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Guillaume Apollinaire (IPA: [gi'jom apɔli'nɛʁ]), pseudonimo di Wilhelm Albert Włodzimierz Apollinaris de Wąż-Kostrowicki (Roma, 26 agosto 1880 – Parigi, 9 novembre 1918) è stato un poeta, scrittore, critico d'arte e drammaturgo francese.
Il Futurismo è stato un movimento letterario, culturale, artistico e musicale italiano dell'inizio del XX secolo, nonché la prima avanguardia europea. Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi d'Europa, in Russia, Francia, negli Stati Uniti d'America e in Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia. La denominazione del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.
Francesco Guccini (Modena, 14 giugno 1940) è un cantautore, scrittore e attore italiano. Fra i più rappresentativi e popolari cantautori italiani, il suo debutto ufficiale risale al 1967 con l'LP Folk beat n. 1 (ma già nel 1959 aveva scritto le prime canzoni rock 'n' roll); in una carriera ultraquarantennale ha pubblicato oltre venti album di canzoni. È anche scrittore e sporadicamente attore, autore di colonne sonore e di fumetti; si occupa inoltre di lessicologia, lessicografia, glottologia, etimologia, dialettologia, traduzione, teatro ed è autore di canzoni per altri interpreti.I testi dei suoi brani vengono spesso assimilati a componimenti poetici, denotando una familiarità con l'uso del verso tale da costituire materia di insegnamento nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo. Oltre all'apprezzamento della critica, Guccini riscontra un vasto seguito popolare, venendo considerato da molti il cantautore "simbolo", a cavallo di tre generazioni.Fino alla metà degli anni ottanta ha insegnato lingua italiana alla scuola off-campus bolognese del Dickinson College, un liberal arts college con sede centrale a Carlisle, Pennsylvania. Guccini suona la chitarra folk, e la maggior parte delle musiche da lui composte ha come base questo strumento. È uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con quattro Targhe, due Premi e un Premio Le parole della musica, cui si aggiungono vari altri premi e riconoscimenti.
A che valse? è una raccolta di quindici liriche di Andrea Zanzotto, scritte durante il periodo universitario, pubblicate a Milano nel 1970 dall'editore Vanni Scheiwiller in 300 copie numerate e fuori commercio come omaggio dell'autore agli amici. Queste poesie si trovano ora, con altre nove poesie inedite, in "Le poesie e prose scelte", a cura di Stefano Dal Bianco e Gian Mario Villalta, con due saggi di Stefano Agosti e Fernando Bandini, Mondadori, Milano, I Meridiani, 1999 con il titolo di Versi giovanili (1938-1942) e con una nota dell'autore: "I presenti versi, in parte inediti, in parte apparsi nel 1970 col titolo A che valse? in una edizione di trecento copie fuori commercio, tendono a rappresentare una campionatura del mio lavoro giovanile, passato attraverso parecchie fasi. In parte essi vengono a collocarsi in contemporaneità, fra il 1938 e il 1942, con alcuni componimenti che rientrano invece nella reale "prima raccolta" di versi Dietro il paesaggio (1940-1948), uscita peraltro soltanto nel 1951. A proposito di A che valse? scrive Giuliana Nuvoli, "Sono componimenti scritti fra il '38 e il '42, con tutta l'astratta inconsistenza di chi ha ancora paura a parlare davvero di sé, e dare alle cose il loro nome e agli eventi il loro tempo. È il tentativo di una poesia assoluta, come accade agli adolescenti, quando l'esperienza vitale è quella delle immagini e delle intuizioni, e la memoria riserva gran spazio di sé alle esperienze altrui per carenza delle proprie. Eppure in questo contesto... è possibile reperire molte delle immagini che resteranno, tema di fondo, in tutta la sua produzione poetica: sono le nevi, le colline, le valli, gli azzurri e le nubi, le piogge, le ombre e le luci, i monti, le acque della sua terra." Il giovane Zanzotto si rifà, in questi suoi primi versi, alla poesia francese della seconda metà dell'Ottocento e ai surrealisti e ne riprende le immagini oniriche, i simboli, i colori forti e gli odori intensi, così come non è estranea l'influenza di Federico García Lorca e di Rimbaud anche se fra queste immagini "... è possibile recuperare quella stupenda coscienza di sé e dei suoi modi disperanti in una solitudine non umana che sarà il punto focale della poetica di Zanzotto; ed è già presente un deciso porsi in alterità nei confronti degli altri, dei compagni che mancavano o distratti seguivano dall'alto il volo oscuro dei pianetie l'attaccarsi, per questo, con disperazione, al paesaggio da sempre testimone di una "recita", la sua, che per finale ha solo il nulla.