Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Irene Sarantapechaina d'Atene (in greco: Ειρήνη Σαρανταπήχαινα της Αθήνας, Irini Sarantapichena tis Athìnas; Atene, 752 circa – Lesbo, 9 agosto 803) è stata un'imperatrice bizantina, dal 797 all'802. Fu basilissa dei romei (Imperatrice d'Oriente) e ricevette l'appellativo di Ateniana (Εἰρήνη ἡ Ἀθηναία). Fin dalla sua incoronazione aspirò a regnare da sola sull'Impero. Dopo la morte del marito Leone IV, divenne reggente per l'erede Costantino VI, di appena nove anni, dal 780 al 790; in seguito governò assieme al figlio per poi detronizzarlo, farlo uccidere e ottenere così il potere assoluto sul trono di Bisanzio. Si autoproclamò "Autocrate dei Romani" (αὐτοκράτωρ Ῥωμαίων). Il fatto che il trono romano fosse occupato da una donna spinse il papa Leone III a considerare il trono romano vacante, nominando "Imperatore dei Romani" il re dei Franchi e dei Longobardi Carlo Magno, il giorno di natale dell'anno 800. Irene fu declassata dall'Occidente a "Imperatrice dei Greci", ella si rifiutò tuttavia sempre di cedere il titolo di imperatore a Carlo Magno, considerando l'incoronazione ad opera del pontefice un atto di usurpazione di potere. Di fatto regnò sull'Impero dal 780 all'802, anno in cui fu a sua volta deposta dal suo sovrintendente alle finanze (logothetēs tou genikou, greco: λογοθέτης τοῦ γενικοῦ), Niceforo I il Logoteta. Fu la prima e l'unica donna ad assumere anche il titolo imperiale maschile facendosi chiamare dai sudditi e citandosi in qualche documento ufficiale come basileus dei romei ("imperatore dei romani"): Zoe, Teodora ed Eudocia Macrembolitissa saranno "solo" imperatrici regnanti. Nell'864 fu canonizzata dal patriarca Fozio I di Costantinopoli; è venerata dalle Chiesa ortodossa come una santa col nome di Santa Irene la Giovane il 7 agosto. Non esistono ritratti coevi di Irene: le uniche sue effigi sono quelle impresse nelle monete coniate durante il suo regno.
L'impero latino di Costantinopoli (1204-1261), detto anche Impero latino d'Oriente, fu il risultato della quarta crociata, che Bonifacio di Monferrato, comandante della crociata, decise di dirottare verso il saccheggio e la presa di Costantinopoli. Per la città e per l'impero fu un periodo di grande decadenza, terminato solo con la riscossa dell'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo che riconquistò la capitale. Tale impero veniva percepito dai crociati come uno Stato cattolico successore dell'impero bizantino. Baldovino IX, conte delle Fiandre, venne incoronato come primo Imperatore il 16 maggio 1204; al rivale Bonifacio del Monferrato venne affidato il regno di Tessalonica.
Costantinopoli (in latino: Constantinopolis; in greco Κωνσταντινούπολις, Konstantinoupolis), o Nuova Roma (in latino Nova Roma, in greco Νέα Ῥώμη, Nea Rhōmī), o ancora la Città d'Oro, sono alcuni dei nomi e degli epiteti dell'odierna città di Istanbul, sulle rive del Bosforo, maggior centro urbano della Turchia. Il nome Costantinopoli fu in particolare tenuto dalla città nel periodo intercorrente tra la rifondazione a opera dell'imperatore romano Costantino I e la conquista da parte del sultano ottomano Maometto II, vale a dire dal 330 al 1453. Durante tale periodo la città fu una delle capitali dell'impero romano (anni 330-395), capitale dell'impero romano d'Oriente (anni 395-1204 e 1261-1453) e dell'impero latino (anni 1204-1261). Il nome rimase comunque in uso anche durante l'Impero ottomano, quando era nota ufficialmente come Kostantîniyye (قسطنطينيه in lingua turca ottomana) e come Costantinopoli presso gli occidentali, sino al 1930, quando il nome Istanbul in lingua turca venne ufficializzato e reso esclusivo dalle autorità turche. È inoltre la città che subì più assedi nella storia umana, capitolando solamente due volte: la prima durante il saccheggio dei crociati nel 1204 e la seconda quando fu definitivamente conquistata dagli ottomani nel 1453.
