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Mistero buffo è un'opera teatrale di Dario Fo. Presentato per la prima volta come giullarata popolare nel 1969, è di fatto un insieme di monologhi che descrivono alcuni episodi ad argomento biblico, ispirati ad alcuni brani dei vangeli apocrifi o a racconti popolari sulla vita di Gesù. Ebbe molto successo e fu replicato migliaia di volte, perfino negli stadi. È recitato in una lingua reinventata, una miscela di molti linguaggi fortemente onomatopeica detta grammelot, che assume di volta in volta la cadenza e le parole, in questo caso, delle lingue locali padane. Mistero buffo fu un'opera originale che influenzò molti autori e attori, e viene considerato un modello per il genere del teatro di narrazione, sviluppato in seguito da attori-narratori come Baliani e Paolini. Una differenza che tuttavia separa nettamente le rappresentazioni di Fo dagli spettacoli narrativi della generazione successiva è il diverso uso del corpo e delle potenzialità sceniche dell'attore. Nel Mistero buffo ogni suono, verso, parola o canto, uniti alla complessa gestualità utilizzata formano un insieme semantico inscindibile, di cui il racconto degli eventi è solo un canovaccio. Lo stile, irriverente e portato all'eccesso, si richiama infatti alle rappresentazioni medioevali eseguite dai giullari e dai cantastorie. Il punto centrale dell'opera è costituito dalla presa di coscienza dell'esistenza di una cultura popolare, vero cardine della storia del teatro ma anche di altre arti, che è stata sempre, secondo Fo, posta in piano subalterno rispetto alla cultura ufficiale. Tramite l'esposizione di drammi religiosi, moralità e parabole in chiave satirico-grottesca ed anticlericale, Fo rovescia il punto di vista dello spettatore ponendo l'accento sulla mistificazione degli avvenimenti storici e letterari nel corso dei secoli. Per questo motivo l'opera prende il nome di "Mistero buffo", in riferimento ai Misteri riletti in chiave buffonesca. Le edizioni di Mistero buffo sono numerose e constano di differenti integrazioni durante il corso degli anni: Rosa fresca aulentissima, componimento di Cielo d'Alcamo che apre la rappresentazione, era assente nella prima edizione dell'opera. Lo stesso Dario Fo ha confermato che nella stesura dell'opera ha avuto una certa influenza la raccolta di novelle Le Parità e le storie morali dei nostri villani dell'antropologo chiaramontano Serafino Amabile Guastella.
Massimo Mirani (7 settembre 1943) è un attore e drammaturgo italiano.
Johan Padan a la descoverta de le Americhe è un monologo teatrale di Dario Fo in due atti. Come in Mistero buffo, l'autore utilizza un grammelot padano-veneto per raccontare la storia dell'opera.
Johan Padan a la descoverta de le Americhe è un film d'animazione italiano del 2002 diretto da Giulio Cingoli, trasposizione dell'omonima opera teatrale del 1991 di Dario Fo.
Johan Padan è un personaggio fittizio creato da Dario Fo nell'omonima opera teatrale.
Giancarlo Santelli, pseudonimo di Giovanni Prisciantelli (Santeramo in Colle, 1944 – Monterotondo, 30 novembre 2020), è stato un artigiano e attore italiano. Burattinaio e mascheraio, creò maschere di scena della commedia dell'arte indossate ed utilizzate da attori e registi di fama internazionale, tra cui Eduardo De Filippo, Roberto De Simone, Bernardo Bertolucci, Giorgio Strehler, Dario Fo, Macario. Le sue creazioni sono state oggetto di mostre ed esposizioni presso importanti enti culturali italiani, tra cui il Teatro di San Carlo di Napoli, il Teatro della Pergola di Firenze, il Museo Eroli di Narni e sono esposte in modo permanente presso il Museo delle maschere teatrali e del teatro dei burattini di Mentana.