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Il primo cristianesimo generalmente copre il periodo che va dal suo inizio fino al Primo Concilio di Nicea del 325. Si sviluppò dalla Giudea romana nell'Asia occidentale e si sparse per tutto l'Impero romano e oltre (cioè nell'Africa orientale e Asia meridionale), fino a raggiungere l'India. Originalmente, questo progredire fu strettamente collegato ai centri di fede ebraica già esistenti, in Terra santa e nella Diaspora ebraica. I primi seguaci del cristianesimo erano ebrei o proseliti biblici, noti come giudeo-cristiani e "timorati di Dio".Si presuppone che le Sedi apostoliche siano state fondate da uno o più apostoli di Gesù, che pare siano partiti da Gerusalemme qualche tempo dopo la sua crocifissione, verso il 26–36, forse dopo il Grande mandato (la missione divina degli apostoli). I primi cristiani si riunivano in modeste case private, note come chiese domestiche, ma la comunità intera di una città veniva anch'essa chiamata "chiesa" – il nome greco εκκλησια (o "ecclesia") letteralmente significa assemblea, riunione, o congregazione, ma viene tradotto con chiesa nella maggioranza delle traduzioni della Bibbia in italiano e altre lingue. Molti di questi primi cristiani erano mercanti, mentre altri avevano motivi pratici per voler andare in Africa settentrionale, Asia minore, Arabia, Grecia e altri luoghi. Oltre 40 di tali comunità vennero istituite entro l'anno 100, molte in Anatolia, nota anche come Asia Minore, tra cui le "sette Chiese dell'Asia". Per la fine del primo secolo, il cristianesimo era già arrivato a Roma, in India e nelle maggiori città dell'Armenia, Grecia e Siria, servendo da base per la diffusione espansiva del cristianesimo in tutto il mondo.
La Mesia (latino: Moesia; greco: Μοισία, Moisía) è il nome di più province dell'Impero romano (Superior, Inferior; Prima e Secunda), a sud del limes del basso corso del Danubio, corrispondenti alle attuali Serbia e Bulgaria, oltre a parti della Macedonia del Nord settentrionale o della Dobrugia rumena. Aveva per confini meridionali i Balcani (Haemus) e i Monti Šar (Scardus, Scordus, Scodrus), a occidente il fiume Drina (Drinus), a settentrione il Danubio, e a oriente il Mar Nero. La regione fu abitata principalmente da Traci e Illirici, e prese il nome dalla tribù tracia dei Mesi.
La Libia italiana fu creata dal colonialismo italiano nell'Africa settentrionale durata ufficialmente, dopo la amministrazione distinta della Tripolitania e della Cirenaica, dal 1934 al 1943.
La guerra italo-turca (nota in italiano anche come guerra di Libia, impresa di Libia o campagna di Libia ed in turco come Trablusgarp Savaşı, ossia Guerra di Tripolitania) fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica. Le ambizioni coloniali spinsero l'Italia ad impadronirsi delle due province ottomane che nel 1934, assieme al Fezzan, avrebbero costituito la Libia dapprima come colonia italiana ed in seguito come Stato indipendente. Durante il conflitto fu occupato anche il Dodecaneso nel Mar Egeo; quest'ultimo avrebbe dovuto essere restituito ai turchi alla fine della guerra, ma rimase sotto amministrazione provvisoria da parte dell'Italia fino a quando, con la firma del trattato di Losanna nel 1923, la Turchia rinunciò ad ogni rivendicazione e riconobbe ufficialmente la sovranità italiana sui territori perduti nel conflitto. Nel corso della guerra l'Impero ottomano si trovò notevolmente svantaggiato, poiché poté rifornire il suo piccolo contingente in Libia solo attraverso il Mediterraneo. La flotta turca non fu in grado di competere con la Regia Marina, e gli Ottomani non riuscirono ad inviare rinforzi alle province nordafricane. Pure se minore, questo evento bellico fu un importante precursore della prima guerra mondiale, perché contribuì al risveglio del nazionalismo nei Balcani. Osservando la facilità con cui gli italiani avevano sconfitto i disorganizzati turchi ottomani, i membri della Lega Balcanica attaccarono l'Impero prima del termine del conflitto con l'Italia. La guerra registrò numerosi progressi tecnologici nell'arte militare, tra cui, in particolare, il primo impiego militare dell'aeroplano sia come mezzo offensivo che come strumento di ricognizione (furono schierati in totale 9 apparecchi). Il 23 ottobre 1911 il pilota capitano Carlo Maria Piazza sorvolò le linee turche in missione di ricognizione ed il 1º novembre dello stesso anno l'aviatore Giulio Gavotti lanciò a mano la prima bomba aerea (grande come un'arancia, si disse) sulle truppe turche di stanza in Libia. Altrettanto significativo fu l'impiego della radio con l'allestimento del primo servizio regolare di radiotelegrafia campale militare su larga scala, organizzato dall'arma del genio sotto la guida del comandante della compagnia R.T. Luigi Sacco e con la collaborazione dello stesso Guglielmo Marconi. Infine, il conflitto libico registrò il primo utilizzo nella storia di automobili in una guerra: le truppe italiane furono dotate di autovetture Fiat Tipo 2 e motociclette SIAMT.
