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Il pensiero debole è un concetto introdotto in filosofia dai filosofi italiani Gianni Vattimo e Pier Aldo Rovatti fra i massimi esponenti del postmodernismo europeo, per descrivere un importante mutamento etico nel modo di concepire la filosofia, avvenuto a partire dalla metà del XX secolo. Questo mutamento, introdotto secondo Vattimo e Rovatti dall'opera di pensatori come Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger, è caratterizzato dal cadere di numerosi presupposti fondanti della filosofia classica e della tradizione filosofica occidentale. Mentre Vattimo si iscrive chiaramente nella tradizione dell'ermeneutica moderna occupandosi dell'indebolimento dell'essere, Rovatti è piuttosto fedele al pensiero fenomenologico tramandatogli dal suo maestro Enzo Paci e si dedica all'indebolimento del soggetto. L'espressione «pensiero debole» viene coniata nel più ampio contesto generale del relativismo e si contrappone al poco usato termine di «pensiero forte», quest'ultimo più vicino alla concezione di assoluto e di tradizionalismo.
Gianteresio Vattimo, detto Gianni (Torino, 4 gennaio 1936), è un filosofo, accademico e politico italiano. Tra i massimi esponenti della corrente postmoderna, è teorizzatore del pensiero debole.