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Il parco nazionale del Gargano è un parco nazionale istituito dalla legge n. 394 del 6 dicembre 1991. Il territorio (118.144 ha) si trova in Puglia e precisamente nell'estrema parte nord-orientale, spesso definita "Sperone d'Italia", interamente in Provincia di Foggia, con l'Ente Parco che ha sede a Monte Sant'Angelo.
La Sila (in dialetto calabrese Sìela) è un vasto acrocoro dell'Italia meridionale, situata nella zona centro-settentrionale della regione Calabria (Appennino calabro), che si estende per 150.000 ettari (è il più grande altopiano d'Europa) attraverso le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, suddivisa da nord a sud in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola e caratterizzata dalla presenza di varie cime montuose, altipiani, folte zone boscose e laghi artificiali d'altura. Sede del più vecchio parco nazionale della Calabria, con decreto del presidente della Repubblica del 14 novembre 2002 sono stati istituiti il Parco Nazionale della Sila ed il relativo Ente, che ricomprende i territori già ricadenti nello "storico" parco nazionale della Calabria (1968), tutelando aree di rilevante interesse ambientale per complessivi 73.695 ettari. Entrata nell'immaginario collettivo per i suoi boschi e foreste miste di aghifoglie e latifoglie, i suoi altopiani, le sue cime arrotondate, i suoi laghi, le grandi nevicate, la presenza stabile dei lupi, quella stagionale dei funghi porcini, in un ambiente che a tratti ricorda quello nordico-scandinavo, dalle cime più alte, a seconda della loro posizione nell'altopiano, è possibile scorgere in giornate limpide l'Aspromonte a sud e il Massiccio del Pollino a nord, il Mar Tirreno a ovest, il Mar Ionio a est, la piana di Sibari a nord, la Piana di Sant'Eufemia e la Piana di Gioia Tauro a sud.
Il santuario di San Michele Arcangelo si trova a Monte Sant'Angelo, sul Gargano, in provincia di Foggia. Questi è anche noto come Celeste Basilica, in quanto, secondo la tradizione, direttamente consacrato dall'Arcangelo Michele. Ha dignità di basilica minore, e fa parte dei maggiori centri di culto dell'Arcangelo dell'intero Occidente insieme alla sacra di San Michele in val di Susa ed a Mont-Saint-Michel in Francia. Fa parte del sito seriale "Longobardi in Italia: i luoghi del potere", comprendente sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell'arte longobarda, iscritto alla Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel giugno 2011.
La provincia di Foggia (provìngë dë Foggë in dialetto foggiano) è una provincia italiana della Puglia di 603 877 abitanti. È la terza provincia più vasta d'Italia dopo quelle di Sassari e Bolzano, prima tra quelle delle regioni a statuto ordinario; si estende su una superficie di 7.007,54 km² e comprende 61 comuni. Ha come capoluogo Foggia, la cui popolazione è circa un quarto di tutta l'intera provincia. Affacciata interamente a nord e a est sul mar Adriatico, confina a ovest col Molise (provincia di Campobasso) e con la Campania (provincia di Benevento), a sud con la Campania (provincia di Avellino) e con la Basilicata (provincia di Potenza), a sud-est con la provincia di Barletta-Andria-Trani. Fa parte del territorio provinciale anche l'arcipelago delle Isole Tremiti. Quanto alla sua denominazione, l'attuale statuto dell'ente, all'articolo 2, comma 2, recita: «Negli atti ufficiosi, anche a rilevanza pubblica ed esterna [essa] può assumere la denominazione di "Provincia di Capitanata" nel rispetto della propria identità storica territoriale».
Monte Sant'Angelo (Mónde in dialetto locale) è un comune italiano di 11 741 abitanti della provincia di Foggia in Puglia, celebre per il santuario di San Michele Arcangelo (patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO), meta di pellegrinaggi dei fedeli cristiani sin dal VI secolo. È sede dell'ente parco nazionale del Gargano.
