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La via di Babinov (in russo: Бабиновская дорога?, traslitterato: Babinovskaja doroga) era una strada carovaniera che collegava la città di Solikamsk, nel Territorio di Perm', con Verchotur'e, nell'Oblast' di Sverdlovsk, da cui i viaggiatori potevano proseguire alla volta di Tobol'sk in Siberia. Per quasi due secoli è stata la strada più veloce e sicura per attraversare i Monti Urali.
La Tartaria (in latino: Tartaria) o Grande Tartaria (dal latino:Tartaria Magna) era una regione storica dell'Asia situata tra il Mar Caspio, i Monti Urali e l'Oceano Pacifico. Era un termine generico usato dagli europei per le aree dell'Asia centrale, dell'Asia settentrionale e dell'Asia orientale sconosciute alla geografia europea. Comprendeva la vasta regione delle steppe pontico-caspiche, dei Volga-Urali, del Caucaso, della Siberia, dell'Asia interna, della Mongolia e della Manciuria.
Joseph Billings (Yarmouth (presumibilmente), 1758 circa – Mosca, 1806) è stato un navigatore ed esploratore inglese. Negli anni dal 1776 al 1780 Billings accompagnò James Cook nel suo terzo viaggio di scoperte nell'Oceano Pacifico. Grazie a queste esperienze ottenne dalla zarina russa Caterina II il comando di una spedizione per l'esplorazione geografica e scientifica del Nord Pacifico. Insieme a Gavriil Andreevič Saryčev Billings, nel corso di un viaggio per mare di nove anni tra il 1785 e il 1794, esplorò e mappò la Penisola dei Ciukci, lo Stretto di Bering, la catena delle Isole Aleutine nonché la costa dell'Alaska. Dopo il suo ritorno passò su sua richiesta alla flotta del Mar Nero e condusse tra il 1797 e il 1798 studi idrografici sulla linea costiera del Mar Nero. Al termine, sulla base dei dati da lui nel frattempo raccolti, pubblicò un atlante assai apprezzato dai suoi contemporanei dal titolo Maps and views of the Black Sea area belonging to the Russian empire ("Mappe e vedute dell'area del Mar Nero appartenente all'Impero russo") (1799).
L'esplorazione (dal latino exploratio, 'osservazione', 'esame', 'perlustrazione (anche a fini militari)', 'spionaggio') è l'atto, comune a tutti gli animali non sessili, di ricercare, attraverso il movimento, informazioni sul proprio ambiente e trarne risorse. Nel caso dell'uomo, l'esplorazione consiste specialmente di operazioni di ricognizione geografica (si parla in questo caso di esplorazioni geografiche), sia per scopi legati alla ricerca scientifica (in particolare geofisica, ma anche archeologia, antropologia, etnologia, economia), sia per lo sfruttamento commerciale (eventualmente coloniale) dei nuovi territori. Uno dei periodi più intensamente caratterizzati dall'esplorazione di nuove terre da parte dell'uomo è detta "età delle scoperte geografiche" (XV-XVIII secolo), quando gli Europei, per svariate ragioni (scientifiche, militari, religiose, commerciali) salparono verso terre a loro sconosciute, determinando un immenso passo avanti nella produzione cartografica. Gli Europei mettevano piede per la prima volta in terre che essi non conoscevano ma che, naturalmente, erano ben note ad abitanti che a loro volta, molto tempo prima, avevano scoperto quei territori dove avevano creato la loro civiltà. Ogni piccola parte della Terra abitata infatti è stata scoperta dai primi uomini che nella preistoria si sono spostati in territori dove si sono stabilizzati. Su queste stesse terre sono poi arrivati gli europei che ne ignoravano l'esistenza e che hanno creduto, dal loro punto di vista, di averle "scoperte". Per i Greci il termine più aderente al concetto di "mondo conosciuto" fu ecumene (dal greco οἰκουμένη, participio medio passivo del verbo οἰκέω, "abitare"), che indicava la porzione di Terra conosciuta e abitata.