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Il socinianesimo è una forma di antitrinitarianismo o unitarianismo, che prende nome dai pensatori e riformatori senesi Lelio Sozzini (o Socini) (morto a Zurigo nel 1562) e Fausto Sozzini (o Socini), nipote del precedente (morto in Polonia nel 1604).Fausto Socini emigrò dall'Italia in vari paesi europei ed ebbe importante influsso soprattutto sul movimento anti-trinitario polacco.
Il Regno medievale d'Ungheria era uno stato multietnico dell'Europa Centrale, che iniziò la propria storia quando Stefano I, Gran Principe degli Ungheresi, venne incoronato re nel 1000/1001. Egli rafforzò l'autorità centrale e impose il cristianesimo come religione di Stato in tutto il suo territorio. Anche se le fonti scritte enfatizzano il ruolo giocato da cavalieri e sacerdoti tedeschi e italiani nel processo, una parte significativa del vocabolario ungherese per l'agricoltura, la religione e l'amministrazione dello stato venne preso dalle lingue slave. Le guerre civili, le sommosse dei pagani e i continui tentativi del Sacro Romano Impero di espandersi nell'area, resero frammentata l'autorità della nuova monarchia. La posizione si stabilizzò sotto Ladislao I (1077–1095) e Colomanno (1095–1116). Questi occuparono la Croazia e la Dalmazia, ma entrambi i reami vennero mantenuti autonomi. Ricco di terre da coltivare e di argento, oro e depositi salini, il regno divenne l'obiettivo preferito dei coloni dell'Europa occidentale. Il loro arrivo contribuì allo sviluppo di Esztergom, Székesfehérvár e molti altri insediamenti. Situata sul crocevia di importanti strade internazionali, l'Ungheria risentiva di diverse culture. Architetture romaniche, gotiche e rinascimentali si avvicendavano sul suo territorio così come opere letterarie latine, cattoliche, ortodosse e addirittura islamiche o non cristiane. Il latino era la lingua della legislazione, dell'amministrazione e della giustizia, ma coesisteva in Ungheria un "pluralismo linguistico" (János M. Bak) che contribuì alla sopravvivenza di diverse lingue, tra cui la grande varietà dei dialetti slavi. La predominanza di territori soggetti direttamente al sovrano assicurò in un primo momento ai re d'Ungheria una posizione preminente, ma la successiva alienazione delle terre e l'emergenza di alcuni gruppi di proprietari terrieri minori la mise ben presto in difficoltà. Furono proprio questi aristocratici a costringere Andrea II a concedere la sua Bolla d'Oro del 1222, "uno dei primi esempi di limitazione costituzionale su un monarca europeo" (Francis Fukuyama).Il regno ricevette un'ulteriore stoccata dall'invasione mongola del 1241-42 che portò all'insediamento di gruppi cumani e jassici nelle terre centrali dell'Ungheria e nuovi coloni giunsero dalla Moravia, dalla Polonia e da altri paesi vicini. Dopo un periodo di interregno, il potere reale venne restaurato con Carlo I (1308–1342), membro della casata d'Angiò. Le miniere d'oro e d'argento vennero aperte in gran numero e sul finire del Quattrocento esse già rappresentavano un terzo della produzione mondiale. Il regno raggiunse il picco del suo potere sotto Luigi il Grande (1342–1382) che guidò delle campagne militari contro il Granducato di Lituania, l'Italia meridionale e altri territori circostanti. L'espansione dell'Impero ottomano raggiunse i confini del regno ungherese durante il governo di Sigismondo di Lussemburgo. Nei decenni successivi il talentuoso comandante János Hunyadi diresse gli scontri con gli ottomani. La sua vittoria a Belgrado nel 1456 stabilizzò la frontiera meridionale del regno per quasi cinquant'anni. Il primo re d'Ungheria senza antenati dinastici fu Mattia Corvino (regno: 1458–1490), che guidò diverse campagne di successo e divenne anche Re di Boemia e Duca d'Austria servendosi della sua Armata Nera. Sotto il suo regno, l'Ungheria divenne la prima nazione europea ad adottare lo stile rinascimentale italiano.I territori del regno decrebbero progressivamente con l'espansione dell'Impero ottomano nel XVI secolo. L'area venne suddivisa in due parti nel 1538 secondo il Trattato di Gran Varadino e per via dell'occupazione ottomana nel 1541 il paese venne suddiviso ulteriormente in tre parti: una porzione centrale occupata dall'Impero ottomano col nome di Provincia di Budin, una parte ad occidente chiamata Ungheria reale ove i nobili locali elessero a loro re l'imperatore Ferdinando I d'Asburgo nella speranza di espellere i Turchi e riconquistare il regno ungherese riunendolo, e un Regno dell'Ungheria orientale indipendente che verrà però poi unito al Principato di Transilvania.
