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Guerre arabo-bizantine

Le guerre arabo-bizantine furono una serie di guerre tra i Califfati arabi e l'Impero bizantino tra il VII e il XII secolo. Esse cominciarono durante la fase iniziale delle conquiste islamiche sotto i califfi al-Rāshidūn e i Califfi omayyadi, e continuarono in forma di guerre frontaliere fino all'inizio dell'età delle Crociate. Come conseguenza delle guerre, i Bizantini - anche chiamati Romani ("Rūm" nelle cronache musulmane, dal momento che l'Impero bizantino era formalmente la parte orientale dell'Impero romano) - persero molti territori. Il conflitto iniziale durò dal 634 al 717, terminando con il secondo assedio arabo di Costantinopoli che frenò la rapida espansione degli Arabi in Asia Minore. I conflitti tuttavia continuarono fino al 1169. L'occupazione del Sud Italia da parte degli Abbasidi nel IX e X secolo non ebbe successo come in Sicilia. Tuttavia, sotto la dinastia macedone, i Bizantini riconquistarono molti territori in Oriente arrivando addirittura a minacciare Gerusalemme a sud. L'Emirato di Aleppo divenne vassallo dei Bizantini a oriente, dove la minaccia più grossa era l'Imamato dei Fatimidi, fino alla venuta dei Selgiuchidi che si espanse a danno di Bisanzio. Ciò costrinse l'Imperatore bizantino Alessio I Comneno a chiedere aiuti militari al Papa Urbano II al Concilio di Piacenza; ciò causò la Prima Crociata.

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