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Ultime lettere di Jacopo Ortis un romanzo di Ugo Foscolo, considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana, nel quale sono raccolte le 67 lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, mand all'amico Lorenzo Alderani, che dopo il suicidio di Jacopo le avrebbe date alla stampa corredandole di una presentazione e di una conclusione. Vagamente ispirato ad un fatto reale, e al modello letterario de I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe, l'opera risente molto dell'influsso di Vittorio Alfieri, al punto da essere definito "tragedia alfieriana in prosa".
Le Lettere d'uomini oscuri (in tedesco: Dunkelmännerbriefe; in latino: Epistolae obscurorum virorum) sono una raccolta satirica di false lettere in latino del 1515, con la quale gli umanisti tedeschi mettevano in ridicolo la Scolastica, all'epoca ancora ampiamente diffusa nelle università, e stigmatizzavano la vita sregolata del clero. Le pubblicazioni parrebbero da attribuire alla bottega di Peter Schöffer.
La Voce è stata una rivista italiana di cultura e politica. Fu fondata nel 1908 da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini. Attraverso diverse fasi continuò le pubblicazioni fino al 1916. Nonostante la breve vita, è considerata una delle più importanti riviste culturali del Novecento: si caratterizzò per la spregiudicatezza delle battaglie culturali e di costume, oltre che per la vivace polemica sul conformismo della borghesia italiana d'inizio Novecento.
Gog è un romanzo satirico di Giovanni Papini del 1931. È una raccolta di brani tratti dal diario immaginario del personaggio che dà il nome al libro, storie caratterizzate da un pessimismo alla Huxley sul «destino brillante» offerto all'uomo moderno dalle società capitalistiche. Papini lo definisce «un documento singolare e sintomatico: spaventoso, forse, ma di un certo valore per lo studio dell'uomo e del nostro secolo», pubblicandolo per «far cosa utile» al lettore, «perché si scorgono meglio, in questo ingrandimento grottesco, le malattie segrete (spirituali) di cui soffre la presente civiltà».Il romanzo, scritto forma di diario, divenne uno dei più noti di Papini e venne tradotto anche in America. Per i suoi spunti fantastici l'opera è accostata ai primi gli esempi della fantascienza italiana tra le due guerre. Il romanzo è stato anche accusato di antisemitismo. Il romanzo venne scelto nell'aprile 1943 dalla Radio di Vichy per una trasmissione di propaganda, e una scuola di allievi di Salò lo adotta lo stesso anno come testo in un corso di antisemitismo.Gog ebbe un seguito vent'anni dopo, con Il libro nero - Nuovo diario di Gog (1951).
Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore, poeta, saggista e terziario francescano italiano, noto anche col nome religioso di fra' Bonaventura. Intellettuale controverso e discusso, ma anche ammirato per il suo stile di scrittura, fu studioso di filosofia, di religione, critico letterario e acceso polemista, narratore e poeta, divulgatore del pragmatismo e delle avanguardie storiche come il futurismo e il post-decadentismo. Passò da una posizione all'altra su più fronti, sempre insoddisfatto e inquieto: si convertì dall'anticlericalismo e dall'ateismo accesi al cattolicesimo con punte di eterodossia e intransigenza; passò dal maledettismo e dall'interventismo convinto (prima del 1915) all'avversione verso la guerra. Negli anni trenta, dopo essere passato dall'individualismo al conservatorismo, aderisce infine al fascismo, mantenendo comunque un'avversione verso il nazismo e pentendosi poi del razzismo. Morì nel 1956 di malattia del motoneurone (sclerosi laterale amiotrofica di tipo bulbare), che lo affliggeva dal 1952. Pressoché rimosso dalla grande letteratura dopo la scomparsa principalmente per le sue scelte ideologiche, fu apprezzato e rivalutato in seguito; nel 1975, lo scrittore argentino Jorge Luis Borges lo definì un autore "immeritatamente dimenticato".
Canti Orfici è una raccolta di componimenti letterari in prosimetro scritta da Dino Campana. Fu originariamente composta nel 1913, in una prima ed unica stesura che portava il titolo Il più lungo giorno, che fu consegnata per la pubblicazione a Giovanni Papini e ad Ardengo Soffici; quest'ultimo perse però il manoscritto originale, costringendo Campana a riscrivere l'opera quasi interamente a memoria. Per lungo tempo l'autografo dell'originale si considerò perduto: venne ritrovato solamente nel 1971, tra le carte di Soffici.