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Ignazio Silone, pseudonimo e poi, dagli anni sessanta, anche nome legale di Secondo Tranquilli (Pescina, 1º maggio 1900 – Ginevra, 22 agosto 1978), è stato uno scrittore, giornalista, politico, saggista e drammaturgo italiano. Annoverato tra gli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo, il suo romanzo più celebre, Fontamara, emblematico per la denuncia della condizione di povertà, ingiustizia e oppressione sociale delle classi subalterne, è stato tradotto in innumerevoli lingue; tra il 1946 e il 1963 ha ricevuto ben dieci candidature al Premio Nobel per la letteratura. Per molti anni esule antifascista all'estero, ha partecipato attivamente e in varie fasi alla vita politica italiana, animando la vita culturale del paese nel dopoguerra: tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, ne viene in seguito espulso per la sua dissidenza con la linea stalinista; si sposta dunque su posizioni affini al socialismo democratico. La rottura con il partito comunista, negli anni del secondo dopoguerra, lo porterà ad essere spesso osteggiato dalla critica italiana e solo tardivamente riabilitato, mentre all'estero è stato sempre particolarmente apprezzato.
Uscita di sicurezza è un'opera letteraria di Ignazio Silone, pubblicata nel 1965. Sarà proprio quest'opera a garantire a Silone il successo in Italia, fino ad allora negatogli per motivi ideologici, al contrario di altri paesi occidentali in cui era già largamente apprezzato.Il libro è costituito da racconti autobiografici e riflessioni personali, talvolta in forma saggistica. Silone descrive il percorso della sua vita, a partire dalla difficile infanzia nel paese natale di Pescina (AQ), sconvolto dal terremoto di Avezzano, passando per l'incontro con Don Orione, la militanza politica comunista e la traumatica uscita dal partito. Di Uscita di sicurezza Indro Montanelli ha scritto: «Come documento umano, non ne conosco di più alti, nobili e appassionati [...] uno dei più avvincenti e convincenti "ritratti d'autore" della letteratura contemporanea.»
Palazzo Silone, già Palazzo Con-Bit, è un moderno palazzo dell'Aquila, sede della giunta e della presidenza della Regione Abruzzo, oltre che della biblioteca regionale Benedetto Croce.
La storia della letteratura italiana ha inizio nel XII secolo, quando nelle diverse regioni della penisola italiana si iniziò a scrivere in italiano con finalità letterarie. Il Ritmo laurenziano è la prima testimonianza di una letteratura in lingua italiana. Gli storici della letteratura individuano l'inizio della tradizione letteraria in lingua italiana nella prima metà del XIII secolo con la scuola siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, anche se il primo documento letterario di cui sia noto l'autore è considerato il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi. In Sicilia, a partire dal terzo decennio del XIII secolo, sotto il patrocinio di Federico II si era venuto a formare un ambiente di intensa attività culturale. Queste condizioni crearono i presupposti per il primo tentativo organizzato di una produzione poetica in volgare romanzo, il siciliano, che va sotto il nome di "scuola siciliana" (così definita da Dante nel suo “De vulgari Eloquentia”). Tale produzione uscì poi dai confini siciliani per giungere ai comuni toscani e a Bologna e qui i componimenti presero ad essere tradotti e la diffusione del messaggio poetico divenne per molto tempo il dovere di una sempre più nota autorità comunale. Quando la Sicilia passò il testimone ai poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua, che pur nata verso il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel XIII secolo.
Quinto Poppedio Silone (in lingua latina Quintus Poppaedius Silo, a volte trascritto come Pompaedius; Milonia, ... – San Paolo di Civitate, 88 a.C.) è stato uno dei due comandanti in capo degli Italici ribelli nella Guerra sociale contro Roma. Strenuo fautore dei diritti delle popolazioni italiche, fu amico del tribuno della plebe Marco Livio Druso, prima di assumere un ruolo decisivo, militare e politico, nella ribellione italica. Valente condottiero, Poppedio Silone si batté tenacemente contro Roma alla guida degli alleati italici fino alla fine, ottenendo numerosi successi; cadde sul campo di battaglia.
Il Neorealismo è una corrente letteraria, i cui antecedenti possono rintracciarsi intorno al 1930 (Gli indifferenti, 1929, di Alberto Moravia e Tre operai, 1934, di Carlo Bernari), che esprime, valendosi di una drammatica rappresentazione analitica dell'esistenza umana, l'insofferenza per la vacuità delle convenzioni borghesi e la noia per una vita priva di senso.
Il caso Silone è un libro in forma di saggio e inchiesta storica di Giuseppe Tamburrano, (con appendice di Gianna Granati), pubblicato nel 2006 da Utet.