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La Tartaria (in latino: Tartaria) o Grande Tartaria (dal latino:Tartaria Magna) era una regione storica dell'Asia situata tra il Mar Caspio, i Monti Urali e l'Oceano Pacifico. Era un termine generico usato dagli europei per le aree dell'Asia centrale, dell'Asia settentrionale e dell'Asia orientale sconosciute alla geografia europea. Comprendeva la vasta regione delle steppe pontico-caspiche, dei Volga-Urali, del Caucaso, della Siberia, dell'Asia interna, della Mongolia e della Manciuria.
L'inizio della storia della Siberia può essere fatto risalire alle prime incursioni degli Sciti (Pazyryk) e degli Xiongnu avvenute prima dell'era cristiana. Le steppe della Siberia meridionale furono poi abitate da una successione di imperi nomadi, in particolare dall'Impero Turco e dall'Impero Mongolo. Nel Medioevo il buddhismo lamaista si estese nel territorio a sud del lago Baikal. Un punto di svolta fu l'arrivo dei russi tra il XVI e il XVII secolo, evento simile alla colonizzazione delle Americhe, ma completata più rapidamente. Durante l'Impero Russo la Siberia fu una terra agricola scarsamente popolata, usata come luogo di esilio per personaggi scomodi alle istituzioni. Nel XX secolo ebbe luogo la costruzione della Ferrovia Transiberiana e vi fu la scoperta delle enormi risorse minerarie, cosa che portò ad un'ampia industrializzazione.
La Siberia (in russo: Сиби́рь? Sibir'; in tataro: Seber; in mongolo сибирь sibir, dal russo; un presunto significato di "Siberia" è "terra che dorme" [Sibi]) è un territorio dell'Asia settentrionale, che si estende, in longitudine, dal piede orientale dei monti Urali fino alle rive del Pacifico e, in latitudine, dalle catene dei monti Altaj e dei monti Saiani fino alle rive del mare Artico, territorio tutto compreso nella Russia. Il limite meridionale corrisponde al confine della Russia con la Mongolia e con la Manciuria cinese, mentre tra il monte Beluha (Altaj) e gli Urali il limite è segnato all'incirca dal confine settentrionale del Kazakistan. La costa del mare Glaciale Artico si articola in numerose insenature, soprattutto in corrispondenza delle foci dei fiumi, e in accentuate penisole, come quella di Jamal, di Gyda e del Tajmyr; appartengono alla Siberia anche l'arcipelago della Terra del Nord (Severnaja Zemlja), quello della Nuova Siberia e più a oriente l'isola di Wrangel. Sul fronte del Pacifico, dopo la penisola dei Čukči, che protende sullo stretto di Bering il capo Deznëv, si trova la lunga penisola di Kamčatka, continuata dall'arcipelago delle isole Curili che circondano e chiudono il mare di Ochotsk, e l'isola di Sachalin che è separata dal continente dallo stretto dei Tartari, attraverso il quale, come attraverso lo stretto di La Pérouse, si penetra nel mare del Giappone. Entro questi limiti la Siberia misura ca. 13 milioni di km², ma ha una popolazione piuttosto scarsa, di ca. 36 milioni di abitanti nel 2017. L'immenso territorio presenta da area ad area notevoli differenze di condizioni morfologiche e climatiche e anche diversità di popolamento e di sviluppo economico; pertanto in prima approssimazione si suol dividere in tre grandi parti: la Siberia occidentale tra gli Urali e lo Jenisei, quasi tutta pianeggiante; la Siberia orientale tra lo Jenisei e la Lena, formata di altopiani e di montagne specialmente nel territorio della Jacuzia, che giunge fino allo stretto di Bering; l'Estremo Oriente russo, che comprende la valle del fiume Amur, le province costiere sul Pacifico dalla penisola di Kamčatka fino a Vladivostok.
