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Costantinopoli (in latino: Constantinopolis; in greco Κωνσταντινούπολις, Konstantinoupolis), o Nuova Roma (in latino Nova Roma, in greco Νέα Ῥώμη, Nea Rhōmī), o ancora la Città d'Oro, sono alcuni dei nomi e degli epiteti dell'odierna città di Istanbul, sulle rive del Bosforo, maggior centro urbano della Turchia. Il nome Costantinopoli fu in particolare tenuto dalla città nel periodo intercorrente tra la rifondazione a opera dell'imperatore romano Costantino I e la conquista da parte del sultano ottomano Maometto II, vale a dire dal 330 al 1453. Durante tale periodo la città fu una delle capitali dell'impero romano (anni 330-395), capitale dell'impero romano d'Oriente (anni 395-1204 e 1261-1453) e dell'impero latino (anni 1204-1261). Il nome rimase comunque in uso anche durante l'Impero ottomano, quando era nota ufficialmente come Kostantîniyye (قسطنطينيه in lingua turca ottomana) e come Costantinopoli presso gli occidentali, sino al 1930, quando il nome Istanbul in lingua turca venne ufficializzato e reso esclusivo dalle autorità turche. È inoltre la città che subì più assedi nella storia umana, capitolando solamente due volte: la prima durante il saccheggio dei crociati nel 1204 e la seconda quando fu definitivamente conquistata dagli ottomani nel 1453.
L'assedio di Costantinopoli del 1204 fu combattuto tra crociati e bizantini. Il conflitto finì il 12 aprile con la vittoria degli assedianti che conquistarono la capitale dell'impero bizantino, che fu espugnata per la prima volta nella storia.
Santa Sofia (in turco: Ayasofya; in greco antico: Ἁγία Σοφία, Hagía Sofía; in greco moderno: Αγία Σοφία, Agía Sofía, [aˈʝia soˈfia]; in latino: Sancta Sophia o Sancta Sapientia), ufficialmente nota come Grande Moschea Benedetta della Grande Hagia Sophia (in turco: Ayasofya-yı Kebir Mübarek Cami-i Kebir), e anche conosciuta come Basilica di Santa Sofia, è uno dei principali luoghi di culto di Istanbul. Si trova nel distretto di Fatih, nel mahalle di Sultanahmet. Dedicato alla Sophia (la sapienza di Dio), dal 537 al 1453 l'edificio fu cattedrale cristiana (cattolica di rito bizantino e poi ortodossa, sede del Patriarcato di Costantinopoli, a eccezione di un breve periodo tra il 1204 e il 1261 quando fu convertito dai crociati sotto l'Impero latino di Costantinopoli a cattedrale cattolica di rito romano). Divenne moschea ottomana il 29 maggio 1453 e tale rimase fino al 1931, quando fu sconsacrata. Il 1º febbraio 1935 divenne un museo. Il 10 luglio 2020, con un decreto presidenziale, è stata nuovamente aperta al culto islamico. Il successivo 24 luglio si è quindi svolta, in presenza del presidente turco Erdoğan, la prima preghiera pubblica islamica.
Il Patriarcato di Costantinopoli costituiva, prima del Grande Scisma del 1054, una delle cinque sedi principali della cristianità stabilite dai primi 4 concili. Dal concilio di Calcedonia del 451 il patriarcato di Costantinopoli, poi ecumenico dal 587 (con Giovanni IV), in ordine di gerarchia era il secondo dopo Roma, precedendo Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli - Nuova Roma (Greco: Οικουμενικόν Πατριαρχείον Κωνσταντινουπόλεως - Nέας Ρώμης, Ikoumenikòn Patriarchìon Konstantinoupòleos - Neas Romis) è il "primo fra pari" della Chiesa ortodossa e, dal XX secolo, viene riconosciuto come unico patriarca di Costantinopoli (anche se non ecumenico) anche dalla Chiesa cattolica, che nel 1964 soppresse la sede titolare (già vacante dal 1948) risalente alla IV crociata del Patriarcato di Costantinopoli dei Latini in segno di amicizia dopo l'incontro di Gerusalemme. L'attuale patriarca è Bartolomeo I - al secolo Dimitrios Archondonis. La sede del Patriarcato è la Cattedrale di San Giorgio, nel Fanar, il quartiere greco di Istanbul.