Costantino II di Grecia (Psichiko, 2 giugno 1940) è stato re di Grecia dal 6 marzo 1964 al 1º giugno 1973. Conosciuto anche come Costantino XIII come continuazione degli imperatori bizantini, visto che l'ultimo imperatore fu Costantino XI Paleologo e il nonno di Costantino II, Costantino I, aveva preso il nome di Costantino XII. Vinse la medaglia d'oro come velista alle Olimpiadi di Roma del 1960.
La famiglia Colonna è una storica casata patrizia romana, tra le più antiche documentate dell'Urbe e una delle più importanti nel Medioevo e nell'Età moderna. Nella sua millenaria storia si contano un Papa, ventitré cardinali, mecenati, letterati, filosofi, uomini d'arme dello Stato Pontificio, del Regno di Napoli e dell'Impero spagnolo, diplomatici e uomini politici dell'Italia unita. In età medievale, i membri del casato ricoprirono continuativamente la carica di Senatore di Roma. Godettero inoltre dei titoli ereditari di Patrizio Napoletano, Patrizio Veneto, Gran Connestabile del Regno di Napoli e Principe assistente al Soglio pontificio. Uno dei suoi motti è: Mole sua stat ("sta fermo sul suo peso", "sta fermo sulla sua grandezza"). Discendente da un ramo dei Conti di Tuscolo, potentissima consorteria feudale che dominò Roma e il Papato nel corso del X secolo, il casato emerse come autonoma famiglia a partire dal XII secolo con il capostipite Petrus de Columna, inserendosi sin da subito nella lotta tra la Chiesa e il Sacro Romano Impero e schierandosi su posizioni ghibelline, contrariamente ai guelfi Orsini, con i quali sorse una duratura inimicizia. Particolarmente violento fu, alla fine del XIII secolo, lo scontro con papa Bonifacio VIII e con i Caetani, che innescò una crisi internazionale nella quale venne coinvolto anche il re francese Filippo il Bello, culminata con il celebre episodio dell'Oltraggio di Anagni ad opera di Sciarra Colonna. Lo stesso Sciarra (soprannome di Giacomo Colonna), ora in lotta contro il fratello Stefano, passato alla parte guelfa, incoronò in Campidoglio l'imperatore Ludovico il Bavaro nel 1327. Nel corso del XIV secolo si illustrò il cardinale Giovanni Colonna, protettore di Francesco Petrarca. Nei secoli successivi, i Colonna, suddivisi in numerosi rami familiari, dei quali massima importanza assunsero quello di Palestrina e, successivamente, quello di Genazzano-Paliano, mantennero la loro posizione alla testa dell'aristocrazia romana e assunsero un deciso protagonismo nelle vicende italiane e internazionali del loro tempo. Nel 1417 il cardinale Oddone Colonna divenne Papa con il nome di Martino V. Egli ricompose lo Scisma d'Occidente e riportò la Sede pontificia da Avignone a Roma, dando impulso alla ripresa economica della città e ai primi slanci della cultura umanistica rinascimentale. Nel corso delle Guerre d'Italia la tradizione militare e cavalleresca del casato si espresse in molti condottieri e capitani di ventura. In particolare i cugini Prospero e Fabrizio, protagonista quest'ultimo del dialogo sull'Arte della guerra di Machiavelli, furono al servizio degli Asburgo e tra i principali artefici della vittoria spagnola contro la Francia nel conflitto, in continuità con la fedeltà al ghibellinismo già professato in epoca medievale. I cugini Colonna furono anche protagonisti della Disfida di Barletta, nella quale scelsero i componenti della squadra di 13 cavalieri italiani. Nel 1512 papa Giulio II riuscì a imporre la cessazione delle plurisecolari lotte tra i Colonna e gli Orsini riaffermando l'autorità pontificia sulle famiglie baronali. Gli scontri tra i Colonna e il papato tuttavia cessarono solo nel 1557 con la pace di Cave, nella quale Marcantonio II, dopo un sanguinoso conflitto e grazie al sostegno dalla Spagna, conseguì la vittoria contro le pretese nepotistiche di papa Paolo IV. Nel 1575, lo stesso Marcantonio fu il comandante della flotta pontificia alla Battaglia di Lepanto e tra i protagonisti della vittoria cristiana sul Turco. In questo periodo si illustrò anche una delle principali donne