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Pontremoli (Apua in Latino, Puntrémal nel dialetto della Lunigiana) è un comune italiano di 7 037 abitanti della provincia di Massa-Carrara in Toscana. Appartiene geograficamente e culturalmente alla regione storica della Lunigiana.
La Lunigiana (in latino Lunensis Ager) è una regione storica italiana, suddivisa dal punto di vista amministrativo tra Liguria e Toscana. Trae il proprio nome dall'antica città romana di Luna, situata alla foce del fiume Magra, non lontano da dove oggi sorge Sarzana in provincia di La Spezia: l'influenza della città, divenuta il porto più importante del mar Ligure, fu tale da connotare col proprio nome l'intero territorio circostante.
L'oratorio di Maria santissima assunta in cielo (noto anche come oratorio di Santa Maria assunta, affettuosamente definito dagli abitanti la Chiesina) è un edificio religioso settecentesco presente a Retignano, una frazione del comune di Stazzema, in Toscana.
I Liguri (in greco Λίγυες, ovvero Ligyes, e in latino Ligures) furono un'antica popolazione che ha dato il suo nome all'odierna regione della Liguria e al Mar Ligure che la bagna. In epoca preromana i Liguri occupavano l'attuale Liguria, il Piemonte a sud del Po e la Toscana nord-occidentale. È però opinione comune che, intorno al 2000 a.C., i Liguri occupassero un'area molto più vasta, comprendente grande parte del nord Italia occidentale fino a tutta la Toscana settentrionale a nord dell'Arno, la Francia meridionale e presumibilmente parte della penisola iberica; la presenza di popolazioni Liguri è attestata anche nelle coste tirreniche dell'Italia centrale (Virgilio; Sesto Pomponio Festo) e nelle isole di Corsica, Sardegna, Sicilia ed Elba (Ilvates). Secondo taluni studiosi anche i rilievi del Mugello e del Casentino, in epoca antica, erano abitati da tribù di pastori liguri (Maugelli e Casuentini). Successivamente, al sopraggiungere di nuove ondate migratorie (Italici, Venetici e Celti) si ritirarono fino ad essere ristretti nei loro confini storici. Come si sia in pratica arrivati a questo "ritiro" è ancora oggetto di dibattito; le ipotesi variano dalla pacifica fusione dei popoli, ad un ritiro volontario o alla guerra con successiva pulizia etnica. Secondo una visione invasionista tradizionale, i Liguri sarebbero stati in origine un antichissimo popolo pre-indoeuropeo. Secondo una visione più continuista, rappresenterebbero un antico strato indoeuropeo diffuso nel II millennio a.C. in tutta l'area tirrenica.
Lanza (in alcuni documenti Lancia fino al XVII secolo) è una famiglia della nobiltà siciliana. Originaria del Piemonte, in quanto discendente degli aleramici marchesi di Busca, la casata dei Lancia si trapiantò in Sicilia in epoca sveva, grazie agli stretti legami politici e di parentela con l'imperatore e re Federico II. Egli infatti intrattenne una lunga relazione con Bianca Lancia, che divenne sua moglie in articulo mortis e fu madre del suo successore, Manfredi. In seguito alla conquista angioina i Lancia divennero i capofila del partito legittimista, e Galvano e Federico, fratelli di Bianca e zii di Manfredi, seguirono l'ultimo svevo, Corradino, fino alla tragica sconfitta di Tagliacozzo nel 1268. Nuovamente esiliati, i figli di Federico, Corrado I Lancia e Manfredi, entrarono al servizio del re Pietro III d'Aragona, di cui furono tra i principali capitani durante la Guerra del Vespro. Corrado, valoroso ammiraglio, morì nella Battaglia di Capo d'Orlando nel 1299. Nei secoli successivi i Lancia, ormai Lanza per l'influsso della pronuncia catalana, divennero una delle più potenti e ramificate dinastie feudali del Regno di Sicilia, i cui possedimenti erano concentrati nell'area del messinese e dei Nebrodi, antico luogo di radicamento dell'emigrazione lombarda in Sicilia, cui erano legati per origine etnica. Fiorirono in particolare le baronie di Ficarra, Longi, Piraino, Brolo e Mojo Alcantara. Dai baroni di Longi nacque nel 1466 Blasco Lanza (chiamato anche Lancia), insigne giurista, stretto collaboratore del vicerè spagnolo Ugo di Moncada e capostipite dei principi di Trabia, conti di Mussomeli, divenuti a partire dal XVII Lanza-Branciforte, avendo incamerato per matrimonio i beni e i titoli dei Branciforte principi di Butera. Questo ramo del casato, tuttora fiorente, fu nei secoli al vertice della nobiltà siciliana. Il principe Pietro Lanza di Scordia e Butera fu uno dei capi della rivoluzione siciliana del 1848 e fu ministro dell'istruzione, ministro degli esteri del Regno di Sicilia (1848-1849) e ultimo presidente del Consiglio dei ministri del governo indipendentista. Il nipote Pietro Lanza di Scalea fu un importante uomo politico e diplomatico dell'età giolittiana, mentre il fratello Giuseppe fu sindaco di Palermo dal 1920 al 1924. L'ultimo discendente diretto del ramo principesco di Trabia fu il celebre dandy Raimondo Lanza di Trabia, nipote del deputato e senatore principe Pietro e della moglie Giulia Florio, della nota famiglia di imprenditori palermitani, definito l'"ultimo dei Gattopardi".
