Manin (famiglia)
I Manin (anticamente Manini) sono una famiglia aristocratica veneziana, ascritta al patriziato e appartenente alla nobiltà britannica e quella del Sacro Romano Impero - Impero Asburgico.
La tradizione la fa derivare dalla romana gens Manlia, tuttavia ricerche più certe hanno individuato il capostipite in uno Manno dei Bucij di Rieti, trasferitosi a Fiesole e poi a Firenze; i discendenti copriranno poi varie cariche pubbliche nel governo locale.
All'inizio del XIV secolo, la famiglia Manini si ritrova divisa in tre ceppi: uno, con capostipite Romanello, resta a Firenze; il secondo, con Manino II, si trasferisce in Friuli e passa alla corte del Patriarca di Aquileia Raimondo della Torre; l'ultimo, da Giacomo II, acquisisce la nobiltà inglese ed altri privilegi per i meriti di guerra ottenuti sotto Edoardo III.
I Manin di Venezia derivano dal secondo ramo: dopo essersi affermati in Friuli con l'ottenimento della nobiltà udinese, acquisirono anche potere finanziario, politico e militare, gestendo il mantenimento delle vie verso l'Europa centrale e la difesa dei confini della Serenissima. Il 13 giugno 1385 il diplomatico Nicolò Manin ottiene la cittadinanza veneziana.
Il 4 febbraio 1526, Carlo V conferisce a Camillo Manin il titolo di Cavaliere Aurato con il diritto di porre nello stemma della casata un drago incoronato col diadema imperiale. Lo stemma dei Manin, salvo qualche variazione, era infatti diviso in quattro partiti, dei quali il primo e il quarto riportano un leone rampante rosso su sfondo oro ciascuno, la seconda un drago verde alato e coronato
d'oro su sfondo azzurro, la quarta una striscia trasversale azzurra su sfondo argento.
Antonio, nipote del già citato Camillo, acquistò la gastaldia di Sedegliano con Sedegliano, San Lorenzo, Grions, Gradisca e Passariano, presso il quale il nipote Lodovico I inizia la costruzione della nota villa Manin. Lodovico fu uno dei membri più illustri della casata: acquisì i feudi di Polcenigo e Fanna e la signoria di Brugnins, Bando e Juris e fu ammesso al Maggior Consiglio nel 1651.
Il più noto dei Manin è però Lodovico IV, ultimo doge della Repubblica di Venezia. Non avendo eredi quest'ultimo, i suoi titoli e beni passarono al figlio del fratello Giovanni, un altro Lodovico.
Il patriota Daniele Manin non apparteneva a questa famiglia ma vi era legato: il nonno era un ebreo convertito che cambiò il cognome quando fu battezzato, avendo come padrino il già citato Ludovico IV.
I discendenti di questa famiglia vivono tuttora nella regione del Friuli-Venezia Giulia (Trieste, Udine), nella regione del Veneto, in Istria (ex territorio della Repubblica Veneta, oggi Croazia), in Austria e in Svizzera. Il conte Giovanni Manin muore senza eredi nel 1997. I discendenti della famiglia Manin sono presenti nelle famiglie Grimani, Francesconi Beauharnais