Con brigantaggio post-unitario italiano, nel linguaggio storiografico o risorgimentale si identifica una forma di brigantaggio - spesso associato a fenomeni di banditismo armato ed organizzato - un tempo attiva nei territori del Mezzogiorno italiano precedentemente amministrati dal Regno delle due Sicilie. Benché fosse già presente negli stati italiani preunitari, il brigantaggio meridionale assunse connotati tipici durante il Risorgimento, in special modo in seguito alla realizzazione dell'Unità d'Italia. Va evidenziato che il brigantaggio postunitario interessò quasi esclusivamente i territori meridionali continentali ex-borbonici, mentre in pratica non si verificò nei territori di tutti gli altri Stati preunitari italiani annessi al Regno di Sardegna sabaudo per formare l'Italia unita durante il Risorgimento; tale diversità di avvenimenti e condotte è sintomatica delle profonde differenze, già esistenti nel 1861, tra il nord ed il centro della penisola da un lato, ed il sud Mezzogiorno dall'altro. Tale divario sarebbe stato in seguito compendiato nella locuzione "questione meridionale", fonte di discussioni e di dibattito ancora oggi, né definita unanimemente nelle sue cause dagli storici e studiosi, nonché oggetto del dibattito nelle interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.
Il brigantaggio fu un fenomeno di natura criminale, frutto dell'attività di bande di malfattori che infestavano campagne o vie di comunicazione a scopo di rapina od omicidio. Tra i crimini, particolarmente violenti, perpetrati dai briganti spiccano la grassazione, l'omicidio, l'abigeato, lo stupro, oltre che varie forme di minaccia e angherie. Sebbene il fenomeno abbia origini remote e riguardi periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana questo termine si riferisce generalmente alle bande armate presenti nel Mezzogiorno d'Italia tra la fine del XVIII secolo e il primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1861. L'attività brigantesca è stata in varie occasioni strumentalmente utilizzata a fini politici, anche ricorrendo a motivazioni religiose. All'inizio del XIX secolo furono assoldati briganti e ogni genere di criminale dalle armate sanfediste del Cardinal Ruffo per abbattere la Repubblica Napoletana (1799); in seguito, il brigantaggio fu duramente represso durante la reggenza napoleonica e murattiana del Regno di Napoli, così come in linea di massima condannarono l'attività brigantesca le leggi borboniche, restando però le stesse leggi inapplicate e i briganti, grazie ai loro protettori e manutengoli e alla interessata cecità delle autorità, che anzi si servivano dei criminali come soldataglia e strumento di controllo del territorio (alleanza col potere risalente almeno al regno di Ferdinando I), continuarono ad affliggere e taglieggiare la già misera popolazione. Durante il processo risorgimentale, il neonato Regno d'Italia dovette fronteggiare tale piaga in maniera risoluta, tanto più che alcuni elementi tenevano contatti con Francesco II di Borbone, il quale cercava di recuperare il trono attraverso i briganti. In questa fase storica, più che nelle precedenti, i briganti compivano la loro attività criminosa senza motivazioni di natura sociale o politica, accomunati, banditi e sparuti gruppi di ex militari borbonici, solo dalle promesse di ricompensa da parte del re sconfitto.
L'Apollo del Belvedere, anche noto come Apollo Pitico, è una celebre statua marmorea risalente al periodo post-ellenistico (seconda metà del II secolo d.C.) quando i Romani avevano conquistato tutta la Grecia. È tutt'oggi considerata per l'armonia delle proporzioni una delle più belle opere di tutta l'antichità, espressione del concetto di "bello ideale".
Alfonso Nitti è il protagonista del romanzo di Italo Svevo Una vita (pubblicato nel 1892). È un “inetto”, cioè un personaggio disadattato, un antieroe che fugge dal villaggio natio per cercare fortuna in città. Qui troverà lavoro in una banca, cercherà di conquistare Annetta, figlia del capo (il signor Maller) e dovrà districarsi fra i vari ambienti e situazioni che lo porteranno ad un'inevitabile fine, il suicidio.