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La teoria della comunicazione è lo studio teorico sui fondamenti della trasmissione di segnali tra un sistema e un altro di uguale o diversa natura.
Il termine teoria (dal greco θεωρέω theoréo "guardo, osservo", composto da θέα thèa, "spettacolo" e ὁράω horào, "vedo") indica, nel linguaggio comune, un'idea nata in base ad una qualche ipotesi, congettura, speculazione o supposizione, anche astratte rispetto alla realtà. La stessa etimologia si trova nel termine teoresi anch'esso col significato di opposto alla prassi, ma mentre la teoria può prevedere o auspicare un'applicazione pratica, la teoresi la esclude a priori
Per linguaggio formale, in matematica, logica, informatica e linguistica, si intende un insieme di stringhe costruite sopra un alfabeto, cioè sopra un insieme di oggetti tendenzialmente semplici che vengono chiamati caratteri, simboli o lettere. Sovente si suppone che l'alfabeto sul quale è costruito il linguaggio sia un insieme finito.
La grammatica generativa è una teoria del linguaggio, parzialmente ispirata dalla teoria della grammatica formale e inaugurata da Noam Chomsky negli anni cinquanta. La teoria, legata ad un approccio tratto dalla teoria della dimostrazione per lo studio della sintassi, ha esplorato anche la fonologia e la morfologia. La principale novità della grammatica generativa consiste nel concentrarsi sull'aspetto mentale del linguaggio, sui principi che regolano il funzionamento della facoltà. In questo senso, la grammatica generativa studia ciò che le lingue naturali hanno in comune, piuttosto che ciò che le distingue, e la descrizione delle lingue risulta meno rilevante.
La linguistica storica (detta anche linguistica diacronica, o, soprattutto in ambito italiano, glottologia) è la disciplina che si occupa dello studio storico delle lingue e delle loro famiglie e gruppi di appartenenza, delle origini etimologiche delle parole, considerando i loro rapporti e sviluppi in diacronia. Si contrappone alla linguistica descrittiva, o linguistica sincronica, che studia lo stato di una lingua in un certo momento (ma non necessariamente la fase attuale). Gli strumenti principali della linguistica storica sono l'analisi delle attestazioni storiche e la comparazione delle caratteristiche interne — fonologia, morfologia, sintassi, lessico — di lingue esistenti ed estinte. L'obiettivo è tracciare lo sviluppo e le affiliazioni genetiche delle lingue nel mondo, e di comprendere il processo di evoluzione linguistica. Una classificazione di tutte le lingue in alberi genealogici è al tempo stesso un risultato importante e uno strumento necessario di questo sforzo.
La lingua maltese (lingwa Maltija, ilsien Malti, "lingua maltese", o più semplicemente Malti, "maltese") è una lingua semitica parlata a Malta.
Il greco moderno, neoellenico o neogreco (in greco Νέα Ελληνικά, nèa ellīniká, [ˈne̞a e̞liniˈka] o Νεοελληνική neoellīnikî, [ˌne̞o̯.e̞liniˈki]; storicamente e colloquialmente anche conosciuto come Ρωμαίικα, rōmaíika, [ɾo̞ˈme̞i̯ka]) è l'ultimo stadio del processo evolutivo della lingua greca, attualmente parlata da circa 15,5 milioni di persone, soprattutto in Grecia e a Cipro. Convenzionalmente e in modo simbolico, si comincia a parlare di greco moderno a partire dalla caduta dell'Impero bizantino, nel 1453. Per molto di questo tempo la lingua è esistita in una forma di diglossia, con vari dialetti parlati a livello locale e regionale coesistenti con forme arcaiche di greco. Durante il XIX e XX secolo fu tentata l'introduzione della katharévousa in sostituzione del greco demotico (da non confondersi col demotico egizio), la forma di greco parlato dalla maggior parte dei greci. Attualmente, il greco moderno standard, lingua ufficiale sia in Grecia sia a Cipro, è basato sulla "δημοτική γλώσσα" (dhimotikì glòssa), ovvero sulla lingua "popolare".