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Il teologo è lo studioso di teologia. Opera normalmente nelle facoltà teologiche delle università e nei centri di studio delle varie chiese (seminari e scuole bibliche). Nel cattolicesimo può essere un chierico, ossia chi abbia ricevuto il sacramento dell'Ordine, oppure un laico. In ogni caso, nella Chiesa cattolica i teologi sono sottoposti alla giurisdizione della Congregazione per la dottrina della fede, che può negare alle loro opere l'autorizzazione ad essere lette dai fedeli quando le riconosce errate dal punto di vista teologico o dogmatico. Nelle altre chiese, il teologo è responsabile verso le comunità cristiane che serve, oppure libero da condizionamenti ecclesiastici quando opera e insegna nell'ambito di università statali. In Italia il teologo è normalmente licenziato in teologia, consegue la licentia docendi oppure ha conseguito presso le università o gli atenei di diritto pontificio il grado accademico di dottorato in teologia. In Italia i teologi (anche laici) generalmente hanno il mandato di insegnare.
La teologia della liberazione è una corrente di pensiero teologico cattolico sviluppatasi con la riunione del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) di Medellín (Colombia) del 1968, come diretta estensione delle idee e dei principi riformatori messi in moto in Roma dal Concilio Vaticano II e concordata da diverse decine di padri conciliari di diverse nazionalità, sia europei sia latino-americani e sottoscritta da diversi cardinali nei cosiddetti Patti delle catacombe nel corso dei lavori conclusivi del Concilio ecumenico presso le catacombe di Domitilla a Roma. Il principio fondamentale della Teologia della Liberazione si impernia intorno alla considerazione del ruolo centrale della Chiesa nella società umana contemporanea e tende a porre in evidenza i valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano, in particolare l'opzione fondamentale per i poveri così come essa si evince all'interno del dato biblico. Tra i protagonisti che diedero inizio a questa corrente di pensiero vi furono il teologo Gustavo Gutiérrez, (peruviano) docente della Pontificia Università del Perù, l'arcivescovo Hélder Câmara, il teologo Leonardo Boff (brasiliano) e Camilo Torres Restrepo (colombiano). Il termine venne coniato dallo stesso Gutiérrez nel 1973 con la pubblicazione del libro Teologia della Liberazione (titolo originale spagnolo: Historia, Política y Salvación de una Teología de Liberación).
La teologia cristiana è la disciplina che studia il Dio del Cristianesimo e il suo relazionarsi con l'uomo nell'arco dell'intera storia della salvezza, culminata con la missione e il sacrificio redentore di Gesù Cristo.
La teologia dello Spirito Santo si differenzia molto nelle varie religioni e confessioni religiose. In questa sessione sono brevemente esposte le principali differenze che contraddistinguono le varie comunità a questo riguardo. Per la chiesa cattolica apostolica,lo Spirito Santo si ritiene che sia apparso dopo i 50 giorni della morte di Gesù. Mentre per altri lo Spirito Santo èra sempre presente. In quanto facente parte di Dio Padre, ancora prima della creazione. Per i Greci: pneuma;per gli ebrei:Ruah "Alito'. è diete vita al primo uomo, che chiamo Adamo"
Per quasi tutte le confessioni cristiane, lo Spirito Santo è la Terza Persona (ipostasi) della Santissima Trinità, con le altre due Persone di Dio Padre e di Dio Figlio. Secondo il mistero trinitario (dogma della fede cristiana), ognuna delle tre Persone è totalmente Dio: Padre Dio, Figlio Dio (Gesù Cristo), e Spirito Santo Dio. La divinità dello Spirito Santo è professata nel Simbolo niceno-costantinopolitano: "Crediamo/Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre (e dal/al Figlio), e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti". Nella fede cattolica, lo Spirito Santo procede congiuntamente dalle altre due Persone, il Padre e il Figlio (dottrina del Filioque). Secondo la fede delle chiese orientali, invece, lo Spirito Santo procede esclusivamente da Dio Padre. Con il termine tecnico procedere si intende una derivazione che non ha implicazioni temporali né di priorità, in quanto lo Spirito Santo non può intendersi teologicamente né creato o generato in un tempo successivo alle altre due divine Persone, né meno importante di esse ai fini dell'opera di Dio dell'universo, del compimento della Creazione e della salvezza del genere umano. Secondo l'eresia modalistica procede come forza, secondo l'eresia ariana procede come creatura, secondo la dottrina trinitaria procede come Persona. Nel Vangelo secondo Giovanni, lo Spirito Santo Dio è indicato col termine greco di Paraclito (soccorritore). La Pentecoste è la Solennità liturgica riservata allo Spirito Santo Dio, che ne celebra il dono di Gesù Cristo alla Sua Chiesa apostolica.
