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Igino Sderci

Nicolo Igino Sderci (Gaiole in Chianti, 7 dicembre 1884 – Firenze, 24 maggio 1983) è stato un liutaio italiano. Costruttore di ottima abilità, ha realizzato oltre 700 strumenti. Ha vinto la medaglia d'oro al concorso stradivariano del 1937, a Cremona, per il bicentenario della nascita di Stradivari, e nel 1949. Figlio di una famiglia distinta di agricoltori con una certa predisposizione per la lavorazione del legno fin da giovanissimo lavora per 19 anni come intagliatore presso il laboratorio dei Corsini di Siena suoi parenti, nel frattempo aveva costruito il suo primo violino da autodidatta, violino che sottopone al giudizio del proprietario di un negozio di strumenti musicali di Siena, tale sig. Olmi. Quest'ultimo rimane stupito dalle capacita dello Sderci e approfittando della presenza a Siena nel 1917 di Leandro Bisiach che si trovava presso il conte Guido Chigi Saracini in città per allestire un museo di strumenti classici gli presento lo Sderci. Ha iniziato a dedicarsi alla liuteria a Siena, su incoraggiamento di Guido Chigi Saracini e di Leandro Bisiach, trasferendosi a Milano nel 1917 per lavorare presso il laboratorio di quest'ultimo dove si è perfezionato. In quel periodo a Siena, soprattutto grazie al conte Chigi, arrivarono moltissimi strumenti musicali di autori cremonesi, grazie a questo lo Sderci poté visionare tantissimi strumenti, prenderne misure, spessori bombature, sgusce, forme e calchi, materiale che gli fu utilissimo per la sua attività da liutaio. Infine si trasferi a Firenze nel 1924, aprendo il suo laboratorio in via Montanara nº 6. Sderci si basava su modelli classici italiani (come Stradivari e Guarneri), con ottima personalità nel disegno e nell'interpretazione dei dettagli (ricci, punte, bordi). Gli strumenti sono tutti di ottimo livello, lavorazione, intaglio, e guscio impeccabile, la sonorità è buonissima. Usava una vernice sottile, di colore giallo ambrato spesso su fondo durato, in alcuni casi leggermente più rossa. Liutaio di riferimento per molti altri liutai dell'epoca, note le sue collaborazioni e gli scambi epistolari con Simone Fernando Sacconi. Particolarmente apprezzate le sue viole, forse la più nota è la "Farulli" costruita nel 1939 su forma Pietro Giovanni Guarneri per il musicista Piero Farulli e da lui particolarmente apprezzata, un aneddoto particolare su questa viola è che il Farulli, tanto era entusiasta della sua bellezza e dal suo suono non volle che questa viola fosse verniciata, la suono per un periodo di tempo "in bianco" fino a che il legno con il sudore della mani e con la colofonia rilasciata dall'arco con lo sfregamento sulle corde si sarebbe irrimediabilmente rovinata, a quel punto la fece verniciare. Tra i suoi allievi il figlio Luciano Sderci nato a Siena nel 1917 che prosegue il lavoro del padre con ottimi risultati anche se forse non riesce ad eguagliarlo, e Roberto Ignesti, forse il suo allievo preferito, violinista e professore d'orchestra.

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