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La vita interiore

La vita interiore è un romanzo dello scrittore italiano Alberto Moravia, pubblicato nel 1978 dopo sette anni di lavoro di scrittura e riscrittura. Costituito da quindici capitoli distribuiti su tre parti ("La casa di appuntamenti", comprendente 2 capp., "Gli anni criminali", comprendente 6 capp. e "Il gruppo e l'orgia", comprendente 7 capp.), la caratteristica formale più saliente del romanzo è rappresentata dal fatto che esso è strutturato come un'intervista collocata in uno spazio e in un tempo indeterminati che la giovane protagonista, Desideria, rilascia all'autore, indicato come "Io". Come suggeriscono alcune occorrenze nel testo dell'espressione "vita interiore", nelle quali si sottolinea la differenza tra il carattere simbolico di ciò che è solo pensato rispetto a ciò che è espresso nella prassi esteriore, il titolo del romanzo allude alla forte valenza simbolica degli avvenimenti narrati, quasi sempre particolarmente crudi. Sin dall'incipit ("Desideria: Il mio nome è Desideria. E ho avuto una Voce") appare anche la "Voce", una figura emersa dallo sdoppiamento della personalità di Desideria, la quale per questo si paragona a Giovanna D'Arco, un'altra giovane vergine che udiva le voci. Desideria ha l'impressione che la sua Voce femminile da governante, una sorta di Super-io onnisciente e immorale che dall'età di quindici anni la guida verso un rifiuto radicalmente dissacrante del mondo borghese romano in cui lei vive con la ricca madre adottiva, provenga dall'esterno, non sia cioè allucinatoria, e la prima volta le si manifesta di notte e al buio da un angolo della sua stanza come dilatazione e prolungamento della consueta masturbazione, rivolgendole le parole "Piccola troia pariolina...". Altra figura centrale del romanzo è la ricca vedova italo-americana Viola, un'erotomane alcolizzata, tormentata per gran parte del romanzo dall'amore saffico non corrisposto che nutre per la bellissima figlia adottiva adolescente. Viola, così, oscilla come un pendolo tra due estremi: il desiderio di essere una madre vera e normale per la figlia adottiva, da un lato, e la passione lesbica per la ragazza vista come un corpo estraneo e per ciò stesso desiderabile, dall'altro. Nel corso delle loro numerose avventure all'insegna dell'erotismo più sfrenato, dello stupro, del ricatto e della violenza, Desideria e Viola incontrano diverse figure maschili, le più importanti delle quali, ai fini della narrazione (che si svolge, come si può desumere da qualche indizio implicito, in un settennio posto a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta del Novecento), sono l'amministratore Tiberi, l'equivoco sfruttatore Erostrato e il "compagno di Milano" Quinto.

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