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Ottocento è uno sceneggiato televisivo in 5 puntate, tratto dal romanzo Ottocento di Salvator Gotta, trasmesso dal Programma Nazionale il 6 dicembre 1959 per successive quattro domeniche, per la regia di Anton Giulio Majano con Sergio Fantoni, Lea Padovani, Warner Bentivegna, Virna Lisi e Mario Feliciani. Ambientato nel 1859 - era stato infatti dedicato alle celebrazioni centenarie dell'Unità d'Italia - lo sceneggiato si basa sulle memorie del diplomatico piemontese Costantino Nigra, fedelissimo del Cavour. I titoli di testa scorrono mentre un coro intona l'inno risorgimentale La bandiera dei tre colori. Si fece notare anche per l'accurata ricostruzione di ambienti, arredi e abiti. Di alcuni anni dopo (1967) è una sorta di spin-off di questa fiction televisiva, dedicata alla figura di Camillo Benso, conte di Cavour: Vita di Cavour, girato da Piero Schivazappa, con Renzo Palmer nei panni dello statista.
Nell'architettura della prima metà dell'Ottocento si impone inizialmente la tendenza neoclassica, già presente nella seconda metà del Settecento, ma, in concomitanza con il diffondersi della sensibilità romantica e il conseguente interesse per lo storicismo, ben presto si manifestano tendenze architettoniche che propongono il recupero di "stili" di epoche precedenti (in particolare il medioevo come presunta culla delle identità nazionali), caratterizzate dal prefisso “neo” (neoromanico, neogotico ecc.), che vengono definite anche con il termine revivalismo. L'Ottocento è dunque caratterizzato da una sorta di codice: l'eclettismo storicista, dove tutti i gusti possono essere simultaneamente presenti nell'opera complessiva di uno stesso progettista o addirittura nello stesso edificio. Questo almeno fino all'avvento sulla fine del secolo del movimento Art Nouveau (detto anche Liberty), che fu il primo movimento architettonico non storicista e pertanto moderno (modernismo).