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Lorenzo Berzieri (Pellegrino Parmense, 4 ottobre 1806 – Lucca, 11 marzo 1888) è stato un medico italiano.
Giuseppe Serventi (Montecchio Emilia, 2 giugno 1743 – Parma, 19 dicembre 1826) è stato un medico, banchiere e imprenditore italiano. Nato a Montecchio ma di origine parmigiana, le agiate condizioni famigliari gli garantirono prestigiosi studi di medicina con Flaminio Torrigiani. Dopo pochi anni di professione fu eletto Protomedico esaminatore (16 giugno 1780), ma nonostante questo brillante avvio nella carriera medica, nel 1781 decise di dedicarsi ai commerci. Ampliò le attività bancarie e industriali (che comprendevano cererie, concerie, filatoi di seta e opifici per la molatura dei cristalli) iniziate dal padre Alessandro, fino a raggiungere traguardi a livello europeo. Nel giugno del 1798 fu incaricato di intavolare alcune trattative col pontefice Pio VI. Nel 1805, insieme a Luigi Bondani, Filippo Linati e Giacomo Tommasini, fu nella delegazione municipale che accolse l'arrivo di Napoleone Bonaparte a Parma. Nel 1811 acquistò la Real Fabbrica di Maioliche e Vetri situata in via dei Farnese, che i discendenti cedettero alla famiglia Bormioli nel 1854. Si occupò anche di agricoltura. Fu zelante promotore della coltivazione locale del gelso e del tabacco, e promosse l'estrazione dello zucchero dal miele da altre sostanze. Ritenendo inoltre che un'agricoltura moderna ed efficiente fosse alla base della prosperità di un Paese, sollecitò l'istituzione di una Società Agraria e promosse personalmente, sui propri terreni, la coltivazione e la trasformazione industriale di diversi prodotti agricoli. Nel 1813 la Banca Alessandro Serventi, subì un dissesto a causa delle sconfitte napoleoniche e il Dottor Giuseppe Serventi, si trovò costretto a rinunciare alla sua attività. Limitandosi alle attività industriali e di cambio. Nel 1816 ottenne dalla nuova Duchessa di Parma, Maria Luigia d'Austria, un decreto sovrano che sancì la costituzione della nuova società. Oltre che medico, banchiere e industriale, fu anche filantropo, fondò la Società Serventi per mettere in condizioni agiate i non vedenti della città, e insieme a Moreu de Saint-Méry, allora prefetto di Parma, istituì e finanziò l'Ospizio delle Arti. Fu tra i nobili decurioni del Comune di Parma e detenne le cariche di Presidente del Tribunale del Commercio e Vicepresidente degli Ospizi Civili. Morì nel 1826 e venne sepolto nel Cimitero della Villetta. A Parma gli è stato dedicato un piazzale nello storico quartiere Oltretorrente.
Giacomo Tommasini (Parma, 2 luglio 1768 – 26 novembre 1846) è stato un medico italiano. Si laureò in medicina all'Università di Parma all'età di vent'anni. Dopo un periodo di praticantato all'Ospedale di Parma, ottenne una borsa di studio per corsi di perfezionamento sulle nuove metodologie mediche nelle università di Pavia, Padova, Bologna, Pisa e Torino. Fece viaggi di studio anche all'estero, in Francia ed Inghilterra. Nel 1792 ebbe l'incarico di sostituto del prof. Cortesi nella cattedra di medicina pratica. Nel 1794 fu nominato professore di fisiologia e patologia. Le sue lezioni erano talmente apprezzate che ottenne un aumento di stipendio in via straordinaria. Tenne la cattedra fino al 1815. Nel 1798 si sposò con Antonietta Ferroni. Durante il primo impero francese l'Università di Parma, che pure si era guadagnata fama di ottimo ateneo, subì un decreto di soppressione in seguito ad un piano di ristrutturazione degli istituti di insegnamento superiore. La città di Parma diede incarico a Tommasini, assieme al conte Filippo Linati e al banchiere Giuseppe Serventi, di recarsi a Genova, dove si trovava in quel momento l'imperatore Napoleone Bonaparte, per chiedere la revoca del provvedimento. Fu specialmente Tommasini che, esponendo la causa con particolare eloquenza, riuscì ad ottenere la sospensione del decreto. Tommasini fu tra i principali redattori del Giornale Medico Chirurgico, edito a Parma dal 1806 al 1813. Durante il governo Napoleonico ricoprì diverse cariche: Ispettore Generale della Pubblica Istruzione, Segretario al Consiglio del Dipartimento del Taro, membro del Consiglio di Sanità Pubblica. Fu uno dei primi