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Il tabagismo è l'abitudine o dipendenza dal fumo di tabacco, ossia l'atto di bruciare le foglie secche della pianta del tabacco e inalare il fumo derivato per piacere, a cui consegue un'intossicazione di tipo cronico e una dipendenza; per estensione comprende dipendenze connesse ad altre assunzioni, percentualmente meno rilevanti, come l'inalazione della polvere (tabagismo da fiuto). Il fumo di tabacco, oltre ai consueti componenti derivanti da combustione incompleta (fumo), contiene nicotina, un alcaloide stimolante che può provocare nel fumatore un miglioramento temporaneo della memoria, dell'umore e della velocità di riflessi, ma genera anche una forte dipendenza chimica psicofisica. Quest'ultima è responsabile di una particolare sindrome astinenziale caratterizzata da un aumento dei livelli di ansia, stress, depressione e da peggioramento dell'umore e della memoria.La nicotina, come tutti gli stimolanti, può anche aumentare l'ansia, la difficoltà nel riposo e i disturbi al sistema metabolico. Il fumo è uno dei maggiori fattori che contribuiscono a provocare problemi di salute, specialmente il carcinoma del polmone, l'enfisema e le malattie cardiovascolari. Molti paesi regolano o limitano la vendita di tabacco e la pubblicità dello stesso, quando permessa, e nelle confezioni è richiesto l'inserimento di avvisi riguardo ai rischi connessi al consumo. In molti Stati è vietato il fumo nella maggior parte o nella totalità dei luoghi pubblici.
La sigaretta è un cilindro cartaceo contenente, nella maggior parte dei casi, foglie di tabacco tritate e lavorate. Non sempre o non solo avvolge il tabacco; può contenere altri prodotti vegetali, tra cui sostanze psicotrope come le infiorescenze di cannabis, chiodi di garofano come l'indonesiana ed altro ancora, come le sigarette, generalmente a base di mais, nonché diverse spezie ed erbe aromatiche come menta e cannella. Le sigarette possono essere arrotolate a mano o prodotte industrialmente. La sigaretta è un oggetto di consumo molto diffuso in alcune culture, nonostante i danni noti derivanti dalla dipendenza (tabagismo) e dall'assunzione diretta o indiretta del fumo, anche da parte di soggetti astanti e non fumatori. Il fumo di sigaretta è il metodo più comune di assunzione della nicotina, il componente psicoattivo del tabacco. Il fumo può essere attivo (di prima mano, cioè di chi fuma), passivo (chi "respira" il fumo, ovvero di seconda mano) e quello di terza mano, quando l'odore rimane sulle pareti, sui vestiti, ecc. La sigaretta in uso in occidente è generalmente composta di foglie di tabacco essiccato e finemente tritato (trinciato) e di tabacco ricostituito, spesso mischiato con altri additivi, arrotolate o pressate in un cilindro di carta arrotolata di varie fogge, spesso di poco meno di 120 mm di lunghezza e 10 mm di diametro. Uno dei lati della sigaretta viene acceso e brucia lentamente senza fiamma permettendo di inalare il suo fumo dall'altro lato dove può essere posto un filtro, che il fumatore porta alla bocca. Talvolta le sigarette vengono fumate attraverso un bocchino. La sigaretta si differenzia dal sigaro per le sue dimensioni inferiori, per il diverso trattamento a cui sono sottoposte le foglie di tabacco che la compongono, per la carta di colore bianco che la avvolge. L'involucro dei sigari viene generalmente creato arrotolando foglie di tabacco intere. La nicotina, il principale componente attivo a livello neurologico della sigaretta, provoca una forte dipendenza nel soggetto che la consuma, stimolando il "sistema di ricompensa" del cervello.Il fumo di sigaretta è considerato causa di gravi danni alla salute e fattore favorente l'insorgere di patologie a carico dell'apparato respiratorio, dell'apparato cardio-vascolare, nonché lo sviluppo di tumori. Studi hanno dimostrato che l'assunzione di fumo attraverso la sigaretta è più pericolosa per l'organismo rispetto all'assunzione tramite pipa o sigaro, in quanto nell'atto del consumo la quantità inalata è superiore, e i prodotti di combustione della carta aggiungono ulteriori componenti tossici, anche se alcuni tumori del cavo orale sono specifici delle ultime due modalità. Il consumo del fumo provocato dalle sigarette in maniera attiva o passiva provoca secondo alcune stime più di 440 000 morti ogni anno soltanto negli Stati Uniti. Un ulteriore studio oltre a confermare una correlazione diretta tra numero di sigarette fumate e insorgenze tumorali, ha evidenziato l'insorgere di mutazioni genetiche nelle cellule polmonari.
