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Letteratura turca

Con la definizione di letteratura turca si intende tutta la produzione letteraria che le diverse tribù di origine e di lingua turca hanno creato durante l'arco della loro storia a partire dal VI secolo nelle diverse zone geografiche del pianeta da loro abitate. Le tribù turche, infatti, per lunghi secoli furono nomadi nelle steppe della Mongolia (secoli VI-XI), loro patria di origine. Poi, intorno all'XI secolo, si convertirono all'Islam, si infiltrarono da oriente nel cadente impero arabo e in breve tempo ne presero di fatto il controllo fondando delle dinastie indipendenti per molti secoli entro un vasto territorio esteso dall'India al Mediterraneo. Le più famose dinastie sono quella dei selgiuchidi in Persia (secoli XI-XIII), che regnarono sula Persia, la Mesopotamia e sulla Siria, quelle dei vari sultani di Delhi in India (secoli XIII-XVI) e quella dei mamelucchi in Egitto (secoli XIII-XVIII). Tutte queste dnastie erano formalmente soggette al califfo di Baghdad. In ultimo, i selgiuchidi della Siria vinsero l'impero bizantino, conquistarono Anatolia e fondarono il Sultanato di Rum (secoli XI-XIII), il primo stato turco politicamente indipendente. All'estinzione dei selgiuchidi, il potere del Sultanato di Rum passò alla dinastia ottomana che, presa Bisanzio nel 1453, fondò l'impero ottomano (secoli XV-XX), dalle ceneri del quale è sorta la repubblica Turchia moderna (secoli XX-XXI). Con la definizione di letteratura turca, quindi, non si intende solo quella composta in Anatolia in età ottomana o contemporanea ma anche quella composta nei secoli precedenti in Mongolia, in Persia, in Siria, in Egitto, in Azerbaigian e nelle altre zone dell'impero arabo, dell'India un tempo soggette al dominio turco. Ognuna di queste letterature, a sua volta, è composta in una specifica variante linguistica (essenzialmente tre, turco chagatai, turcomanno e turco propriamente inteso). L'evento capitale della storia turca è stato ovviamente l'incontro con l'islam, e non solo per motivi religiosi: esso, infatti, sottopose i turchi a un secolare processo di persianizzazione (secoli X-XIX) che ha finito per modificare radicalmente la lingua, la poesia, la cultura e lo stile di vita dei turchi originariamente nomadi. Sebbene sia attestata una produzione poetica precedente all'Islam, infatti, si può dire che la grande poesia turca, quella 'classica', sia nata in età islamica e all'ombra della letteratura persiana, tanto da sembrarne quasi un'infinita, elegantissima variazione. La poesia persiana, d'altronde, che si era imposta brevemente in tutto l'oriente islamico dall'XI secolo, si era sviluppata nelle stesse epoche e negli stessi territori di quella turca, quindi l'influenza sui turchi è diretta: non è un caso che proprio due grandi poeti persiani quali Gialal al-Din Rumi (XIII secolo) e Giami (XV secolo) siano due punti di riferimento importanti per la poesia turca sia in Persia sia in Anatolia, ma non solo. Per questo scrittori bilingui (persiano-turco) sono comunissimi dagli esordi sino a tutto il periodo ottomano: spesso i poemi persiani classici vennero letteralmente "rifatti" in turco ottomano, venendo imitati temi e motivi, personaggi e persino i titoli delle opere originali. Nel XIX e nel XX secolo, dopo la Nahda e dopo il crollo dell'impero ottomano, la letteratura turca ha subito in Turchia un profondo rinnovamento, sia con l'introduzione dei generi letterari europei sia con l'uso di schemi metrici liberi, non vincolati dalla tradizione persiana, riforme appoggiate da Mustafa Kemal Atatürk, padre della moderna repubblica turca, negli Anni 20-30, il quale promosse la depersianizzazione e la dearabizzazione della lingua turca e l'abbandono dell'alfabeto arabo in favore di quello latino, nel tentativo di trovare per la Turchia moderna una sua fisionomia culturale moderna e laica. Nel 2006 Orhan Pamuk è stato insignito del Nobel.

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