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Nella Chiesa cattolica il Giubileo è l'anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. Riprende il nome dal Giubileo ebraico, più precisamente la parola deriva dall'ebraico Jobel (caprone, in riferimento al corno di montone utilizzato nelle cerimonie sacre). L'anno giubilare è soprattutto l'anno di Cristo. Nel Nuovo Testamento Gesù si presenta come colui che porta a compimento l'antico Giubileo, essendo venuto a "predicare l'anno di grazia del Signore" (Isaia). Il Giubileo, comunemente, viene detto "Anno Santo", non solo perché si inizia, si svolge e si conclude con solenni riti sacri, ma anche perché è destinato a promuovere la santità di vita. Il Giubileo può essere: ordinario, se legato a scadenze prestabilite; straordinario, se viene indetto per qualche avvenimento di particolare importanza.
Il Giubileo straordinario della misericordia è stato proclamato da papa Francesco per mezzo della bolla pontificia Misericordiae Vultus. Precedentemente annunciato dallo stesso pontefice il 13 marzo 2015, ha avuto inizio il 29 novembre 2015 e si è concluso il 20 novembre 2016. Il papa ha dichiarato che il giubileo, ricorrente nel cinquantesimo della fine del Concilio Vaticano II, è dedicato alla misericordia. Il papa ha fatto l'annuncio nel corso dell'omelia della Liturgia Penitenziale del 13 marzo 2015: L'arcivescovo Rino Fisichella, in qualità di presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, è stato il principale referente per l'organizzazione dell'evento giubilare. Nel maggio 2015, nella Sala Stampa della Santa Sede, lo stesso presule aveva dato alcune anticipazioni sulle modalità di svolgimento dell'anno giubilare.
Nell'ebraismo, il giubileo (in ebraico: יובל?, yovel) trova le sue radici nella Bibbia ebraica (Tanakh) ed è l'anno al termine dei sette cicli di Shemittah (anni sabbatici); secondo le normative bibliche aveva un impatto speciale sulla proprietà terriera e la relativa gestione in Terra di Israele: la Legge di Mosè (Torah) aveva fissato per il popolo ebraico un anno particolare, al termine di "sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni" (Levitico 25:8). Esiste comunque un dibattito se fosse il 49º anno (ultimo anno dei sette cicli sabbatici, citati come il Shabbat del Shabbat), o se fosse l'anno successivo (50º). Il giubileo ebraico tratta in gran parte di terra, proprietà, e diritti terrieri. Secondo Levitico, la celebrazione di quest'anno comportava, tra l'altro, la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione di schiavi e prigionieri, il riposo della terra, e la misericordia divina particolarmente manifesta. Levitico 25:8-13 letteralmente afferma: Le regole bibliche che si riferiscono agli anni sabbatici (shemittah) sono tuttora osservate da molti ebrei religiosi nello Stato di Israele, ma le normative del giubileo non vengono osservate da molti secoli. Secondo la Torah, l'osservanza del giubileo si applica soltanto quando il popolo ebraico dimora in Terra di Israele ripartito nelle rispettive Tribù. Pertanto, dopo l'esilio della Tribù di Ruben, della Tribù di Gad e della Tribù di Manasse (600 a.E.V.) il giubileo non è più applicabile.
Il Grande Giubileo del 2000 è stato un evento nella Chiesa cattolica; come altri precedenti anni di Giubileo, è stata una celebrazione della pietà di Dio e del perdono dei peccati. La maggiore innovazione in questo Giubileo è stata l'aggiunta di molti Giubilei particolari per vari gruppi di persone ed è stato celebrato simultaneamente a Roma, in Terra Santa e in molte altre parti del mondo.