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L'urbanistica è una disciplina che studia il territorio antropizzato e ha come scopo la progettazione dello spazio urbano e la pianificazione organica delle modificazioni del territorio incluso nella città o collegato con essa. Estensivamente l'urbanistica comprende anche tutti gli aspetti gestionali, di tutela, programmativi e normativi dell'assetto territoriale e in particolare delle infrastrutture e dell'attività edificatoria.
Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo economico compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e dei beni liberi per le generazioni future, che ha dato vita all'economia sostenibile, appoggiandosi almeno in parte alla cosiddetta economia verde. Tante sono le organizzazioni pubbliche e private che adottano i bilanci sociali o report di sostenibilità e misurano gli impatti sociali generati dalle proprie attività economiche per essere in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. L’economia non è orientata solo al profitto, ma al benessere e a migliorare la qualità della vita, infatti alcune organizzazioni internazionali sono arrivate ad adottare il cosiddetto ‘bilancio integrato’ che unisce la rendicontazione delle attività finanziare con quella delle attività non finanziarie (bilanci sociali). Il concetto di sostenibilità è parte centrale e fondamentale dello sviluppo sociale, economico e ambientale di tutte le Nazioni. I Paesi sotto-sviluppati sono quelli che più necessitano di sviluppo, di aiuti umanitari e di tutela dei diritti poiché l’ordinamento giuridico è a supporto di tutti gli interventi e le politiche strategiche ed attuative, operative caratterizzate da una forte trasparenza dei processi.
La pianificazione territoriale è la disciplina che regola l'utilizzo del territorio ed organizza lo sviluppo delle attività umane svolte su di esso: proprio per questo è una disciplina che coinvolge gli aspetti geologici, architettonici, ingegneristici e produttivi di un'area. Lo scopo di una buona pianificazione territoriale è organizzare una corretta interazione tra le attività umane e il territorio su cui esse sono svolte, in modo da dare vita ad uno sviluppo territoriale sicuro ed uno sviluppo produttivo economicamente sostenibile. Fanno parte della pianificazione territoriale l'insieme degli strumenti mediante i quali lo Stato si sforza di ripartire geograficamente la popolazione e le attività economiche, per rendere più omogeneo il territorio, accelerarne o regolarne lo sviluppo, o ancora migliorare la posizione di un'area nel gioco della concorrenza internazionale. Anche il semplice tracciamento delle vie di comunicazione, così come le grandi opere pubbliche, hanno infatti ripercussioni sulla strutturazione della vita economica: la visione unitaria delle strutture urbane nel contesto delle reti stradali, dei sistemi produttivi e/o abitativi, nonché dei valori ambientali distribuiti anche al loro esterno, determina l'approccio analitico tipico della pianificazione territoriale. La pianificazione territoriale si occupa anche di studiare e regolamentare i processi di gestione del territorio e di valutarne le conseguenti dinamiche evolutive, è l'attività attraverso la quale si definiscono gli assetti complessivi dell'ambiente: rappresenta uno degli strumenti funzionali all'analisi e alla valutazione degli effetti che specifiche azioni progettuali possono avere sul territorio ed ha lo scopo di arginare e regolare fenomeni quali lo sfruttamento delle risorse naturali o una crescita economica e tecnologica disorganizzata o non regolamentata. Una buona pianificazione può essere descritta come quell'insieme di azioni programmate, volte ad affrontare e risolvere i problemi reali, attraverso delle scelte progettuali disegnate su strategie partecipative e basate sulla consapevolezza dell'incertezza di controllare gli eventi futuri. Il labile equilibrio di coesistenza tra dinamiche antropiche e il sistema ambientale, hanno fatto sì che i processi di trasformazione territoriale siano diventati oggetto di interesse scientifico e abbiano assunto notevole rilevanza politica. I principi che ispirano le moderne teorie della pianificazione devono seguire linee progettuali coerenti con i principi di sviluppo sostenibile e di tutela dell'ambiente, sia nel tentativo di porre un freno all'antropizzazione, la cui espansione frenetica è capace di trasformare in modo irreversibile i sistemi naturali, sia nel tentativo di migliorare la qualità di vita delle generazioni presenti e future. L'informazione, il dialogo, la valutazione e la decisione costituiscono i fondamenti della pianificazione territoriale. L'analisi di tali forme di conoscenza e l'utilizzo delle migliori tecnologie informatiche, la cui tecnica permette di agevolare l'elaborazione dell'informazione e di ottimizzazione i metodi di valutazione e i criteri di scelta, consentiranno di conseguire le migliori soluzioni tecniche e progettuali al fine di raggiungere gli obiettivi desiderati.