L'Impero austro-ungarico, o semplicemente Austria-Ungheria, intesa come k. u. k. Doppelmonarchie (kaiserliche und königliche Doppelmonarchie, "Duplice monarchia imperiale e regia") o Donaumonarchie ("monarchia danubiana"), fu uno Stato dell'Europa centrale nato nel 1867 con il cosiddetto Ausgleich ("compromesso") tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica inteso a riformare l'Impero austriaco nato nel 1804. In virtù di questa riforma costituzionale l'Impero austriaco divenne «monarchia austro-ungarica» che, sotto l'identico sovrano, riconosceva l'esistenza di due regni distinti e in condizioni di parità, per cui il Regno d'Ungheria si autogovernava e godeva di una sua politica autonoma in molti campi. Gli Asburgo (o Absburgo) erano dunque sia imperatori d'Austria sia re di Ungheria. Il nome completo dello Stato era «I regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale e le terre della Corona di Santo Stefano». Gli storici individuano questo compromesso col nome di "duplice monarchia". L'impero aveva una superficie di 680 000 km² (era il secondo paese europeo per estensione dopo l'Impero russo) e nel 1910 contava 52 milioni di abitanti. La capitale era Vienna, città che passò dai 440 000 abitanti del 1840 ai 2 200 000 alla vigilia della prima guerra mondiale, quando era la terza città più grande d'Europa. Austria e Ungheria avevano costituzioni, parlamenti e ministeri separati (per l'Ungheria la capitale era Budapest). Il sovrano e i ministeri competenti per la politica estera, la politica economica e quella militare erano in comune. Accanto all'imperiale e regio esercito comune esistevano anche un esercito nazionale austriaco (kaiserlich-königliche Landwehr) e uno ungherese (Magyar Királyi Honvédség). Le questioni finanziarie (come la spartizione delle spese comuni) e quelle commerciali erano regolate da compromessi decennali rinnovabili. Trattandosi di un impero multietnico in un'epoca di forte risveglio del nazionalismo, l'Austria-Ungheria fu continuamente travagliata dalle dispute fra gli undici gruppi etnici che lo componevano. Tuttavia malgrado le rivalità etniche nei suoi cinquant'anni di esistenza l'Austria-Ungheria conobbe una rapida crescita economica e una marcata modernizzazione, oltre a molte riforme liberali. Il 28 luglio del 1914 l'Austria-Ungheria diede il via alla prima guerra mondiale invadendo il Regno di Serbia e al termine del conflitto l'impero venne sconfitto il 4 novembre 1918 dall’esercito del Regno d’Italia nella battaglia di Vittorio Veneto, sconfitta che provocò la fine della sua esistenza.
L'Impero austriaco (in tedesco: Kaisertum Österreich, in ungherese: Osztrák Birodalom) venne costituito nel 1804 come monarchia ereditaria sui domini asburgici, in seguito al dissolvimento del Sacro Romano Impero e alla formazione del primo Impero francese da parte di Napoleone Bonaparte. Il primo imperatore d'Austria fu Francesco I d'Asburgo-Lorena, che al tempo portava anche il titolo di Imperatore Eletto dei Romani, abbandonato nel 1806 in seguito al disfacimento del Sacro Romano Impero. Per mantenere il titolo imperiale si proclamò imperatore d'Austria nei suoi domini ereditari. Dopo alcuni tentativi di riforma costituzionale nel 1867 vi fu una parificazione di status con la parte ungherese del regno (Ausgleich) e quindi l'Impero d'Austria è conosciuto da quel momento col nome di Impero austro-ungarico.