soci corrispondenti della Società Medica di Bologna. Già prima della sua ammissione a tale società l'università di Bologna gli aveva fatto offerte per trasferirsi da Parma a Bologna; dopo non poche trattative nel 1815 Tommasini accettò la cattedra di Clinica Medica a Bologna, succedendo al prof. Antonio Testa. A Bologna Tommasini affermò la necessità di adottare il metodo sperimentale nella pratica medica, ciò che costituiva un radicale cambiamento rispetto ai metodi in gran parte empirici fino ad allora usuali. Nel 1819 venne fondata la rivista «Nuova Dottrina Medica Italiana», che fece propri i concetti di Tommasini. Nel 1828 alcuni professori dell'università di Bologna, tra cui Tommasini, furono accusati di appartenere a società segrete rivoluzionarie e furono invitati a dimettersi. Chiesero di essere sottoposti a un processo e furono assolti, ma Tommasini fu amareggiato da questa vicenda e tornò a Parma, adducendo il motivo di dover curare il conte Neipperg, in quel periodo effettivamente ammalato. Si reinsediò all'università e ottenne altre cariche di prestigio, tra cui quella di Protomedico dello Stato e di medico consulente della sovrana regnante, la duchessa Maria Luisa d'Austria. Fu chiamato anche lontano da Parma a curare alte personalità, come Carolina d'Inghilterra a Pesaro e al capezzale di madama Letizia, madre di Napoleone Bonaparte, a Roma. Giacomo Tommasini era noto per essere un piacevole e fine parlatore e un elegante scrittore, sia in italiano che in latino. Ottenne molte onorificenze, tra cui la Legion d'Onore, l'Ordine Costantiniano di San Giorgio, la Medaglia d'Oro per i benemeriti della salute pubblica. La città di Parma gli ha dedicato una via del centro storico, borgo Giacomo Tommasini (chiamato popolarmente «borgo Giacomo»), che collega strada della Repubblica a borgo Felino. A Bologna è intitolata a lui una via nei pressi dei Giardini Margherita.
Conte Giacomo Leopardi (al battesimo Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi; Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837) è stato un poeta, filosofo, scrittore, filologo italiano. È ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché una delle principali del romanticismo letterario, sebbene criticherà sempre la corrente romantica di cui rifiuta l'arido vero, ritenendosi vicino al Classicismo. La profondità della sua riflessione sull'esistenza e sulla condizione umana – di ispirazione sensista e materialista – ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità lirica della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo e internazionale, con ricadute che vanno molto oltre la sua epoca. Leopardi, intellettuale dalla vastissima cultura, inizialmente sostenitore del classicismo, ispirato alle opere dell'antichità greco-romana, ammirata tramite le letture e le traduzioni di Mosco, Lucrezio, Epitteto, Luciano ed altri, approdò al Romanticismo dopo la scoperta dei poeti romantici europei, quali Byron, Shelley, Chateaubriand, Foscolo, divenendone un esponente principale, pur non volendo mai definirsi romantico. Le sue posizioni materialiste – derivate principalmente dall'Illuminismo – si formarono invece sulla lettura di filosofi come il barone d'Holbach, Pietro Verri e Condillac, a cui egli unisce però il proprio pessimismo, originariamente probabile effetto di una grave patologia che lo affliggeva ma sviluppatesi successivamente in un compiuto sistema filosofico e poetico. Morì nel 1837 poco prima di compiere 39 anni, di edema polmonare o scompenso cardiaco, durante la grande epidemia di colera di Napoli. Il dibattito sull'opera leopardiana a partire dal Novecento, specialmente in relazione al pensiero esistenzialista fra gli anni trenta e cinquanta, ha portato gli esegeti ad approfondire l'analisi filosofica dei contenuti e significati dei suoi testi. Per quanto resi specialmente nelle opere in prosa, essi trovano precise corrispondenze a livello lirico in una linea unitaria di atteggiamento esistenziale. Riflessione filosofica ed empito poetico fanno sì che Leopardi, al pari di Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche e più tardi di Kafka, possa essere visto come un esistenzialista o almeno un precursore dell'Esistenzialismo.