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Oderint dum metuant è una frase latina attribuita all'imperatore romano Caligola, che la usava come proprio motto. La locuzione deriva probabilmente da una frammentaria tragedia di Accio (170 a.C.-84 a.C.), l'Atreo . Letteralmente significa "Odino, purché temano". Grammaticalmente il verbo oderint è perfetto logico del verbo odi, odisse, e letteralmente significa "Che essi abbiano concepito aborrimento", cioè "odino"; si noti la sfumatura aoristico-gnomica tipica del perfetto congiuntivo latino. L'espressione si ritrova in Lucio Anneo Seneca, Dialoghi, III, 20, 4, e De clementia, I, 12, 4, e II, 2, 2, e in Gaio Svetonio Tranquillo, Gaius Caligula, XXX, 1: «Egli spesso ripeteva il verso del poeta tragico: "Che odino, purché temano"».
Erudizione (dalla parola latina eruditio, che vuol dire insegnamento) è il possesso di molte conoscenze e informazioni in uno o più campi del sapere; uno studioso è erudito (dal termine latino eruditus) quando l'istruzione e la lettura seguite dalla comprensione hanno cancellato ogni maleducazione ("e- (ex-) + rudis", da ex + rudere, propr. togliere la rozzezza a). Il termine mette l'accento sull'ampio bagaglio di conoscenze posseduto, ottenuto attraverso intense letture e minuziose ricerche e può avere anche una valenza spregiativa (es. tuttologo) quando l'ampia mole di conoscenze acquisite non sia assistita da un pensiero originale o da una visione critica.
Atreus è un'opera del noto poeta e drammaturgo romano Lucio Accio. La tradizione vuole che Marco Pacuvio, sconfitto, si sia ritirato a Taranto e che lì sia andato Accio a fargli visita. Accio gli avrebbe letto l'Atreus, una sua tragedia, che Pacuvio avrebbe giudicato ancora acerba. Accio fu contento di quel giudizio, pensando che gli ingegni sono come i frutti: se nascono duri e acerbi, possono diventare morbidi e dolci. Ma se sono morbidi dall'inizio, possono diventare marci.