Il punto di fumo è la temperatura a cui un grasso alimentare riscaldato comincia a rilasciare sostanze volatili che divengono visibili sotto forma di un fumo tendente al colore azzurro, formando anche acroleina, una sostanza tossica. È particolarmente importante nella frittura, sia casalinga, sia industriale o dei ristoratori, in quanto il grasso comincia a sviluppare fumo, fastidioso per gli occhi e pericoloso se inalato. Oltre all'acroleina il fumo dalla frittura del cibo può contenere idrocarburi policiclici aromatici, ammine eterocicliche, formaldeide, acetaldeide, acrilamide. Le emissioni dal processo di frittura ad alta temperatura sono state classificate come "probabilmente cancerogene per l'uomo" (Gruppo 2a) dalla International Agency for Research on Cancer (IARC). Il punto di fumo può essere variato da un uso eccessivo e ripetuto dello stesso olio consumato nelle fritture. Esso è una caratteristica del grasso, che non dipende dalla distribuzione di acidi grassi contenuti ma soprattutto dalla quantità di acidi grassi liberi, l'acidità dell'olio. Questo spiega come oli ricchi di acidi polinsaturi ma con una concentrazione di acidi liberi molto bassa, nonostante siano più suscettibili all'ossidazione, possano avere punti di fumo più alti di oli composti prevalentemente da acidi monoinsaturi. Intervengono sul punto di fumo di un olio per frittura altri fattori: la presenza di agenti antipolimerizzanti (antiossidanti attivi sopra i 130 °C) la presenza di dimetilpolisiloxani, additivo alimentare E900 la presenza di acqua e micro componenti volatili la presenza di fosfolipidi la presenza di eventuali residui di solventi di estrazione I processi che portano a degradare un olio durante la frittura sono complessi e punto di fumo, stabilità all'ossidazione, stabilità alla temperatura di uno specifico olio sono solo alcuni dei fattori. Va quindi dato scarso credito a quanto si legge in proposito su giornali e riviste, o su internet, pro o contro un olio di una specifica origine. Infatti l'olio proveniente dalla stessa fonte, vegetale o animale, può avere un punto di fumo particolarmente alto (sopra 220 °C), se raffinato in modo da avere la concentrazione di acidi grassi <0,05% e relativamente basso (<180 °C), se con una concentrazione di acidi grassi liberi dell'ordine del 0,4%. Per questo gli oli per frittura in commercio spesso non indicano la o le specie vegetali di provenienza ed esistono versioni contrastanti sul valore del punto di fumo di vari oli vegetali. Punto di fumo tipico di oli e grassi alimentari con acidità inferiore a 0,05 : Valori rilevati da singoli test di prodotti commerciali sul mercato USA, statisticamente non significativi e non indicativi di un campo di valori del punto di fumo di oli o grassi di diversa origine.
Nuccia Fumo, all'anagrafe Anna (Napoli, 8 luglio 1917 – Napoli, 21 settembre 2005), è stata un'attrice italiana. Rappresentante dell'antica tradizione del teatro napoletano, era sorella di un'altra attrice, Nunzia Fumo.