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Gatto mammone

Il gatto mammone o gattomammone una creatura magica della tradizione popolare, con le caratteristiche di un enorme gatto dall'aspetto terrificante. Il suo nome deriva dall'incontro del termine gatto (animale nel Medioevo associato al diavolo) con quello di Mammona, parola dall'incerta etimologia che in lingua aramaica attributo del demonio. Tale Gatto sarebbe stato infatti dedito a spaventare le mandrie al pascolo e avrebbe avuto movenze ed espressioni demoniache. Il suo verso una via di mezzo tra il ruggito e un inquietante miagolio, ci nonostante tanto furtivo da assalire persone ignare e sbranarle senza lasciare neppure le ossa. Tuttavia, in altre narrazioni ha funzione protettiva ed uno spirito positivo, immune agli effetti nefasti degli incantesimi di altri spiriti (vedi strego). In alcuni casi, ha una emme bianca sul muso nero, talvolta tutto nero e si nasconde negli angoli bui. Secondo alcuni studi, la tradizione del gatto mammone affonderebbe le sue radici tra la civilt dei Fenici: dio Maimone o nell'Antico Egitto, in cui i gatti erano animali sacri e simboli di fertilit (dio Amon). Con l'avvento del Cristianesimo questi antichi rituali pagani sarebbero stati prima demonizzati e poi racchiusi nel Carnevale che precede la Quaresima, ed i loro simboli trasformati in maschere. A Sarule (provincia di Nuoro) il Maim ne un fantoccio fatto con stracci e pelli di gatto e con una testa dai tratti del gatto, personificazione del Carnevale, ma esiste anche una personificazione del Marted grasso: Martiperra (da Martis / marted e Perra dallo spagnolo emperrarse "adirarsi, irritarsi"), concepita come un gatto malevolo che assume proporzioni gigantesche per punire chi osa lavorare in quel giorno. Sempre in Sardegna, ad Iglesias, esiste una fontana sormontata dalla statua di un personaggio di aspetto grottesco chiamato "Maimoni" la cui bruttezza in quei dintorni proverbiale: "L ggiu cumenti su Maimoni in praccia" = "Brutto come (la statua di) Maimone che sta in piazza". d'altronde ricorrente nell'Isola il legame del termine Maimone (con tutte le sue varianti) con numerosi toponimi relativi a fonti e/o sorgenti, legame forse derivante dall'antica parola fenicia "mem" (in ebraico, "mayim"), che significa appunto "acqua", e ad una divinit ad essa collegata, e che si ritrova anche in varie altre localit del Mediterraneo (ad esempio, Fonte Maimonide a Patern , in provincia di Catania). In Puglia, a Corato in provincia di Bari, il termine "mam un" usato nel significato di "stupido" o anche "birichino". Infatti, secondo altre interpretazioni, la parola maim ne deriverebbe dall'arabo e avrebbe sia il significato di "benedetto, fausto, di buon auspicio" (il buon auspicio che sembrano chiedere i ragazzi che, durante il Carnevale, portano in giro una lettiga di rami e frasche verdi nel rituale per scacciare la siccit ), che quello di "mandrillo, babbuino" e anche "scimmia". Nel 1968, Serafina dal Pont segnal ai giornali la comparsa presso Cesiomaggiore (provincia di Belluno) del gatto mammone, un mostruoso felino che si limit a spaventare un gruppo di mucche al pascolo. La donna si sarebbe salvata grazie all'intervento miracoloso di Santa Rita, apparsa sotto forma di un enorme topo, il quale distrasse l'attenzione del mostro che si mise ad inseguirlo attraverso la campagna, sottraendosi ben presto alla vista. Dino Buzzati, divertito, fece un disegno commemorativo dell'avvenimento. I naturalisti, ovviamente, affermarono che il racconto corrispondeva a pura fantasia o allucinazione.

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