'interno dei Fandom per descrivere sfumature, associazioni e temi vagamente sessuali: nella cultura occidentale è usata preminentemente per distinguere tra autentica pornografia-hentai e l'uso più giocoso e ammorbidito (meno esplicito) d'immagini sessualizzate. Mentre in Giappone il termine ecchi può essere utilizzato per indicare il rapporto sessuale nello specifico, questo viene escluso dalla definizione data in occidente. Le opere considerate come ecchi pertanto non mimano mai in alcun modo un vero e proprio rapporto sessuale e non mostrano i genitali: tocca invece alla fantasia del lettore completare e riempire tali "buchi". Si trovano poi spesso insieme al fan service, per rendere ancor più divertente e leggera tutta la situazione; questo tipo di sfumature o temi simil—sessuali lo si ritrova a volte anche nelle commedie shōnen e seinen e negli anime in stile harem.