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Il termine coree designa gli insediamenti sorti negli anni del conflitto in Asia orientale nei comuni della cintura milanese (quali Cinisello Balsamo, Bollate, Cologno Monzese). Si trattava di cubicoli addossati gli uni agli altri, eretti spesso personalmente dagli stessi immigrati meridionali che vi abitavano, realizzati a partire da strutture preesistenti di casolari e masserie, in violazione alla legge del 1942 in materia urbanistica che estendeva l'obbligo del piano regolatore ai comuni con meno di 10000 abitanti. Tali strutture sorgevano ai bordi dei centri abitati, inglobando i cascinali con stalle e pollai; i proprietari raramente li portavano a compimento, ripromettendosi di ampliarli in altezza al fine di ricavarne stanze da affittare agli ultimi arrivati. Inoltre la loro disposizione era assolutamente casuale e disordinata, tale da assicurare in qualche misura una privacy non dovendo avere a che fare con dirimpettai. Queste zone abitative erano connotate dall'assenza pressoché totale di servizi e infrastrutture di collegamento con il contiguo tessuto urbano. Sotto questo punto di vista le "Coree" si configuravano come dei pagliericci sociali, nei quali non avveniva quel processo di integrazione dell'immigrato che si verificava invece nella metropoli. Nella periferia milanese venivano definiti "coreani" gli abitanti nelle zone periferiche o provenienti da lontano nello stesso periodo del conflitto In Corea paese del quale la maggior parte degli italiani non ne aveva mai sentito parlare. Nella cintura venivano spesso utilizzati per abitazione i vani angusti di sottotetto o le Corree, spazi ricavati nell'edilizia economica per abitazioni a un solo piano speculando sulla costruzione di scantinato e profonde fondamenta e negli anni della ricostruzione gli immigrati si adattavano anche in sottoscale, corree, sottotetti e dormitori.
Il censimento generale della popolazione e delle abitazioni è in Italia una delle principali rilevazioni affidate all'Istituto nazionale di statistica (Istat). Il suo ambito prevede la raccolta di informazioni numeriche sulla popolazione residente, sulle abitazioni e sugli edifici. Oltre al conteggio della popolazione dovrebbe analizzare anche i suoi caratteri statistici. In maniera minore è prevista l'analisi della popolazione temporaneamente presente nel Paese, sulla quale si rilevano solo informazioni sommarie. Il censimento della popolazione si effettua in Italia ogni 10 anni, nell'anno che termina con 1, con l'eccezione degli anni 1891 (per difficoltà finanziarie) e 1941 (per motivi bellici), mentre ne fu aggiunto uno nel 1936, secondo un programma non mantenuto di rendere le rilevazioni a frequenza quinquennale. Dal 1951 il censimento della popolazione è aggregato a quello delle abitazioni.
La casa di ringhiera (o casa a ballatoio) una tipologia di edilizia popolare che prevede la compresenza, su ciascun piano di un edificio, di pi appartamenti che condividono il medesimo ballatoio o balcone. Tale ballatoio, che corre per l'intera lunghezza dell'edificio, tipicamente funge da via di accesso alle singole unit immobiliari ed in genere destinato ad un uso promiscuo da parte di tutti i condomini. Altrettanto promiscuo l'uso del cortile interno, nel quale un tempo erano presenti gli unici servizi igienici dell'edificio. La tipologia delle case di ringhiera, di solito a non pi di tre piani, si particolarmente diffusa nell'Ottocento nei casamenti popolari nei centri urbani dell'Italia settentrionale, con particolare incidenza a Milano e Torino, e negli anni dell'immigrazione interna conseguenti al boom economico ha costituito in molti casi la prima sistemazione abitativa per i nuovi immigrati giunti nelle metropoli del Nord.
Il diritto all'abitazione (conosciuto anche come "diritto alla casa" oppure "diritto all'alloggio") è il diritto economico, sociale e culturale ad un adeguato alloggio e riparo. È presente in molte costituzioni nazionali, nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e nella Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali art. 31, uno dei primi documenti a farne menzione esplicita, nel Trattato di Lisbona art. 34.3.
Il tiro con l'arco è uno sport di antiche origini. Diverse, nelle gare nazionali e internazionali, sono le prove che contraddistinguono questa disciplina.
L'arco è un'arma da lancio e un attrezzo sportivo. Un arco è costituito da un elemento flessibile le cui estremità sono collegate da una corda tesa che ha la funzione di imprimere il movimento ad un proiettile, chiamato freccia. Utilizzato come arma da caccia e da battaglia soprattutto nell'antichità, oggi viene utilizzato principalmente come attrezzo sportivo nella pratica del tiro con l'arco, nelle categorie di: tiro alla targa, tiro 3D e tiro dalla lunga distanza. Si ritiene che l'invenzione dell'arco risalga al paleolitico superiore.
L'aereo da caccia, detto semplicemente caccia, è un tipo di aereo militare progettato per dare la caccia e quindi distruggere in volo gli aerei nemici, specialmente i bombardieri, che hanno lo scopo di distruggere gli obiettivi terrestri, sia civili che militari. Nacque durante la prima guerra mondiale, ma divenne un'arma decisiva nel secondo conflitto mondiale: il controllo dello spazio aereo era infatti decisivo per le sorti di una battaglia e questa responsabilità venne affidata soprattutto a questo tipo di aerei, che avevano lo scopo di intercettare e abbattere i velivoli nemici, compresi altri caccia, prima che colpissero obiettivi sensibili (caccia intercettore). Grazie all'evoluzione tecnologica, è diventato una macchina bellica, potente ed efficiente, in grado di distruggere aerei nemici a grandissime distanze grazie all'aiuto dei radar e dei missili in dotazione. Inoltre al giorno d'oggi non è più una macchina pura preposta solo alla distruzione di altri aerei in volo (missioni di superiorità aerea), ma è in grado di svolgere anche altri compiti (caccia multiruolo) come la ricognizione e l'attacco diretto al suolo.
Nelle scienze ambientali le aree naturali protette sono delle aree naturali, istituite mediante leggi apposite a livello nazionale o regionale, caratterizzate da paesaggi eterogenei e abitate da diverse specie di animali e vegetali, con la funzione di mantenere l'equilibrio ambientale di un determinato luogo, aumentandone o mantenendone l'integrit e la biodiversit . Possono essere designate dalle istituzioni pubbliche o da privati, quali istituti di beneficenza o di ricerca. A seconda del livello di protezione garantito dalle leggi di ogni singolo Stato, le aree naturali protette sono divise nelle categorie dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Conservation of Nature), un'organizzazione non governativa che svolge un ruolo di coordinamento tra diverse organizzazioni in materia ambientale. Vengono soppresse, qualora non sussistano pi le condizioni idonee al conseguimento delle loro finalit e per modificazioni certificate dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica, sulla base di censimenti delle specie di interesse.Sono destinate destinata al rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna selvatica, dove proibita la caccia - salvo per motivi di controllo delle specie di fauna selvatica in soprannumero. Questo controllo selettivo, pu essere praticato mediante cattura, quando l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (oggi confluito nell'ISPRA) verifichi l'inefficacia degli altri metodi. .