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Ponzio Pilato (in latino: Pontius Pilatus; in greco: Πόντιος Πιλᾶτος; in ebraico: פונטיוס פילאטוס; floruit 26-36; ... – I secolo) fu prefetto della Giudea per circa un decennio durante il regno di Tiberio, negli anni intorno al 30. È ricordato principalmente per il ruolo che le fonti cristiane gli attribuiscono nel processo a Gesù e per le leggende fiorite nei secoli successivi, che arrivano a considerarlo santo e un martire: per tale motivo è ricordato come martire dalla Chiesa copta e come santo dalla Chiesa etiope.
Margherita di Valois (Castello di Saint-Germain-en-Laye, 14 maggio 1553 – Parigi, 27 marzo 1615) fu Regina consorte di Francia e Navarra come prima moglie di Enrico IV di Francia. Settima figlia e terza femmina di Enrico II di Francia e Caterina de' Medici, fu sorella di tre re di Francia: Francesco II, Carlo IX e Enrico III e della regina di Spagna Elisabetta di Valois. Le sue simboliche nozze con il re ugonotto Enrico di Navarra furono offuscate dalla strage di san Bartolomeo e dalla successiva prigionia alla corte del marito, costretto all'abiura. Divenuta l'eminenza grigia del fratello minore Francesco d'Alençon, in opposizione al re Enrico III, svolse per suo conto un'ambasciata segreta nelle Fiandre in rivolta. In seguito si recò assieme alla madre nel Midi per pacificarlo e ricongiungersi al marito, nel frattempo fuggito dal Louvre e tornato al calvinismo. Fedele discepola del neoplatonismo, a Nérac, manifestò doti di intellettuale e di mecenate, creando un vivace circolo di letterati, poeti e artisti nell'austera corte navarrese. Politicamente continuò a svolgere il ruolo di mediatrice tra le due corti, conducendo una vita coniugale felice, ma la sua sterilità e le tensioni politiche causate dalle guerre civili spezzarono il suo matrimonio, mentre i numerosi scandali sessuali nella quale fu coinvolta e che ne compromisero la reputazione, le alienarono la famiglia. Alla morte del duca d'Alençon nel 1585 Margherita si schierò con la Lega cattolica nemica del marito e del fratello maggiore. Imprigionata nella fortezza di Usson su ordine di Enrico III, vi rimase in esilio per vent'anni, durante i quali scrisse le proprie Memorie. Divenuta virtualmente regina di Francia, al momento opportuno contrattò abilmente le condizioni per l'annullamento del matrimonio, a cui acconsentì solo dopo il versamento di un lauto compenso. Tornata a Parigi nel 1605, in ottimi rapporti con l'ex marito e la sua nuova famiglia, si distinse ancora per il suo ruolo di mediatrice lasciando i suoi beni all'amato delfino Luigi e aiutando Maria de' Medici nel periodo di reggenza. Nell'ultimo periodo della sua vita divenne famosa per le sue qualità di mecenate, di benefattrice e di rinomata donna di lettere, dibattendo sulla Querelle des femmes. Morì nel 1615, quando ormai era già una leggenda vivente.Figura controversa, dopo la sua morte gli aneddoti e le calunnie su di lei hanno creato un mito, che si è consolidato attorno al famoso soprannome di regina Margot (La Reine Margot) inventato da Alexandre Dumas père e che ha tramandato nei secoli l'immagine di una donna ninfomane e incestuosa. Alla fine del XX e all'inizio del XXI secolo gli storici hanno iniziato una revisione delle fonti, concludendo che molti elementi della sua reputazione scandalosa derivavano da una propaganda anti-Valois e da una strumentale denigrazione della partecipazione delle donne in politica, creato dalla storiografia borbonica nel XVII secolo.
Margherita Grassini Sarfatti (Venezia, 8 aprile 1880 – Cavallasca, 30 ottobre 1961) è stata una critica d'arte italiana, nota per la sua importanza nel panorama culturale non solo italiano. Si formò sugli scritti di John Ruskin leggendo Marx, Turati e Anna Kuliscioff. Nel 1898 sposò giovanissima, a dispetto della famiglia, l'avvocato socialista Cesare Sarfatti dal quale ebbe tre figli. Conobbe il giovane Benito Mussolini e tra i due iniziò una relazione dalla quale Mussolini ricevette aiuto nella sua affermazione sociale. Margherita, di fede ebraica, si convertì al cattolicesimo nel 1928. Il rapporto con Mussolini lentamente si deteriorò ma con l'approvazione delle leggi razziali la sua fuga dall'Italia non venne impedita. All'estero continuò a mantenere interesse per la cultura italiana, ma divenne meno visibile rispetto al periodo precedente. Ritornò in patria solo alla fine del secondo conflitto mondiale.
Il titolo di grande maestro internazionale, o più semplicemente grande maestro, è il riconoscimento più alto che possa essere attribuito ad un giocatore di scacchi dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE). Si tratta di un titolo a vita, spesso abbreviato con GM. Titoli inferiori attribuiti dalla FIDE sono quelli di maestro internazionale (MI) e maestro FIDE (MF). Il titolo di maestro è attribuito solo dalle federazioni nazionali. I titoli di GM, MI e MF sono aperti ad entrambi i sessi. Esistono poi titoli riservati alle donne: grande maestro femminile (WGM), paragonabile per livello di gioco a quello di un maestro FIDE o di un maestro internazionale, e maestro internazionale femminile (WIM), paragonabile a quello di un maestro nazionale.
Bel Ami è il secondo romanzo realista di Guy de Maupassant, pubblicato nel 1885, prima a puntate sulla rivista "Gil Blas" e poi in volume, per i tipi dell'editore Ollendorf. Il romanzo tratta dell'ascesa sociale di Georges Duroy, un uomo ambizioso e seduttore, che da povero militare in congedo e modesto impiegato nelle Ferrovie del Nord diventa uno degli uomini di maggiore successo nella società parigina, grazie al giornalismo e alla sua capacità di manipolare donne potenti e intelligenti. Sullo sfondo della scalata sociale del protagonista, Maupassant descrive la società francese negli ultimi decenni del XIX secolo e i rapporti d'interdipendenza tra stampa, politica e affari. Le vicende hanno ad oggetto pure l'influenza delle donne, escluse dalla vita politica, ma operanti nell'ombra, come consigliere ed educatrici di uomini potenti.
Behemoth (in russo Бегемот, letteralmente "Ippopotamo") è un personaggio del romanzo Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov. È un demone membro del seguito di Woland, paggio e buffone.
Numerosi sono stati nel tempo gli architetti italiani che hanno lavorato in Russia. I Maestri italiani hanno dato il loro contributo alla storia dell'architettura russa per la prima volta alla fine del XV Secolo, durante il periodo di massimo splendore del Rinascimento italiano. Gli arrivi di massa di architetti italiani hanno segnato l'inizio di un nuovo periodo nell'architettura russa. Gli architetti russi hanno preso in prestito dagli italiani molte competenze tecniche, che si intrecciano con la tradizione culturale locale.