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Il palombaro è un subacqueo che, per immergersi, utilizza un'apposita attrezzatura, detta scafandro, da cui "scafandro da palombaro", consistente essenzialmente in elmo, tuta gommata e scarponi zavorrati per camminare sul fondo marino. Il palombaro riceve il sostentamento d'aria dalla superficie attraverso un tubo di gomma collegato ad una pompa ad aria. Il tubo è coassiale ad una corda che serve per calare o issare a bordo il palombaro nonché a comunicare con la superficie attraverso degli strattoni convenzionali, a meno che non sia in comunicazione con cavo telefonico.
L'immersione subacquea è un'attività che, al contrario del nuoto e dello snorkeling, prevede l'immersione completa del corpo umano in un ambiente liquido. La possibilità di esplorare l'ambiente subacqueo origina dalla peculiare caratteristica che l'essere umano condivide con pochi altri mammiferi di essere in grado di trattenere il respiro in acqua (riflesso di immersione). Le prime immersioni furono infatti in apnea e legate a necessità alimentari, col tempo, e soprattutto in seguito ad esigenze di natura bellica, sono stati studiati degli strumenti che permettessero all'uomo di prolungare la permanenza sott'acqua; furono quindi messe a punto diverse attrezzature che ebbero come conseguenza la successiva diffusione della pratica dell'attività subacquea anche oltre l'ambito militare. Ad oggi l'attività subacquea conosce una diffusione molto vasta ed è talvolta considerata attività alla portata di chiunque, perfino individui con gravi disabilità motorie. La diffusione dell'attività non può però mai prescindere dal rispetto delle norme di sicurezza, dalla conoscenza delle leggi fisiche e scientifiche che la governano e dalla conoscenza delle procedure di emergenza.
L'apnea è stata la prima forma d'immersione praticata dall'uomo. La possibilità di immergersi in apnea si fonda sull'adattamento fisiologico chiamato "riflesso d'immersione" che accomuna tutti i mammiferi, dal delfino al bradipo, dalla foca al cane, anche se in gradi diversi. Il riflesso d'immersione è sorprendentemente sviluppato nell'uomo, sebbene non sia un animale prevalentemente acquatico.
Nello svolgimento dell'attività subacquea ci si avvale dell'uso di alcune attrezzature, distinguendo tra quelle usate indifferentemente dal tipo di immersione (apnea o con autorespiratore) e attrezzature specifiche di una delle due attività.
L'ARLeF - Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane (Agenzia Regionale per la Lingua Friulana) è l'ente strumentale della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia che coordina le attività relative alla tutela e alla promozione della lingua friulana sul territorio regionale. Essa ha una funzione centrale nell'attuazione della normativa sulla lingua friulana prevista principalmente dalla Legge 15 1999, n. 482, in materia di "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche", dalla legge regionale 22 marzo 1996, n. 15 (Norme per la tutela e la promozione della lingua e della cultura friulane e istituzione del servizio per le lingue regionali e minoritarie) e dalla legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 (Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana). L'Agenzia è un ente di diritto regionale, dotato di personalità giuridica pubblica e di autonomia amministrativa e finanziaria, che fa parte del Comparto unico del pubblico impiego del Friuli-Venezia Giulia. Istituita con Legge regionale n. 4 del 26 febbraio 2001 (art. 6), le sue attività hanno preso avvio nel 2005 con l’approvazione del suo Statuto (D.P.Reg. n. 0102/Pres. del 19 aprile 2005). L'Agenzia fornisce consulenza linguistica a soggetti pubblici e privati e realizza molteplici azioni per promuovere la presenza e l'uso della lingua friulana nei principali ambiti della vita sociale, fra cui la famiglia, la scuola, i mass media, le nuove tecnologie, la pubblica amministrazione, la ricerca scientifica, gli spettacoli e le arti, la cultura, il mondo del lavoro. L'Agenzia svolge le proprie funzioni mediante: attività dirette; contributi a soggetti pubblici o a soggetti privati particolarmente qualificati; forme di collaborazione con organismi pubblici e privati che operano per la conoscenza, la diffusione e l'uso della lingua friulana; istituzione di borse di studio.