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Sic transit gloria mundi (in italiano: "così passa la gloria del mondo"; in senso lato: "come sono effimere le cose del mondo!") è una celebre locuzione in lingua latina.
Il Gloria in excelsis Deo, detto anche inno angelico o dossologia maggiore, è una preghiera della liturgia cattolica. La locuzione latina significa gloria a Dio nel più alto (sottinteso dei cieli). Il Gloria in excelsis Deo è un antichissimo inno della liturgia cristiana. Insieme al Magnificat, al Benedictus e al Nunc dimittis, e diversi altri canti dell'Antico Testamento, fu incluso nel Libro delle Odi, una raccolta liturgica presente in diversi manoscritti della Septuaginta. Fino al XIX secolo, la preghiera era anche chiamata Cantico degli angeli (tradotta col "Voi": Noi vi benediciamo, vi adoriamo, ecc.), e differenziato dal Sanctus che era detto Cantico dei Santi in cielo, dove per santi si intendono sia gli angeli che gli esseri umani (le anime dei defunti, o coloro che sono assunti in anima e corpo).. Comprendeva anche il Kyrie, anche perché se si pronuncia (o canta) in latino il Gloria in excelsis Deo è d'obbligo pronunciare (o cantare) il Kyrie.
Antonio Vivaldi scrisse almeno tre Gloria, dei quali solo due giungono sino a noi: l'RV 588 e l'RV 589. Quest'ultimo è il più popolare lavoro sacro di Vivaldi.
Ding Dong Merrily on High è un celebre canto di Natale tradizionale, scritto da George Ratcliffe Woodward (1848-1934), che lo pubblicò nel 1924 in The Cambridge Carol-Book: Being Fifty-two Songs for Christmas, Easter, And Other Seasons. Molto più antica è la melodia: si tratta di una melodia popolare francese pubblicata nel 1588 col titolo Bransle l'Officiale da Jehan Tabourot (1519-1593) in un trattato sulla danza, intitolato Orchésographie; la melodia è stata poi riarrangiata da Charles Wood e, successivamente, da David Willcocks.La canzone è nota per il ritornello Gloria, Hosanna in Excelsis!