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Con il termine Scuola di Pistoia (coniato nel 1966 dal critico Cesare Vivaldi sulle pagine della rivista Collage) si indicano tradizionalmente tre-quattro artisti attivi nel capoluogo toscano tra il 1964 e il 1969: Roberto Barni (Pistoia, 30 settembre 1939), Umberto Buscioni (Pistoia, 13 luglio 1931 – Pistoia, 6 maggio 2019) e Gianni Ruffi (Firenze, 15 febbraio del 1938), cui spesso si aggiunge il nome dell'architetto Adolfo Natalini (Pistoia, 10 maggio 1941 – Firenze, 23 gennaio 2020). Pur traendo ispirazione dal territorio comune della Pop Art, le strade dei quattro si allontanano presto dagli stereotipi e le une dalle altre; Barni prosegue con ironia terminale nella ricerca sull'uomo e sulla bestia. Buscioni si lascia guidare dai colori e dalla composizione del Pontormo verso una nuova interpretazione del quotidiano; Ruffi sceglie un percorso poetico e stralunato, costruito spesso su giochi di parole e doppi sensi.
Palazzo Fabroni è il museo di arte contemporanea della città di Pistoia.
Adolfo Natalini (Pistoia, 10 maggio 1941 – Firenze, 23 gennaio 2020) è stato un architetto italiano. Era considerato uno degli iniziatori dell'architettura radicale, di cui tracciò le origini nel n° 10&11 della rivista Spazioarte, curato da Ugo La Pietra. .
Umberto Buscioni (Pistoia, 13 luglio 1931 – Pistoia, 6 maggio 2019) è stato un pittore italiano.
Remo Remotti (Roma, 16 novembre 1924 – Roma, 21 giugno 2015) è stato un poeta, attore e umorista italiano, nonché pittore, scrittore, scultore, cantante e drammaturgo. Ha lavorato, tra gli altri, con Francis Ford Coppola, Marco Bellocchio, Nanni Moretti, Ettore Scola, i fratelli Taviani, Werner Masten, Peter Ustinov, Nanni Loy, Maurizio Nichetti, Carlo Mazzacurati, Antonello Salis, Aldo, Giovanni e Giacomo e Carlo Verdone.
Mario Schifano (Homs, 20 settembre 1934 – Roma, 26 gennaio 1998) è stato un artista, pittore e regista italiano. Insieme a Franco Angeli e Tano Festa rappresentò un punto fondamentale della Pop Art italiana ed europea. Perfettamente inserito nel panorama culturale internazionale degli anni sessanta, era reputato un artista prolifico, esuberante ed amante della mondanità. L'abitudine alle droghe che durò per tutta la sua vita, gli valse l'etichetta di artista maledetto. Appassionato studioso di nuove tecniche pittoriche, fu tra i primi ad usare il computer per creare opere e riuscì a elaborare immagini dal computer e riportarle su tele emulsionate (le "tele computerizzate"). La prolificità dell'autore e l'apparente semplicità delle sue opere hanno portato alla diffusione di un grande numero di falsi, soprattutto dopo la sua scomparsa.
L'Attico è una galleria d'arte contemporanea italiana che si distinse come galleria d'avanguardia negli anni sessanta e settanta e per aver contribuito al successo di molti artisti tra cui Pino Pascali, Jannis Kounellis, Gino De Dominicis e Luigi Ontani. La galleria L'Attico è diretta da Fabio Sargentini ed è attiva dal 1957 a Roma. Nel 2010 il MACRO ha presentato una mostra che ne ripercorre l'attività culturale e artistica del periodo compreso tra il 1966 e il 1978.
Con la denominazione di arte pubblica (in inglese public art) si indica una specifica modalità di presentazione e fruizione dell'arte che entra nel tessuto sociale e nella struttura urbana della città. Portare l'arte sul territorio pubblico rappresenta l'occasione di far uscire la creatività dai luoghi ad essa deputati, di porla a stretto contatto con un pubblico ampio e allo stesso tempo di caratterizzare o rivalutare l'ambiente cittadino. Le opere sono pensate appositamente per il luogo, ossia sono site-specific, e non sono staccate da esso da alcun piedistallo: l'arte pubblica inizia infatti ad essere realizzata a partire dagli anni settanta, nel momento della crisi della concezione urbanistica moderna, e si allontana dall'idea di monumento in quanto ha fini comunicativi e mai celebrativi. Un esempio è "Ago, filo e nodo" di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen in piazza Luigi Cadorna a Milano, un enorme ago conficcato nella pavimentazione della piazza. Gli artisti italiani che hanno realizzato opere d'arte pubblica sono Mario Merz, Mimmo Paladino (famosa la sua Montagna di Sale in Piazza Plebiscito a Napoli, nel 1995, nella duplicazione dell'installazione originale, ubicata a Gibellina in Sicilia, nel 1990), Mauro Staccioli, Vito Acconci, Franco Summa, Alberto Garutti, Giulio Paolini, Massimo Ghiotti, Antonio Paradiso, Hidetoshi Nagasawa, Ugo Marano, Riccardo Dalisi, Antonio Trotta (con il suo "Monumento alla Resistenza" realizzato a La Spezia nel 2005), Angelo Riviello (con la "Fontana della Chiena" nel dopo-sisma del 1980, in Piazza Melchiorre Guerriero a Campagna (SA).Tra i giovani più attivi in questo ambito sono Carlo Buzzi, Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Andreco, Stefano Cagol e molti altri. È evidente che per la sua modalità pubblica, l'opera deve possedere le caratteristiche di riconoscibilità e di collocabilità nel tessuto urbano, e quindi fare i conti con il contesto paesaggistico, territoriale e in definitiva urbanistico nel senso più completo del termine. Storicamente l'opera pubblica è stata un facile strumento di produzione del consenso, di celebrazione di eventi o di personaggi appartenenti alle classi alte, per la consacrazione della loro autorità. Questi fattori rendono estremamente complicata la progettazione delle opere pubbliche, in quanto l'artista deve tenere conto della situazione reale in cui va ad intervenire. Sul territorio sono ovviamente presenti tutte le contraddizioni prodotte dalla nostra società, come l'espulsione dei ceti più deboli dai centri urbani, la marginalizzazione delle periferie anche dal punto di vista culturale, le questioni inter-etniche che esplodono con l'aumento dell'immigrazione extracomunitaria, la centralità nei meccanismi economici della rendita fondiaria, ecc. L'artista che si cimenta con la progettazione dell'arte pubblica deve necessariamente compiere scelte difficili, fra le tensioni verso il proprio riconoscimento pubblico e il reale coinvolgimento dei fruitori dell'opera. Scelte difficili come quelle dell'urbanista, che quasi sempre nel tempo vengono violate dal potere istituzionale in nome dello sviluppo. Il dibattito sulle problematiche inerenti l'arte pubblica è ripreso a partire dall'inizio del nuovo millennio, con l'acuirsi delle contraddizioni sociali e l'aumento problematico dell'immigrazione. Numerose riflessioni si stanno consolidando nel dibattito fra i critici, gli artisti e gli esperti d'arte che sulla scorta delle loro esperienze provano a dare delle risposte parziali agli interrogativi più impellenti.
Achille Bonito Oliva (Caggiano, 4 novembre 1939) è un critico d'arte, accademico e saggista italiano.