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La guerra convenzionale è una forma di guerra condotta impiegando armi militari e tattiche di battaglia convenzionali fra due o più stati in aperta contrapposizione. Le forze su ciascun fronte sono ben definite, e combattono usando armi che si rivolgono prevalentemente contro lo schieramento combattente nemico. Di norma è combattuta mediante armi convenzionali, e non nucleari, batteriologiche o chimiche. Lo scopo generale della guerra convenzionale è indebolire o distruggere la forza militare avversaria, in modo tale da impedirne la possibilità di impegnarsi ulteriormente nella guerra convenzionale. Ciò nondimeno, per indurre alla capitolazione, uno o più dei contendenti può alla fine far ricorso a tattiche di guerra non convenzionale.
La filosofia ha trattato il fenomeno della guerra non sistematicamente, ma nell'ambito di particolari settori della speculazione filosofica: temi connessi alla guerra sono stati valutati soprattutto sul piano etico e possono trovarsi inclusi negli autori di sociologia, antropologia, filosofia politica, filosofia del diritto e filosofia della storia come in personaggi non organicamente filosofi come Tolstoj nella sua Guerra e pace.
Per guerra si intende un fenomeno sociale che ha il suo tratto distintivo nella violenza armata posta in essere fra gruppi organizzati. Nel suo significato tradizionale la guerra è un conflitto fra stati sovrani o coalizioni per la risoluzione, di regola in ultima istanza, di una controversia internazionale più o meno direttamente motivata da veri o presunti (ma in ogni caso parziali) conflitti di interessi ideologici ed economici. Il termine deriverebbe dalla parola werran dell'alto tedesco antico che significa mischia. Nel diritto internazionale, il termine è stato sostituito, subito dopo la seconda guerra mondiale, dall'espressione "conflitto armato", applicabile a scontri di qualsiasi dimensione e tipo. La guerra in quanto fenomeno sociale ha enormi riflessi sulla cultura, sulla religione, sull'arte, sul costume, sull'economia, sui miti, sull'immaginario collettivo, che spesso la cambiano nella sua essenza, esaltandola o condannandola. Le testimonianze archeologiche indicano che la guerra fa parte della vita umana da tempo immemorabile: secondo le teorie passate, si presumeva che i primi popoli nomadi (cacciatori-raccoglitori) fossero più pacifici rispetto ai loro omologhi sedentari (coltivatori) degli anni successivi, ma i ritrovamenti dei luoghi di sepoltura di massa in tutto il mondo hanno portato gli studiosi a rivedere questa teoria. Una sepoltura di massa a Jebel Sahaba (nota come Cimitero 117), nel Sudan settentrionale, per esempio, contiene i resti di 61 tra adulti e bambini; circa il 40% dei quali sono deceduti per morte violenta e mostrano gravi ferite o delle punte di freccia incastrate tra le ossa. Questo sito risale all' 11.740 a.C. circa.
Gerhard Johann David von Scharnhorst (Bordenau, 12 novembre 1755 – Praga, 28 giugno 1813) è stato un generale prussiano. Capo dello Stato Maggiore generale prussiano, è noto per i suoi scritti e le sue riforme delle forze armate di Prussia, oltre che per la sua azione di comando nel corso delle guerre contro Napoleone.