Fosdinovo (Fosdinòo nel dialetto della Lunigiana) è un comune italiano di 4 674 abitanti e di 48,71 km² della provincia di Massa-Carrara, porta della regione storica della Lunigiana e sita all'interno del bacino idrografico della Val di Magra. Abitato fin dalla preistoria, ebbe la sua epoca d'oro tra il XIV ed il XVIII secolo, quando fu capitale di un marchesato indipendente e retto dal più importante ramo della famiglia Malaspina dello Spino Fiorito, i cui marchesi erano vicari imperiali in Italia. Ciò ha lasciato profonde tracce nell'architettura, nell'arte e nella cultura locale. Il centro, che passò quasi indenne attraverso le turbolenze degli ultimi secoli medievali e del Cinquecento toscano, visse periodi di benessere, arricchendosi talmente tanto che nel 1666 venne autorizzato dal Sacro Romano Impero a coniare monete proprie. Nell'area solo Massa e Tresana possedevano un privilegio simile. Al termine dell'occupazione napoleonica della Toscana, nei primi anni dell'Ottocento, Fosdinovo venne strappata ai Malaspina e posta dal Congresso di Vienna (1814) sotto l'autorità del Ducato di Massa, e poco dopo sotto quella del Ducato di Modena, governato allora dagli Estensi. La famiglia di origine ferrarese fece subito del comune la capitale della Lunigiana ducale. Nel 1859 il comune entrò a far parte del Regno d'Italia. Sempre nelle campagne e nei piccoli centri del fosdinovese vi furono poi numerosi scontri tra partigiani ed Alleati da un lato e forze tedesche dall'altro che culminarono nei rastrellamenti di fine novembre 1944 e negli ultimi scontri e bombardamenti del 23 aprile 1945. Il comune è stato insignito nel 2014 della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano. Fosdinovo è l'ottavo comune più popoloso, il settimo più densamente popolato e l'undicesimo più grande della sua provincia.
Castelnuòvo Magra (Castarnò in ligure) è un comune italiano di 8 353 abitanti della provincia della Spezia in Liguria. È il settimo comune della provincia per numero di abitanti.
I Liguri apuani o semplicemente Apuani erano una popolazione dell'Italia preromana. Si trattava di una confederazione di tribù liguri che vivevano in parte dell'Appennino ligure e tosco-emiliano e sulle Alpi Apuane, estendendosi dalla valle del Vara (SP), fino alla media valle del Serchio (LU). Confinavano ad ovest con i Tigulli, a nord con gli Ilvati, a est con i Friniati, a sud con gli Etruschi, avendo ad ovest la costa tirrenica (da Anzo di Framura (SP) fino a Camaiore - Stiava). Centro e capitale della confederazione era la mitica Apua, forse da identificare con l'odierna Pontremoli. Tale territorio coincideva grosso modo con le attuali province italiane di La Spezia e Massa Carrara e parte di quella di Lucca. Da rilevare che anticamente la pianura di costa tra l'attuale Sarzana e il Lago di Massaciuccoli era occupata da estese zone paludose note come Fossae Papirianae che lambivano la parte pedemontana delle Alpi Apuane.