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L'infortunio è la conseguenza di un incidente fisico, ovvero un evento dannoso, imprevedibile, violento, fortuito ed esterno che produce lesioni obiettivamente constatabili e che produca come effetto inabilità temporanea, invalidità permanente, oppure morte.
L’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) è un ente pubblico non economico italiano che gestisce l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. È sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali italiano.
L'indice di frequenza di infortuni (anche detto impropriamente frequenza infortuni) è un indice che misura l'incidenza degli infortuni sul lavoro per milione di ore occorsi in un dato periodo, settore e ambito territoriale, relativamente al numero di ore lavorate nel medesimo periodo, settore e ambito territoriale, moltiplicato per un milione (106) in modo da evitare valori numericamente troppo piccoli. Tale indice è di validità generale, ed essendo normalizzato in relazione a periodo, settore e ambito territoriale, si presta ad effettuare comparazioni attraverso queste tre distinte dimensioni. Nel calcolo della frequenza degli infortuni si può fare riferimento, anziché al totale complessivo, a tre diverse categorie: Infortuni che hanno causato inabilità temporanea Infortuni che hanno causato inabilità permanente Infortuni mortali.
Daniele Bonera (Brescia, 31 maggio 1981) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, collaboratore tecnico del Milan.
I caduti del lavoro sono le persone decedute a causa di incidenti successi durante e per causa del lavoro svolto. Tale locuzione è frequentemente in uso anche nelle strade e nelle piazze d'Italia ad essi dedicate. Il fenomeno è anche indicato come morti bianche, dove «l'uso dell'aggettivo "bianco" allude all'assenza di una mano direttamente responsabile dell'incidente». Per quanto riguarda le morti nel particolare settore dell'agricoltura, specialmente con il coinvolgimento di trattori, si parla invece di morti verdi. In senso critico, a partire dagli anni sessanta, è anche utilizzata la locuzione omicidi del lavoro, per rimarcare le responsabilità dei sistemi di produzione delle economie industrializzate e la scarsa attenzione alla sicurezza sul lavoro del sistema industriale, in particolare siderurgico e agricolo.