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I Litfiba sono un gruppo musicale italiano formatosi a Firenze nell'autunno del 1980. La nascita del gruppo si deve a Federico Renzulli detto "Ghigo" e Gianni Maroccolo che incontrano altri tre ragazzi, come loro cultori del genere punk (all'epoca in fase di iniziale declino), del rock (di matrice anni settanta), ma soprattutto della new wave. Il loro suono anni ottanta è una personale chiave di lettura della new wave stessa e, difatti, la band crea una vera e propria "wave rock mediterranea" capace di coniugare il fascino etnico dei suoni mediterranei con la spigolosità delle atmosfere dark anglofone. Negli anni novanta i Litfiba si propongono prima con un grintoso e selvaggio rock latineggiante per poi avvicinarsi al pop-rock, riscuotendo ampio successo commerciale. Nel 1999 dopo vari dissidi interni il cantante Piero Pelù lascia il gruppo per intraprendere una carriera solista. Dopo tale colpo di scena, la band riparte con quelle sonorità rock momentaneamente accantonate con l'album Infinito, reclutando due nuovi cantanti: prima Gianluigi Cavallo (dal 1999 al 2006) poi Filippo Margheri (dal 2007 al 2009). L'11 dicembre 2009 viene annunciata la reunion tra Ghigo Renzulli e Piero Pelù tramite un comunicato sul sito ufficiale del gruppo.
L'infinito è una delle liriche più famose dei Canti di Giacomo Leopardi, che il poeta scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819. La lirica, composta da 15 endecasillabi sciolti, appartiene alla serie di scritti pubblicati nel 1826 con il titolo "Idilli". Oltre all'Infinito, in questa serie sono presenti anche altre note liriche, come Alla luna e La sera del dì di festa. Il termine greco "idillio" (εἰδύλλιον), di solito riferito a componimenti poetici incentrati sulla descrizione di scene agresti, subisce, con Leopardi, una ridefinizione: negli idilli leopardiani sono assenti le tematiche bucoliche proprie dei componimenti scritti dai poeti greci Teocrito, Mosco, Bione, e da poeti bucolici latini (Virgilio, Calpurnio Siculo e Nemesiano), poi imitati in età umanistica e rinascimentale da Jacopo Sannazaro e da Torquato Tasso. L'idillio leopardiano è un componimento connotato da un forte intimismo lirico: in esso l'elemento del paesaggio naturale (spesso privo dei connotati del paesaggio ideale antico) è strettamente legato all'espressione degli stati d'animo dell'uomo. Tale espressione del proprio io, non vuole essere una fuga nell'irrazionale o nel sogno (come accade nella lirica romantica), ma solo una nuova occasione di un'ampia riflessione sul tempo, sulla storia, e sul triste destino degli uomini. Gli idilli leopardiani, inoltre, presentano differenze stilistiche rispetto ad altre composizioni, in particolare colpisce l'abile e sapiente mescolanza di registri linguistici che spazia da quello letterario (Ermo colle) a quello semplice, piano e colloquiale (Sempre caro). Questo idillio si divide in due parti ben distinte: nella prima il poeta esprime concetti a lui usuali mentre, nella seconda, usa l'immaginazione e si perde nell'infinito. Il manoscritto originale è conservato presso la biblioteca nazionale di Napoli, insieme ad altre opere del poeta. Un secondo manoscritto, con molti altri autografi, è conservato nel Museo dei manoscritti del comune di Visso in provincia di Macerata. Nel mese di ottobre 2016, in seguito al terremoto che ha colpito la zona, questi manoscritti sono stati provvisoriamente trasferiti a Bologna.
La discografia dei Litfiba comprende: 13 album in studio, 1 colonna sonora, 10 album live, 2 raccolte, 4 EP, e 51 singoli. La prima parte della discografia in studio (1983-1988) è caratterizzata da un caratteristico sound new wave contaminato da sonorità mediterranee, la seconda parte (1990-1994) da un rock con influenze sia latine che mediterranee, la terza (1997-1999) da un pop rock elettronico più commerciale, la quarta (2000-2005) da un rock sperimentale, la quinta (2012) da un ritorno alle sonorità rock dei primi anni 90.