Joseph Billings (Yarmouth (presumibilmente), 1758 circa – Mosca, 1806) è stato un navigatore ed esploratore inglese. Negli anni dal 1776 al 1780 Billings accompagnò James Cook nel suo terzo viaggio di scoperte nell'Oceano Pacifico. Grazie a queste esperienze ottenne dalla zarina russa Caterina II il comando di una spedizione per l'esplorazione geografica e scientifica del Nord Pacifico. Insieme a Gavriil Andreevič Saryčev Billings, nel corso di un viaggio per mare di nove anni tra il 1785 e il 1794, esplorò e mappò la Penisola dei Ciukci, lo Stretto di Bering, la catena delle Isole Aleutine nonché la costa dell'Alaska. Dopo il suo ritorno passò su sua richiesta alla flotta del Mar Nero e condusse tra il 1797 e il 1798 studi idrografici sulla linea costiera del Mar Nero. Al termine, sulla base dei dati da lui nel frattempo raccolti, pubblicò un atlante assai apprezzato dai suoi contemporanei dal titolo Maps and views of the Black Sea area belonging to the Russian empire ("Mappe e vedute dell'area del Mar Nero appartenente all'Impero russo") (1799).
Johann Gottlieb Georgi (1729 – 1802) è stato un geografo e chimico tedesco. Georgi fu professore di chimica a San Pietroburgo. Accompagnò sia Johann Peter Falck che Peter Simon Pallas nei loro rispettivi viaggi attraverso la Siberia. Georgi si interessò particolarmente al lago Baikal. Scrisse una descrizione dei suoi viaggi in Bemerkungen einer Reise im Russischen Reich im Jahre 1772 (1775).
L'intervento in Siberia (シベリア出兵 Shiberia Shuppei?) da parte delle potenze della Triplice Intesa avvenne tra il 1918 ed il 1922 mediante invio di truppe nelle Province Marittime. Questa operazione militare avvenne nel quadro generale di un più vasto piano di intervento delle potenze occidentali e del Giappone a sostegno delle forze dell'Armata Bianca contro l'Armata Rossa durante la Guerra civile russa. L'Esercito Imperiale Giapponese continuò poi a occupare la Siberia anche dopo il ritiro delle forze alleate nel 1920.
L'esplorazione (dal latino exploratio, 'osservazione', 'esame', 'perlustrazione (anche a fini militari)', 'spionaggio') è l'atto, comune a tutti gli animali non sessili, di ricercare, attraverso il movimento, informazioni sul proprio ambiente e trarne risorse. Nel caso dell'uomo, l'esplorazione consiste specialmente di operazioni di ricognizione geografica (si parla in questo caso di esplorazioni geografiche), sia per scopi legati alla ricerca scientifica (in particolare geofisica, ma anche archeologia, antropologia, etnologia, economia), sia per lo sfruttamento commerciale (eventualmente coloniale) dei nuovi territori. Uno dei periodi più intensamente caratterizzati dall'esplorazione di nuove terre da parte dell'uomo è detta "età delle scoperte geografiche" (XV-XVIII secolo), quando gli Europei, per svariate ragioni (scientifiche, militari, religiose, commerciali) salparono verso terre a loro sconosciute, determinando un immenso passo avanti nella produzione cartografica. Gli Europei mettevano piede per la prima volta in terre che essi non conoscevano ma che, naturalmente, erano ben note ad abitanti che a loro volta, molto tempo prima, avevano scoperto quei territori dove avevano creato la loro civiltà. Ogni piccola parte della Terra abitata infatti è stata scoperta dai primi uomini che nella preistoria si sono spostati in territori dove si sono stabilizzati. Su queste stesse terre sono poi arrivati gli europei che ne ignoravano l'esistenza e che hanno creduto, dal loro punto di vista, di averle "scoperte". Per i Greci il termine più aderente al concetto di "mondo conosciuto" fu ecumene (dal greco οἰκουμένη, participio medio passivo del verbo οἰκέω, "abitare"), che indicava la porzione di Terra conosciuta e abitata.
La conquista russa della Siberia fu un atto di colonialismo russo che ebbe luogo nel XVI secolo, quando il khanato di Sibir divenne una debole struttura politica di vassallaggi sempre più minacciate dalle attività degli esploratori russi, i quali, sebbene in minoranza numerica, coinvolsero le differenti tribù familiari per cambiare la loro politica di lealtà e stabilire fortezze distanti dalle quali muovere assalti. Come reazione, il khan Küçüm tentò di centralizzare il suo potere imponendo l'Islam ai suoi sudditi e riformando il sistema di riscossione delle imposte.