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Tommaso Landolfi (Pico, 9 agosto 1908 – Ronciglione, 8 luglio 1979) è stato uno scrittore, poeta, traduttore e glottoteta italiano. Anche se poco noto al grande pubblico, complice la lingua estremamente ricercata e barocca e la prosa caratterizzata da uno spiccato sperimentalismo per certi versi assimilabile alla poetica del Surrealismo, ma anche una sua certa distanza dalle tendenze letterarie italiane, sia prima, sia dopo la seconda guerra mondiale, è considerato uno degli scrittori italiani di maggior rilievo del Novecento.I suoi racconti, secondo Arnaldo Bocelli, "sono, propriamente, fantasie, composizioni, capricci in senso tra musicale e pittorico, nei quali l'estro, l'umore si accompagnano ad una strenua casistica e i motivi lirici nascono da una riflessione critica del reale, da un gusto formatosi all'incrocio di diverse letterature".
Vij (in russo: Вий?) è un racconto lungo di Nikolaj Vasil'evič Gogol', pubblicato nella seconda parte della raccolta Mirgorod (1835). Nell'edizione del 1835 la storia avrebbe dovuto concludersi con la morte del protagonista ma Gogol', quando già s'era iniziato a stampare, decise di eliminare la breve prefazione al racconto successivo (Storia del litigio tra Ivàn Ivànovič e Ivàn Nikìforovič) e aggiunse un nuovo finale a Vij con lo scopo di evitare l'inserimento di pagine bianche tra le due novelle. Il racconto venne poi riveduto dall'autore per l'edizione del 1842.
Povera gente (in russo: Бедные люди, Bednye Lyudi) è il primo romanzo di Fëdor Dostoevskij, che riuscì a scrivere in nove mesi. Fu pubblicato per la prima volta nel 1846, e fu subito acclamato dal critico letterario Vissarion Grigor'evič Belinskij, che definì l'autore come il nuovo Gogol'. Infatti questo romanzo è in parte ispirato al racconto di Gogol' Il cappotto, di cui il protagonista maschile è un copista. Proprio come il racconto di Gogol', Povera gente dà un resoconto delle vite dei russi di umili condizioni nella metà del XIX secolo.
Le anime morte (in russo: Мёртвые души?, traslitterato: Mërtvye duši, IPA: ['mʲortvɪjɪ 'duʂɨ]) è un romanzo pubblicato nel 1842 dallo scrittore russo Nikolaj Vasil'evič Gogol'. Fu pubblicato originariamente col titolo Le Avventure di Čičikov, e il sottotitolo Poema imposto dalla censura zarista. Narra su un tono comico le disavventure di un piccolo truffatore di provincia dell'Impero russo del 1820; il romanzo è anche un'allarmata denuncia della mediocrità umana e una delle opere miliari della letteratura russa. Il giovane Gogol', considerato all'epoca già un genio della letteratura, era intenzionato a scrivere un grande poema sulla Russia seguendo un modello dantesco: nelle intenzioni dello scrittore Le anime morte avrebbero rappresentato solo la prima parte, nella quale veniva descritta la dimensione morale più bassa della Russia (l'inferno, in uno schema dantesco). Ma il grande progetto rimase incompiuto.
Il cappotto è un film del 1952 diretto da Alberto Lattuada, tratto da un racconto di Nikolaj Gogol e interpretato, in un ruolo insolitamente drammatico, da Renato Rascel.