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L'Italia è ricca di maschere regionali di Carnevale, di origine diversa: sono nate dal teatro dei burattini, dalla Commedia dell'arte, da tradizioni arcaiche, oppure sono state ideate appositamente come simboli dei festeggiamenti carnevaleschi di varie città. È generalmente accettato che le maschere, il rumore, il colore e il clamore avessero avuto in origine lo scopo di scacciare le forze delle tenebre e l'inverno, e di aprire la strada per l'arrivo della primavera
La maschera è un manufatto o un indumento che si indossa per ricoprire l'intero viso o una parte di esso. Utilizzata fin dalla preistoria per rituali religiosi, la si ritrova anche nelle rappresentazioni teatrali o in feste popolari come il Carnevale. In tutto il mondo, le maschere possono essere molto diverse fra loro per materiale, forma (tratti zoomorfi, facce buffe), colore.
Il teatro (dal greco (th atron, che significa "spettacolo"), dal verbo (the omai, ossia "vedo") un insieme di differenti discipline, che si uniscono e concretizzano l'esecuzione di un evento spettacolare dal vivo. Esso comprende le arti tramite cui viene rappresentata, sotto forma di testo recitato o drammatizzazione scenica, una storia (un dramma, parola derivante dal verbo greco drao = agisco). Una rappresentazione teatrale si svolge davanti ad un pubblico utilizzando una combinazione variabile di parola, gestualit , musica, danza, vocalit , suono e, potenzialmente, ogni altro elemento proveniente dalle altre arti performative. Non sempre necessaria la presenza di un testo: il movimento del corpo in uno spazio con fini artistici ed illustrativi, eseguito di fronte ad uno spettatore, definito di per s teatro. Oltre al teatro di prosa in cui la parola (scritta o improvvisata) l'elemento pi importante, il teatro pu avere forme diverse, come l'opera lirica, il teatro-danza, il kabuki, la danza katakali, l'opera cinese, il teatro dei burattini, la pantomima, che differiscono non solo per area di nascita, ma per il differente utilizzo sia delle componenti che costituiscono la rappresentazione, sia per i fini artistici che esse definiscono. La particolare arte del rappresentare una storia tramite un testo o azioni sceniche la recitazione, o arte drammatica. In molte lingue come il francese (jouer), l'inglese (to play), il russo ( - pron. igrat'), il tedesco (spielen), l'ungherese (j tszik) il verbo "recitare" coincide col verbo "giocare". Il termine italiano, invece, pone l'accento sulla finzione, sulla ripetizione del gesto o della parola ("citare due volte"). Come qualsiasi altra forma artistica e culturale anche il teatro si evoluto dalle origini ad oggi, nelle diverse epoche e luoghi. La storia del teatro occidentale pone come origine di questa disciplina la rappresentazione teatrale nella cultura dell'antica Grecia: i precedenti esempi teatrali (Egitto, Etruria ed altri) ci aiutano a comprendere la nascita di questo genere, ma non vi sono sufficienti fonti per delinearne le caratteristiche.
Il teatro latino è una delle più grandi espressioni della cultura della Roma antica. Fortemente caratterizzato nella direzione dell'intrattenimento, era spesso incluso nei giochi, accanto ai combattimenti dei gladiatori, ma soprattutto, sin dalle origini è collegato alle feste religiose. La provenienza di molti testi è di origine greca, in forma di traduzioni letterali o rielaborazioni (vertere), mescolate ad alcuni elementi di tradizione etrusca. Era anche d'uso la contaminatio, consistente nell'inserire in un testo principale scene di altre opere, adattandole al contesto. Non di rado i testi erano censurati, impedendo riferimenti diretti alla vita civile o politica, mentre era esaltato il gusto della gestualità e della mimica. Il teatro era rivolto alla popolazione intera, e l'ingresso era gratuito.
Maschera, nella commedia dell'arte, sta a indicare i personaggi stilizzati che indossano, appunto, maschere, insieme a costumi caratteristici e che si esprimono con gesti codificati. Le maschere della commedia dell'arte provengono da una stilizzazione della maschera del volto del demonio, questo per quanto riguarda le maschere degli Zanni. In altri casi, come ad esempio per Pantalone o Pulcinella, è soltanto una grottesca caricatura del tipo teatrale rappresentato. Il rapporto tra la maschera del demonio (nel caso delle sacre rappresentazioni) o il volto animalesco del demonio nell'iconografia del '400-'500, è palese, anche se la maschera dello Zanni perde le caratteristiche corna del diavolo (ma un resto di un cornetto è sempre presente nelle maschere zannesche, come in quella di Arlecchino). Alcuni personaggi femminili, come Colombina, rientrano nella categoria delle maschere pur non indossandone una: in questo caso, l'elemento caratterizzante sono le stilizzazioni di movimento e di recitazione, che rendono il personaggio molto diverso dai personaggi ordinari (per esempio, le coppie classiche di amorosi). Nei teatri veneziani del '700, gli inservienti teatrali portavano anch'essi una maschera e un tricorno. Da questo, si indica comunemente col termine maschera anche l'inserviente teatrale che si occupa dell'accompagnamento e sistemazione del pubblico in sala.
