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Fullo

In antichità, presso i romani, il fullo, (plurale: "fullones"), era colui che lavava i tessuti, conosciuto grazie a molte iscrizioni pervenuteci dall'Italia e dalla parte occidentale dell'Impero romano, nonché da numerosi riferimenti presenti nella letteratura latina di autori quali Plauto, Marziale e Plinio il Vecchio. Si trattava di un'attività commerciale molto redditizia, tanto che l'imperatore Vespasiano aveva imposto una tassa sull'urina umana. La follatura è un trattamento meccanico che conferisce compattezza, leggerezza e morbidezza a tessuti di lana o a feltri. Spesso gli schiavi preparavano le tele di lana o di lino per le tinture oltre ad occuparsi, successivamente, della loro pulitura. Il fullo lavorava in una folleria o fullonica. Abbiamo anche prove che i fullones trattassero il tessuto direttamente sul telaio, sebbene non tutti gli studiosi siano concordi su questo. In alcune grandi fattorie, le follerie erano costruite nel luogo in cui gli schiavi usualmente pulivano il tessuto. In diverse città romane sono stati trovati i laboratori dei fullones. I più importanti esempi sono stati rinvenuti a Ostia e Pompei, ma fullonicae sono state trovate a Delos, Firenze e Frèjus. Mentre i piccoli laboratori a Delos risalgono al I sec. a.C., quelli a Pompei sono datati I sec. d.C. e gli stabilimenti di Ostia e Firenze furono costruiti sotto gli imperatori Traiano e Adriano.

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