La regione costiera indicata col nome di Tripolitania ottomana e corrispondente circa all'attuale Libia, venne governata dall'Impero ottomano dal 1551 al 1912 come eyalet di Tripolitania, dal 1864 come vilayet di Tripolitania (in turco: ولايت طرابلس غرب, Vilâyet-i Trâblus Gârp). Divenne nota anche come regno di Tripoli, anche se tale territorio non fu mai tecnicamente un regno, ma una provincia ottomana guidata da un pascià (governatore), sempre membro della dinastia Karamanli dal 1711 al 1835, fatto che fece divenire de facto una monarchia il possedimento turco. Oltre al territorio centrale della Tripolitania, la Cirenaica / Barca era considerata anch'essa parte del dominio di Tripoli in quanto governata de facto dal pascià della regione.Dopo lo scoppio della guerra italo-turca (1911), il vilayet di Tripolitania e la Cirenaica furono annesse all'Italia con regio decreto del 5 novembre 1911.
La storia degli ebrei risalirebbe, secondo la tradizione ebraica, ai patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, che vissero a Canaan verso il XVIII secolo a.C.. gli ebrei discendono in gran parte dalle Tribù di Giuda e Simeone, e parzialmente da altre tribù israelite, specialmente quelle di Beniamino e Levi, che insieme avevano formato l'antico Regno d'Israele e, in seguito, il Regno di Giuda. La prima menzione d'Israele come popolo è stata rinvenuta iscritta sulla Stele di Merenptah, che risale agli anni 1213-1203 a.C.
La Libia (AFI: /ˈlibja/; in arabo: ليبيا, Lībiyā), ufficialmente Stato della Libia, è uno Stato del Nordafrica. Occupa la parte centrale del Nordafrica, affacciandosi sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte, tra il 10º e il 25º meridiano est; la Libia è il quarto paese dell'Africa per superficie, il diciassettesimo del mondo. Confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est con il Sudan, a est con l'Egitto.
Le guerre arabo-bizantine furono una serie di guerre tra i Califfati arabi e l'Impero bizantino tra il VII e il XII secolo. Esse cominciarono durante la fase iniziale delle conquiste islamiche sotto i califfi al-Rāshidūn e i Califfi omayyadi, e continuarono in forma di guerre frontaliere fino all'inizio dell'età delle Crociate. Come conseguenza delle guerre, i Bizantini - anche chiamati Romani ("Rūm" nelle cronache musulmane, dal momento che l'Impero bizantino era formalmente la parte orientale dell'Impero romano) - persero molti territori. Il conflitto iniziale durò dal 634 al 717, terminando con il secondo assedio arabo di Costantinopoli che frenò la rapida espansione degli Arabi in Asia Minore. I conflitti tuttavia continuarono fino al 1169. L'occupazione del Sud Italia da parte degli Abbasidi nel IX e X secolo non ebbe successo come in Sicilia. Tuttavia, sotto la dinastia macedone, i Bizantini riconquistarono molti territori in Oriente arrivando addirittura a minacciare Gerusalemme a sud. L'Emirato di Aleppo divenne vassallo dei Bizantini a oriente, dove la minaccia più grossa era l'Imamato dei Fatimidi, fino alla venuta dei Selgiuchidi che si espanse a danno di Bisanzio. Ciò costrinse l'Imperatore bizantino Alessio I Comneno a chiedere aiuti militari al Papa Urbano II al Concilio di Piacenza; ciò causò la Prima Crociata.