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La vita agra è un romanzo del 1962 scritto da Luciano Bianciardi. È il romanzo che ha avuto più successo dello scrittore, di cui è un'autobiografia. Il protagonista lascia la provincia e con essa la moglie e il figlioletto per andare a vivere a Milano con l'intento iniziale di vendicare i minatori morti in un incidente causato dalla scarsa sicurezza sul lavoro. È ovvio il riferimento all'incidente alla miniera di Ribolla del 1954, in cui persero la vita 43 minatori. Il romanzo è una riflessione sulle conseguenze del boom economico italiano sulla società e sui rapporti interpersonali e può essere visto come il terzo di una trilogia iniziata con Il lavoro culturale e L'integrazione. Al romanzo è ispirato il film La vita agra di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi che interpreta il Bianciardi/protagonista.
Parlare di scuola verista in Italia è un errore poiché, in quanto produzione specificatamente di scuola, non è stata molto ampia e ha fatto quasi sempre riferimento a realtà regionali molto differenti tra loro. Vi è infatti una serie di scrittori italiani che viene classificata sotto questa etichetta ma, questi scrittori non hanno avuto un programma culturale comune, affermato in modo organico, esplicito e diretto. Così, a parte gli scritti programmatici di Verga e gli articoli estemporanei di Capuana, non ci sono state affermazioni esplicite sulla loro comune visione letteraria ed artistica. Non c'è mai un riferimento ad una comune visione del mondo, ad una concezione su quello che è o che dovrebbe essere il ruolo dell'intellettuale e della letteratura nella società contemporanea.
Pia de' Tolomei (Siena, ... – Maremma, XIII secolo) è stata una gentildonna senese identificata, secondo una tradizione legata agli antichi commentatori della Divina Commedia, con la Pia citata da Dante nel V canto del Purgatorio. La sua biografia è stata ricostruita per chiarire la vicenda misteriosa del personaggio del passo dantesco, tramite l'integrazione delle varie informazioni archivistiche disponibili. Essa culminò col presumibile omicidio della nobildonna, scandaloso al tempo della scrittura della Commedia e lungamente restato oscuro, sino a tempi molto recenti.
Passepartout è stato un programma settimanale ideato da Philippe Daverio e Mauro Raponi, dedicato ogni volta ad un tema specifico che traeva i suoi spunti dal patrimonio culturale, dalla storia, dalle notizie di cronaca e dalle mostre in corso. Il programma veniva trasmesso da Rai 3 e da Rai 5 (repliche passate stagioni). Era caratterizzato da uno stile immediato e non accademico e dai collegamenti a 360° che l'autore fa tra le diverse forme d'arte di ogni tempo.
La vita agra è un film del 1964 diretto da Carlo Lizzani, tratto dall'omonimo romanzo di Luciano Bianciardi.
I minatori della Maremma è un saggio scritto a quattro mani da Luciano Bianciardi e Carlo Cassola nel 1956. Il saggio è ricordato soprattutto per la dettagliata descrizione dell'esplosione del pozzo di Ribolla, dove persero la vita 43 minatori, avvenimento che sconvolse fortemente il Bianciardi stesso che nello stesso anno decise di lasciare Grosseto per Milano. In appendice sono state inserite numerose biografie dei minatori intervistati e conosciuti dagli autori.
Cecina (pronuncia: C cina) un comune italiano di 28 052 abitanti della provincia di Livorno in Toscana.
L'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 fa parte di una serie di straripamenti del fiume Arno che hanno mutato, nel corso dei secoli, il volto della città di Firenze. Avvenuta nelle prime ore di venerdì 4 novembre 1966 fu uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia, a seguito di un'eccezionale ondata di maltempo che causò forti danni non solo a Firenze, ma anche a Pisa, in gran parte della Toscana e, più in generale, in tutto il Paese. Diversamente dall'immagine che in generale si ha dell'evento, l'alluvione non colpì solo il centro storico di Firenze, ma l'intero bacino idrografico dell'Arno, sia a monte sia a valle della città. Sommersi dalle acque furono anche diversi quartieri periferici della città come Rovezzano, Brozzi, Peretola, Quaracchi, svariati centri del Casentino e del Valdarno in Provincia di Arezzo, del Mugello (dove straripò anche il fiume Sieve), alcuni comuni periferici come Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa e Signa (dove strariparono i fiumi Bisenzio ed Ombrone Pistoiese e praticamente tutti i torrenti e fossi minori) e varie cittadine a valle di Firenze, come Empoli e Pontedera. Dopo il disastro, le campagne rimasero allagate per giorni, e molti comuni minori risultarono isolati e danneggiati gravemente. Nelle stesse ore, sempre in Toscana, una devastante alluvione causò lo straripamento del fiume Ombrone, colpendo gran parte della piana della Maremma e sommergendo completamente la città di Grosseto. Nel frattempo, altre zone d'Italia vennero devastate dall'ondata di maltempo: molti fiumi del Veneto, come il Piave, il Brenta e il Livenza, strariparono, e ampie zone del Polesine furono allagate portando anche all'alluvione di Venezia; in Friuli lo straripamento del Tagliamento coinvolse ampie zone e comuni del suo basso corso, come Latisana; in Trentino la città di Trento fu investita pesantemente dallo straripamento dell'Adige.