L'impero latino di Costantinopoli (1204-1261), detto anche Impero latino d'Oriente, fu il risultato della quarta crociata, che Bonifacio di Monferrato, comandante della crociata, decise di dirottare verso il saccheggio e la presa di Costantinopoli. Per la città e per l'impero fu un periodo di grande decadenza, terminato solo con la riscossa dell'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo che riconquistò la capitale. Tale impero veniva percepito dai crociati come uno Stato cattolico successore dell'impero bizantino. Baldovino IX, conte delle Fiandre, venne incoronato come primo Imperatore il 16 maggio 1204; al rivale Bonifacio del Monferrato venne affidato il regno di Tessalonica.
Fozio I di Costantinopoli, detto il Grande (in greco antico: Φώτιος, Phótios; Costantinopoli, 820 circa – Armenia, 6 febbraio 893), è stato un bibliografo, erudito e patriarca bizantino. Fu anche insegnante di filosofia greca presso l'Università Imperiale di Costantinopoli. Fu patriarca di Costantinopoli per ben due volte: la prima dal Natale dell'anno 858 all'867; la seconda dall'877 fino all'886. È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa.
La chiesa di Santa Sofia è un antico edificio religioso di Benevento; sorge nella piazza omonima, inizialmente intitolata a Carlo Maurizio Talleyrand. Si tratta di una delle più importanti testimonianze dell'architettura longobarda nella Langobardia Minor, anche se nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata, fino ad acquisire il suo aspetto moderno. Fa parte del sito seriale "Longobardi in Italia: i luoghi del potere", comprendente sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell'arte longobarda, iscritto alla Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel giugno 2011. La chiesa è di proprietà del FEC.
L'assedio di Costantinopoli del 674 fu il primo assedio da parte delle forze arabe contro la capitale dell'Impero Romano d'Oriente e fu anche la prima battuta d'arresto dell'Islam nella sua trionfale avanzata verso l'Occidente. Dopo la morte di Costante II, gli succedette sul trono di Costantinopoli il suo giovane figlio Costantino IV (668-685). Il suo regno inaugurò un periodo di importanza fondamentale sia per la storia universale sia per quella bizantina: il regno durante il quale nella lotta arabo-bizantina si ebbe una svolta decisiva. Muʿāwiya I, diventato califfo nel 661 in seguito a una guerra civile, riprese le armi contro l'Impero bizantino ambendo alla presa della stessa capitale Costantinopoli. Secondo il cronista bizantino Teofane Confessore, l'attacco arabo fu metodico: nel 672–673 flotte arabe si assicurarono il possesso di basi lungo le coste dell'Asia Minore, e successivamente procedettero a instaurare un blocco allentato alla capitale Costantinopoli. Usarono la penisola di Cizico nei pressi della città come base invernale, e ritornavano ogni primavera per assaltare ripetutamente le Mura di Costantinopoli. Infine, i Bizantini, condotti dall'imperatore Costantino IV, riuscirono a distruggere la flotta araba facendo uso di una nuova invenzione, la sostanza liquida incendiaria nota come fuoco greco. I Bizantini sconfissero l'esercito arabo in Asia Minore, costringendoli a levare l'assedio. La vittoria bizantina fu di fondamentale importanza per la sopravvivenza dello stato bizantino, in quanto le incursioni arabe cessarono per qualche tempo. Un trattato di pace fu stipulato subito dopo, e, in seguito allo scoppio di una nuova guerra civile islamica, i Bizantini attraversarono perfino un breve periodo di limitate vittorie militari sul Califfato. L'assedio lasciò delle tracce nelle leggende del nascente mondo islamico, venendo però confuso con un'altra spedizione contro la capitale bizantina avvenuta alcuni anni prima sotto il comando del futuro Califfo Yazid I. Di conseguenza, l'attendibilità del racconto di Teofane è stata messa in dubbio nel 2010 dallo studioso James Howard-Johnston, e più recentemente da Marek Jankowiak. Le loro analisi hanno dato importanza maggiore alle fonti arabe e siriache, traendone tuttavia conclusioni differenti sulla datazione e storicità dell'assedio. D'altra parte, le voci di un imponente assalto alle mura di Costantinopoli e del conseguente trattato di pace raggiunsero la Cina, dato che vennero registrate nelle opere storiche redatte all'epoca della dinastia Tang.