Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
I tarocchi di Marsiglia (tarot de Marseille) o tarocchi marsigliesi sono il mazzo standard francese per i tarocchi e da cui sono derivati molti mazzi successivi. I mazzi dei Tarocchi sono stati probabilmente inventati nell'Italia settentrionale nel XV secolo e introdotti in Francia e Svizzera durante il periodo di dominazione francese del Ducato di Milano all'inizio del XV secolo. Qui si diffusero a partire dalla Francia meridionale al resto della Francia e da qui verso la Germania e l'Austria. Quando il gioco fu reintrodotto nell'Italia settentrionale, dopo che si era praticamente estinto, lo stile delle carte marsigliesi influenzò anche quello delle carte italiane. Lo stile dei tarocchi marsigliesi si era già imposto come standard per i tarocchi francesi intorno all'inizio del XVIII secolo, ma l'uso del nome Tarot de Marseille risale agli anni trenta del XX secolo, quando Paul Marteau direttore dell'editore di carte da gioco Grimaud usò questo nome per un mazzo pubblicato per usi esoterici e basato sullo schema di quelli prodotti da Nichola Conver di Marsiglia
I tarocchi sono un mazzo di carte da gioco, generalmente composto da 78 carte utilizzate per giochi di presa, la cui origine risale alla metà del XV secolo nell'Italia settentrionale. I tarocchi si diffusero in varie parti d'Europa e raggiunsero il periodo di maggior diffusione tra il XVII e il XVIII secolo. Il tipico mazzo di tarocchi è composto da un mazzo di carte tradizionali a cui si aggiungono ventuno carte dette Trionfi e una carta singola detta Il Matto. Il mazzo di carte tradizionali è diviso in quattro semi (italiani o francesi) di quattordici carte, dall'asso al dieci più quattro figure, dette anche "onori" o "carte di corte": Re, Regina, Cavaliere e Fante. I Trionfi sono generalmente illustrati con figure umane, animali e mitologiche e sono numerati da 1 a 21, spesso in numeri romani). Esistono varianti in cui il numero di carte è ridotto, per esempio il tarocchino bolognese o il tarocco siciliano, oppure aumentato come nelle Minchiate. Nella terminologia introdotta dalle teorie esoteriche i Trionfi e il Matto sono detti collettivamente arcani maggiori, mentre le altre carte sono dette arcani minori. Solo alla fine del XVIII secolo i tarocchi vennero associati alla cabala e ad altre tradizioni pseudomistiche. Lo sviluppo di queste teorie fu avviato dal massone francese Antoine Court de Gébelin, che, riferendosi ai mitici Libri di Thot, fece risalire i tarocchi all'Antico Egitto, ed ebbe nuovo impulso nella metà dell'Ottocento con l'occultista Eliphas Lévi, che indicò la loro origine nella Cabala ebraica. Negli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento le dottrine esoteriche sui tarocchi furono fissate definitivamente dall'occultista francese Papus (pseudonimo di Gérard Encausse) e dallo svizzero Oswald Wirth in una serie di celebri opere ancora in auge. Nei primi decenni del Novecento la "Scuola francese dei Tarocchi" cominciò ad essere soppiantata dalla "Scuola inglese" nata in seno all'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata.
La lettura dei tarocchi è la pratica di usare i tarocchi per conoscere passato, presente o futuro formulando una domanda, poi disponendo le carte e interpretandole. La lettura dei tarocchi è una forma di cartomanzia.
Il Bagatto è la prima carta degli arcani maggiori dei tarocchi; è conosciuta anche come il Mago, il Giocoliere, l'Artigiano. Francese: Le Bateleur, Le Joueur de Gobelets. Inglese: The Magician, The Juggler, The Pagad. Nel gioco di carte è l'arcano maggiore di valore inferiore. Nella cartomanzia ha il significato di abilità o inganno.
Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico situato in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina, frazione comunale di Capalbio (GR) in Toscana, Italia, ideato dall'artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi. Per volontà dell'artista, nel Giardino dei Tarocchi non si eseguono visite guidate per lasciare all'interpretazione dei visitatori.