intellettuali e umaniste del Rinascimento, Vittoria Colonna, figlia di Fabrizio e musa ammirata di poeti, artisti e letterati, quali, tra gli altri, Ludovico Ariosto e Michelangelo Buonarroti. Nel corso dei secoli successivi, la storia del casato rimase sempre intrecciata alle vicende dello Stato pontificio e delle altre potenze europee. Il principe Lorenzo Onofrio Colonna si legò alla Francia sposando Maria Mancini, nipote del cardinale Giulio Mazzarino. Avido collezionista e protagonista delle vicende artistiche della Roma barocca, fu tra l'altro il committente della magnifica Galleria che ancora oggi adorna il palazzo romano della famiglia. Imparentati anche con i Savoia, i Colonna ospitarono a Roma il re Carlo Emanuele IV in esilio in seguito all'invasione napoleonica dell'Italia. In seguito all'Unità d'Italia i Colonna si inserirono nella vita politica del nuovo Stato italiano, tramite un sindaco di Roma, Prospero Colonna, membri del Parlamento e diplomatici. Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, appartenente a un ramo della casata trapiantato in Sicilia sin dal XIII secolo, fu Ministro delle Poste nel Governo Facta I, dal 26 febbraio al 2 marzo 1922 e successivamente nel Governo Mussolini dal 28 ottobre 1922 al 5 febbraio 1924. Oggi la famiglia si presenta fiorente e ramificata in diversi stipiti: oltre al ramo principale di Paliano, sussiste il ramo dei principi di Stigliano, trapiantato a Napoli dal XVIII secolo, discendente dal viceré di Sicilia Marcantonio III Colonna, i rami di Rignano e Summonte e quello dei Barberini-Colonna di Sciarra di Palestrina, cui appartiene per discendenza femminile l'attore Urbano Barberini.
Costantino, meglio noto con il nome monastico di Cirillo (greco: Κύριλλος; cirillico: Кирилъ; Tessalonica, 826 o 827 – Roma, 14 febbraio 869), è stato evangelizzatore di Pannonia e Moravia nel IX secolo e inventore dell'alfabeto glagolitico. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa assieme al fratello Metodio (greco: Μεθόδιος; cirillico: Меѳодїи; Tessalonica, 815 o 825 – Velehrad, 6 aprile 885) anch'egli evangelizzatore bizantino dei popoli Slavi.
L'ultimo assedio di Costantinopoli, detto anche Caduta di Costantinopoli o Conquista di Costantinopoli, capitale dell'Impero Romano d'Oriente, avvenne nel 1453. I Turchi Ottomani, guidati dal sultano Maometto II, conquistarono la città martedì 29 maggio 1453, dopo circa due mesi di combattimenti. Anche se Costantinopoli possedeva la cerchia di mura più sicura ed impenetrabile d'Europa (e del mondo conosciuto), gli ottomani disponevano di uno strumento bellico all'assoluta avanguardia: il mostro-cannone, capace di 5 colpi al giorno ma in grado di sgretolare le Mura teodosiane di costruzione tardo romana con palle di granito di 63 centimetri pesanti 350 kg; per ironia della sorte questa portentosa invenzione bellica venne inizialmente proposta ai bizantini che in pieno decadimento la rifiutarono per l'alto costo. Oltre all'avanzata tecnologia, che non fu però del tutto efficace nel distruggere i possenti bastioni bizantini, gli ottomani avevano dalla loro parte anche i numeri: il rapporto tra bizantini e ottomani era di uno contro cento salvo poi aumentare di un terzo, durante il protrarsi del conflitto. Con la caduta della capitale, ufficialmente conseguente alla morte dell'imperatore Costantino XI Paleologo (1449-1453), l'Impero Romano d'Oriente, dopo 1058 anni, cessò di esistere. Secondo alcuni storici questa data alternativamente alla scoperta delle Americhe, è da intendere come la fine del Medioevo e l'inizio dell'era moderna.
L'arcidiocesi di Firenze (in latino: Archidioecesis Florentina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Toscana. Nel 2016 contava 824.000 battezzati su 833.624 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Giuseppe Betori. La festa del patrono della città è il 24 giugno, giorno della Natività di san Giovanni Battista, mentre i patroni della diocesi sono san Zanobi e sant'Antonino Pierozzi, vescovi della città.