Una maschera antipolvere, o mascherina antipolvere, è un tipo di maschera respiratoria che serve come protezione contro particelle solide o liquide più o meno sottili sospese nell'aria e contro gli aerosol. A differenza di quella per uso medico, che è progettata per impedire la diffusione verso l'esterno dei microrganismi di chi la indossa, lo scopo di una mascherina antipolvere è quello di proteggere da inalazioni di inquinanti come particelle fini; ciò non toglie che la stessa mascherina possa avere la duplice funzione di maschera antipolvere e maschera a scopo medico. Contro i gas e i vapori nocivi invece bisogna ricorrere ad una semimaschera filtrante o una maschera completa. L'uso di una maschera sbagliata può comportare un rischio significativo e potenzialmente mortale in quanto molte maschere antipolvere con livelli di protezione molto diversi possono sembrare simili e esistono anche maschere che non proteggono affatto dalle polveri più nocive. Anche l'applicazione non corretta rappresenta un rischio poiché può consentire a un agente nocivo di oltrepassare completamente la maschera.
La commedia dell'arte è nata in Italia nel XVI secolo ed è rimasta popolare fino alla metà del XVIII secolo, anni della riforma goldoniana della commedia. Non si trattava di un genere di rappresentazione teatrale, bensì di una diversa modalità di produzione degli spettacoli. Le rappresentazioni non erano basate su testi scritti ma su dei canovacci, detti anche scenari; in origine, le rappresentazioni erano tenute all'aperto con una scenografia fatta di pochi oggetti. Le compagnie erano composte da dieci persone: otto uomini e due donne. All'estero era conosciuta come "Commedia italiana". Nella loro formula spettacolare, i comici della Commedia dell'Arte introdussero un elemento nuovo di portata dirompente e rivoluzionaria: la presenza delle donne sul palcoscenico. In un contratto stipulato con un notaio di Roma il 10 ottobre 1564, si ha la prima apparizione documentata di una donna: la "signora Lucrezia Di Siena" ingaggiata da una compagnia che si proponeva di far commedie nel periodo di carnevale, probabilmente un personaggio di elevata cultura in grado di comporre versi e di suonare strumenti. Solo alla fine del secolo le donne avrebbero preso posto a pieno titolo nelle compagnie teatrali. La denominazione veniva sostituita con altre: commedia all'improvviso (o improvvisa), commedia a braccio o commedia degli Zanni. Il nome "arte", nel Medioevo, significava "mestiere", "professione": quello del teatrante, infatti, era un vero e proprio mestiere. Bisogna però specificare che era considerato come tale, non per le compagnie amatoriali, ma solo per quelle compagnie associate che venivano riconosciute dai ducati e avevano un vero e proprio statuto di leggi e regole. Grazie a queste ultime, le compagnie associate sottomettevano le altre che venivano definite "ruba piazze".
Arlecchino (in bergamasco Arlechì) è una famosa maschera bergamasca della commedia dell'arte. Il suo nome in lingua francese è Arlequin, mentre in inglese è chiamato Harlequin.
Amleto Sartori (Padova, 3 novembre 1915 – Padova, 18 febbraio 1962) è stato uno scultore e poeta italiano celebre soprattutto per i suoi studi sulla maschera teatrale e le realizzazioni delle stesse. Scultore, inizia nel secondo dopoguerra un fervido periodo di studi sulla maschera della Commedia dell'Arte che lo conduce a una tecnica di modellazione di maschere in cuoio su stampo in legno divenuta poi celebre. Anche suo figlio Donato seguirà lo orme del padre intraprendendo lo stesso percorso artistico. L'amicizia con Jacques Lecoq, che lo introduce al Piccolo Teatro di Milano dove incontrerà Giorgio Strehler e Paolo Grassi è una delle tappe della carriera dello scultore, ben presto ricercato da altri artisti come Ferruccio Soleri e Marcello Moretti per la costruzione di maschere per gli spettacoli teatrali. Nel 1979 il figlio Donato Sartori fonda a Padova il Centro maschere e strutture gestuali, mentre nel 2004, sempre successivamente alla morte, verrà fondato ad Abano Terme il Museo Internazionale della Maschera "Amleto e Donato Sartori".