Dio, nella professione di fede biblica, condivisa anche dal Cristianesimo, è un'identità unica (monoteismo). In particolare, i cristiani rileggono il monoteismo biblico alla luce dell'incarnazione di Cristo descritta nel Nuovo Testamento. Dio è l'Essere eterno che ha creato e conserva il mondo. I cristiani credono che Dio sia trascendente (totalmente indipendente e rimosso dall'universo materiale) e immanente (coinvolto nel mondo). Gli insegnamenti cristiani dell'immanenza e del coinvolgimento di Dio e del Suo amore per l'umanità, escludono la credenza che Dio sia della stessa sostanza dell'universo creato.Interpretazioni di Dio nel primo cristianesimo venivano espresse nelle Lettere di Paolo e nei credi paleocristiani che proclamavano il Dio unico e la divinità di Gesù quasi simultaneamente, come nella Prima lettera ai Corinzi (8:5-6): "E infatti, anche se vi sono i cosiddetti dèi sia in cielo che in terra (come vi sono molti 'dèi' e molti 'signori'), per noi c'è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui." Ciò iniziò a differenziare le convinzioni cristiane su Dio dagli insegnamenti ebraici del tempo.La teologia degli attributi e della natura di Dio è stata discussa dagli inizi del cristianesimo, con Ireneo che scrive nel II secolo: "La Sua grandezza non manca di nulla, ma contiene tutte le cose". Nell'VIII secolo, Giovanni Damasceno elencava diciotto attributi che rimangono tuttora in gran parte accettati. Gradualmente i teologi svilupparono liste sistematiche di tali attributi, alcuni basati su asserzioni bibliche (per esempio, il Padre nostro, che afferma che il Padre è nei Cieli), altri fondati su ragionamenti teologici. Il Regno di Dio è una frase di rilievo nel Vangeli sinottici e, mentre vi è un accordo quasi unanime tra gli studiosi neotestamentari che esso rappresenta un elemento chiave degli insegnamenti di Gesù, c'è poco accordo sulla sua esatta interpretazione.Anche se il Nuovo Testamento non ha una dottrina formale della Trinità in quanto tale, parla però ripetutamente del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in modo tale da "costringere una comprensione trinitaria di Dio". Ciò non diventa mai un "trideismo" e non implica tre dèi. Verso l'anno 200, Tertulliano formulò una versione della dottrina della Trinità che affermava chiaramente la divinità di Gesù e si avvicinava molto alla successiva forma definitiva prodotta dal Concilio Ecumenico del 381. La dottrina della Trinità può esser riassunta così: "Il Dio Unico esiste in Tre Persone e Una Sostanza, come Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo." I trinitari, che formano la stragrande maggioranza dei cristiani, affermano tale concetto come un postulato basilare della propria fede. Le denominazioni non trinitarie definiscono il Padre, il Figlio e o Spirito Santo in vari altri modi.
Il Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze fu convocato da papa Martino V (1417-1431) nel 1431, in applicazione di una disposizione conciliare (il Decreto Frequens) del Concilio di Costanza, che prevedeva, con il decreto Frequens, la tenuta periodica di un concilio della Chiesa cattolica. Iniziato nel 1431, esso si svolse in più sedi, prima a Basilea, poi a Ferrara, poi a Firenze ed infine a Roma. Gli scopi del concilio erano i seguenti: 1) trattare l'unione con la Chiesa ortodossa; 2) estirpare l'eresia hussita e 3) riformare la Chiesa.
Antico Testamento (o anche Vecchio Testamento o Primo Testamento) è il termine, coniato e quindi utilizzato prevalentemente in ambito cristiano, per indicare una collezione di libri ammessa nel canone delle diverse confessioni cristiane che forma la prima delle due parti della Bibbia, che corrisponde all'incirca al Tanakh, chiamato anche Bibbia ebraica. Contiene tutti i libri della Bibbia che precedono la vita di Gesù, a differenza del Nuovo Testamento che contiene solo libri posteriori a Gesù. Il canone dell'Antico Testamento varia a seconda delle diverse confessioni cristiane. Mentre la Chiesa cattolica e quella ortodossa seguono canoni più ampi ed antichi, cioè il canone alessandrino, derivato dalla versione dei Settanta della Bibbia, le comunità ecclesiali scaturite dalla riforma protestante del XVI secolo hanno generalmente ripreso ad utilizzare, in opposizione al cattolicesimo, il canone consolidatosi a partire dal II secolo in seno alla corrente spirituale ebraica dei farisei, l'unica superstite dopo la repressione della ribellione ai romani, culminata nella distruzione di Gerusalemme, nel 70 d.C., e dalla quale ha tratto origine il moderno ebraismo rabbinico.