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Papa Pio IX (in latino: Pius PP. IX, nato Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai Ferretti; Senigallia, 13 maggio 1792 – Roma, 7 febbraio 1878) è stato il 255º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1846 al 1878 e 163º e ultimo sovrano dello Stato Pontificio dal 1846 al 1870. Il suo pontificato, di 31 anni, 7 mesi e 23 giorni, rimane il più lungo della storia della Chiesa cattolica dopo quello di san Pietro. Fu terziario francescano ed è stato proclamato beato nel 2000.
Questa è la lista dei papi ordinata per date di regno, secondo la cronologia ufficiale della Chiesa cattolica.
Papa Giovanni XXIII, in latino: Ioannes PP. XXIII, nato Angelo Giuseppe Roncalli (Sotto il Monte, 25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963), è stato il 261º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 260º successore di Pietro), primate d'Italia e 3º sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo). Fu eletto papa il 28 ottobre 1958 e in meno di cinque anni di pontificato riuscì ad avviare il rinnovato impulso evangelizzatore della Chiesa Universale. Già terziario francescano e cappellano militare durante la prima guerra mondiale, è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000. È stato poi canonizzato il 27 aprile 2014 insieme con Giovanni Paolo II da papa Francesco.
Gabriele Ferretti (Ancona, 31 gennaio 1795 – Roma, 13 settembre 1860) è stato un cardinale italiano, cardinale segretario di Stato di papa Pio IX dal 17 luglio 1847 al 1º febbraio 1848.
Il conclave del 1846 venne convocato a seguito della morte del papa Gregorio XVI, avvenuta a Roma il 1º giugno dello stesso anno. Si svolse, per l'ultima volta, al Palazzo del Quirinale dal 14 al 16 giugno, e, dopo quattro scrutini, venne eletto papa il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti, vescovo di Imola, che assunse il nome di Pio IX. L'elezione venne annunciata dal cardinale protodiacono Tommaso Riario Sforza.
La chiesa di Santa Maria Maddalena è un luogo di culto cattolico, si trova in via Cavallotti già via del Ricovero nel centro dell'urbano storico di Senigallia in provincia di Ancona e diocesi di Senigallia.
Carlo Borromeo, universalmente noto come San Carlo, (Arona, 2 ottobre 1538 – Milano, 3 novembre 1584) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Canonizzato nel 1610 da papa Paolo V a soli 26 anni dalla morte, san Carlo è considerato tra i massimi riformatori della Chiesa cattolico-romana nel XVI secolo, assieme a sant'Ignazio di Loyola e san Filippo Neri, nonché anima e guida della Controriforma cattolica. Tra le maggiori riforme da lui proposte e accettate dal Concilio di Trento, vi fu l'istituzione dei seminari per la formazione e l'educazione dei presbiteri. Era nipote, per parte di madre, di papa Pio IV. "In un secolo in cui l'altezza media degli uomini non superava il metro e sessantacinque, Carlo Borromeo era alto più di un metro e ottanta"; così lo descrive Federico Rossi di Marignano: non solo era molto alto, ma era anche di corporatura robusta. San Carlo osservava la raccomandazione di Ambrogio e di Agostino di digiunare e destinare ai bisognosi il denaro risparmiato. Negli ultimi anni di vita, secondo l'uso ecclesiastico antico, consumava un solo pasto al giorno, dopo il vespro. Si dice però che, pur tralasciando cibi costosi e preferendo il semplice pane, l'assumesse «in assai quantità». Carlo Borromeo portò sempre la barba, anche se la vasta iconografia seicentesca lo raffigura spesso glabro; cominciò infatti a radersi solo nel 1576, al tempo della prima grande peste, e mantenne il volto rasato in segno di penitenza durante gli ultimi otto anni di vita. Nipote del papa (la madre Margherita de' Medici era sorella di Pio IV, al secolo Gian Angelo de' Medici), il Borromeo fu da lui nominato cardinale e segretario privato quando aveva poco più di vent'anni. In tale veste il giovane Carlo partecipò ai lavori del Concilio di Trento, divenendone protagonista proprio nel periodo conclusivo. Dopo la morte dello zio, nel 1566 Carlo Borromeo si trasferì da Roma a Milano, attuando nella diocesi ambrosiana i dettami tridentini e vivendo in ascetica povertà. Dedicò la sua azione pastorale alla cura delle anime e alla moralizzazione dei costumi, promuovendo oltre al culto «interiore» anche il culto «esteriore» – riti liturgici, preghiere collettive, processioni – ravvivando in tal modo la fede, l'identità e la coesione sociale soprattutto dei ceti più popolari. Riformò la diocesi, nella quale la disciplina ecclesiastica era «del tutto persa», perché da quasi un secolo gli arcivescovi titolari, risiedendo altrove, l'avevano abbandonata a se stessa limitandosi a goderne le rendite. Carlo affrontò «contrasti tanto grandi [...] et da persone tanto potenti che havriano impaurito ogni grand'animo». Nell'attuare i decreti tridentini il Borromeo si espose infatti alla reazione di coloro che vedevano lesi i propri privilegi: fu contrastato dai governatori spagnoli e dal Senato milanese, minacciato con i bastoni dai frati minori osservanti, aggredito con le spade dai canonici di Santa Maria della Scala, minacciato dalle monache di Sant'Agostino, vilipeso da quelle di Lecco e colpito con una archibugiata alla schiena da un sicario dell'ordine degli umiliati.
La basilica di San Lorenzo fuori le mura (detta anche San Lorenzo al Verano) è una chiesa di Roma, una delle Sette chiese, situata all'inizio del tratto extraurbano della via Tiburtina. Nel XIX secolo fu costruito accanto alla basilica il primo cimitero comunale di Roma, quello del Verano. Fino al 1847 è stata basilica patriarcale. La basilica ospita la tomba di san Lorenzo (arcidiacono, martirizzato nel 258), dello statista Alcide De Gasperi e di cinque papi: san Zosimo, san Sisto III, sant'Ilario, Damaso II e il beato Pio IX.
L'arcidiocesi di Spoleto-Norcia (in latino: Archidioecesis Spoletana-Nursina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede e appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2017 contava 102.300 battezzati su 108.700 abitanti. È retta dall'arcivescovo Renato Boccardo.