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L'educazione nell'antica Roma nell'età imperiale era in genere affidata alla madre che guidava i figli seguendoli almeno sino a quando questi non arrivassero all'età della fanciullezza. Nell'epoca repubblicana invece, appaiono testimonianze che affermano che l'educazione dei figli doveva essere compito del padre così come si vantava di averla praticata Catone il Censore (234 a.C. circa–149 a.C.) insegnando ai propri figli a leggere e scrivere, a nuotare e combattere.
Lo Yazidismo (in curdo: ئێزیدی, Ēzidī, Īzidī, in arabo: ﻳﺰﻳﺪﻱ, Yazīdī ) è una fede religiosa diffusa nelle regioni del Sinjar iracheno da prima della comparsa in quelle regioni dell'Islam. I suoi fedeli sono chiamati in turco Çırağ Söndüren, ossia "spegnitori di lampade". Ciò potrebbe dipendere dalla calunnia espressa da certa faziosa manualistica islamica riguardante le fedi non islamiche o considerate eretiche, secondo cui gli yazidi farebbero ricorso sfrenato al libertinaggio e alla promiscuità - praticati in questo caso nell'oscurità - anche se è probabile che l'espressione "spegnitori di lampade" sia ricollegabile, in realtà, alla convinzione degli yazidi - espressa nel Maṣḥaf rash - secondo cui il mondo sarebbe stato creato da Dio dopo aver creato sei angeli «dalla sua essenza e dalla sua luce... come quando un uomo accende una lampada da un'altra».Giuseppe Furlani, nel suo Religione dei Yezidi. Testi religiosi dei Yezidi, a proposito della facilona definizione degli yazidi come di "adoratori del diavolo", ricordava le osservazioni di Richard Carnac Temple, che nel suo studio The Yezidis or devil-worshippers of Mosul, aveva qualificato l'espressione Šeyṭān-perest "inesatta e falsa" e "inventata specialmente dagli Europei che viaggiarono in Oriente - imbevuti di cristianesimo - per descrivere una forma di religione estranea alla loro mentalità, essendo l'adorazione del Diavolo - in realtà - l'adorazione di spiriti soprannaturali da parte di animisti primitivi, spiriti chiamati diavoli segnatamente dai missionari cristiani per far sentir ribrezzo ai nuovi convertiti per gli dèi prima adorati", anche se Furlani sottolineava che "si può ... dire in un certo senso che adorano il Diavolo, perché il loro Dio è l'angelo supremo caduto dal suo seggio, ma poi rimesso da Dio al suo posto primitivo" (n. 1, p. 1).Lo Yazidismo è una religione monoteista, la cui origine è discussa in ragione anche dell'accentuato esoterismo delle sue dottrine, che consentono solo agli iniziati di accedere al suo nucleo più autentico. Sarebbe uno dei tre rami dello Yazdanesimo, che si articola in: yazidismo (religione autonoma), yarsanesimo (tipo di sciiti) e alevismo (tipo di sciiti duodecimani). Alessandro Bausani, uno dei massimi esperti italiani di islamistica della sua generazione, osserva che, anche se lo Yazidismo "è ancora elencato fra le sette musulmane per motivi pratici e, anche, se è vera l'opinione del Guidi, per la sua origine e per qualche nome arabo e persiano che vi si incontra", di fatto sembra che la dottrina yazidi "praticamente nulla abbia di islamico", tanto da poter "ben essere messa assieme a residui di sette gnostiche del Vicino Oriente del tipo dei mandei".I fedeli dello Yazidismo venerano Sette Angeli, emanazioni del Dio primordiale, di cui il primo e più importante è l'Angelo Pavone (Melek Ta'us), che "cadde, ma essenzialmente buono, pianse, e le sue lacrime di pentimento, deposte in settemila anni di pianto ininterrotto in sette anfore, hanno estinto le vampe dell'inferno".". Erroneo, malgrado un frequente uso giornalistico, è considerare il termine "yazidi" come un etnonimo, poiché la loro etnia è quella Curda.
Per organi costituzionali romani si intende l'insieme delle istituzioni e dei principi tramandati attraverso gli usi e costumi degli antenati (mos maiorum), anche se spesso non totalmente codificati.
La storia della letteratura italiana ha inizio nel XII secolo, quando nelle diverse regioni della penisola italiana si iniziò a scrivere in italiano con finalità letterarie. Il Ritmo laurenziano è la prima testimonianza di una letteratura in lingua italiana. Gli storici della letteratura individuano l'inizio della tradizione letteraria in lingua italiana nella prima metà del XIII secolo con la scuola siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, anche se il primo documento letterario di cui sia noto l'autore è considerato il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi. In Sicilia, a partire dal terzo decennio del XIII secolo, sotto il patrocinio di Federico II si era venuto a formare un ambiente di intensa attività culturale. Queste condizioni crearono i presupposti per il primo tentativo organizzato di una produzione poetica in volgare romanzo, il siciliano, che va sotto il nome di "scuola siciliana" (così definita da Dante nel suo “De vulgari Eloquentia”). Tale produzione uscì poi dai confini siciliani per giungere ai comuni toscani e a Bologna e qui i componimenti presero ad essere tradotti e la diffusione del messaggio poetico divenne per molto tempo il dovere di una sempre più nota autorità comunale. Quando la Sicilia passò il testimone ai poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua, che pur nata verso il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel XIII secolo.
Giorgio Comaschi (Bologna, 28 febbraio 1954) è un giornalista, conduttore televisivo e attore italiano.
I diritti umani (o diritti dell'uomo) sono una concezione filosofico-politica che, accolta come fondamento giuridico dalle Costituzioni moderne, descrive i diritti inalienabili che ogni essere umano possiede. Tra i diritti fondamentali dell'essere umano si possono ricordare: il diritto alla vita, il diritto alla libertà individuale, il diritto all'autodeterminazione, il diritto a un giusto processo, il diritto ad un'esistenza dignitosa, il diritto alla libertà religiosa con il conseguente diritto a cambiare la propria religione, oltre che, di recente tipizzazione normativa, il diritto alla protezione dei propri dati personali (privacy) e il diritto di voto.
Il tema dei diritti delle donne si è sviluppato giuridicamente sul finire del XVIII secolo grazie alla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne, 1791) di Olympe de Gouges, la quale si ispirò al modello della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789) e della Rivendicazione dei diritti della donna (A Vindication of the Rights of Woman, 1792) di Mary Wollstonecraft.La rivendicazione per le donne dei diritti civili, della condizione economica femminile e dei diritti politici (suffragio femminile) nonché di un miglioramento della condizione femminile costituiscono la base del femminismo a partire dal XIX secolo attraverso la prima ondata femminista e sviluppatasi nel corso del XX secolo. In alcuni paesi questi diritti sono istituzionalizzati o supportati dalla legge, dall'abitudine locale e dal comportamento, mentre in altri vengono ignorati e soppressi. Essi si differenziano dalle nozioni più ampie dei diritti umani attraverso le pretese di un giudizio storico e tradizionale inerente all'esercizio di tali diritti a favore della controparte maschile. I problemi comunemente associati alla nozione di diritti femminili includono, tuttavia non limitandosi ad essi, al diritto all'integrità e all'autonomia corporea, di essere liberi dalla paura di violenza sessuale (più in genere violenza contro le donne), di votare e reggere pubblici uffici, di stipulare contratti legali, di avere uguali diritti nel diritto familiare, di lavorare ed ottenere una retribuzione equa o uguale a quella maschile, di avere diritti riproduttivi, di possedere proprietà ed infine di avere accesso all'istruzione.