Fabriano (Favrià in dialetto fabrianese) è un comune italiano di 30 007 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche. È un importante polo industriale, grazie alla produzione di carta (Cartiere Miliani Fabriano) e di elettrodomestici (le industrie della famiglia Merloni: Indesit Company, Ariston Thermo Group; e quelle che producono cappe aspiranti: Elica, Faber, ecc.). Dal 2013 è una Città Creativa dell'UNESCO, nella categoria "Artigianato, arti e tradizioni popolari" (craft, arts and popular traditions), titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta a mano. Il comune di Fabriano, con i suoi 272,08 km², è il più esteso della regione.
Il concetto di decrescita è alla base di una corrente di pensiero politico, economico e sociale favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi, con l'obiettivo di stabilire relazioni di equilibrio ecologico fra l'uomo e la natura ovvero sviluppo sostenibile in termini di indici di sviluppo di fronte anche al rapporto sui limiti dello sviluppo, nonché di equità fra gli esseri umani stessi.Come ha affermato Serge Latouche, uno dei principali fautori della decrescita, essa è innanzitutto uno slogan per indicare la necessità e l'urgenza di un "cambio di paradigma", di un'inversione di tendenza rispetto al modello dominante della crescita basato sulla produzione esorbitante di merci e sul loro rapido consumo. Se si ritiene che la spina dorsale della civiltà occidentale risieda nella produzione materiale di beni e nella massimizzazione del profitto secondo il modello di economia di mercato, parlare di decrescita significa immaginare non solo un nuovo tipo di economia, ma anche un nuovo tipo di società. Essa invita, dunque, ad una messa in discussione delle principali istituzioni socio-economiche, al fine di renderle compatibili con la sostenibilità ecologica, un rapporto armonico uomo-natura, la giustizia sociale e l'autogoverno dei territori, restituendo una possibilità di futuro a una civiltà che, secondo i teorici della decrescita, tenderebbe all'autodistruzione.Nata come una critica alle dinamiche economiche prevalenti, attorno al progetto della decrescita si articola ormai un insieme variegato di proposte e riflessioni. Esse investono la sfera ecologica, sociale, politica e culturale oltre a una molteplicità di "buone pratiche" (dai Distretti di Economia Solidale all'agricoltura biologica e alla permacultura, dai Gruppi di Acquisto Solidale alla difesa dei territori e dei beni comuni, dal risparmio energetico al consumo critico, dal cohousing alla sharing economy), che realizzano un'importante circolarità tra esperienze concrete e ricerca teorica.
“Carta della Natura” è il documento conoscitivo e di programmazione territoriale, pubblico, ufficiale e obbligatorio dello Stato Italiano, previsto dall’art. 3 della L. 394/1991. Scopo di tale documento è quello di individuare le linee fondamentali dell'assetto del territorio nazionale ponendo particolare attenzione ai valori naturali ed ambientali nonché garantire e promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del "patrimonio naturale" del Paese (articolo 1, comma 1, L. 394/1991) in aderenza sia al dettato della Costituzione Italiana (art. 9) sia ai Trattati internazionali sottoscritti dallo Stato Italiano in materia (Convenzione di Parigi, Convenzione di Berna, Convenzione di Ramsar, Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, Direttiva "Habitat" e Direttiva "Uccelli").
Il Brasile (in portoghese: Brasil), ufficialmente Repubblica Federale del Brasile (República Federativa do Brasil), è una repubblica federale dell'America meridionale. Con una superficie di oltre 8,5 milioni di km², è il quinto stato del mondo per superficie totale (pari al 47,3% del territorio sudamericano), bagnato dall'oceano Atlantico a est, confina a nord con il dipartimento francese d'oltremare della Guyana francese, il Suriname, la Guyana e il Venezuela, a nord-ovest con la Colombia, a ovest con il Perù e la Bolivia, a sud-ovest con il Paraguay e l'Argentina, e a sud con l'Uruguay (confina con tutti i paesi del Sud America, eccetto che con Ecuador e Cile). La maggior parte del paese si trova nella zona tropicale, con la foresta amazzonica che copre 3,6 milioni di km quadrati del suo territorio, dove le stagioni non sono particolarmente ostili dal punto di vista climatico, e che grazie alla sua vegetazione e al clima, ne fanno uno dei paesi con il maggior numero di specie di animali nel mondo. Precedentemente abitato da indigeni, fu scoperto dagli europei nel 1500, da una spedizione portoghese guidata da Pedro Álvares Cabral. Dopo il trattato di Tordesillas, il territorio brasiliano fece parte del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves, da cui ottenne l'indipendenza il 7 settembre 1822. In seguito il paese divenne un impero per poi diventare una repubblica. La sua attuale Costituzione, formulata nel 1988, definisce il Brasile come una Repubblica federale presidenziale, formata dall'unione del Distretto Federale e dei 26 Stati federati (in totale il territorio brasiliano è ripartito in 5 565 comuni, la più piccola unità politico-amministrativa del Brasile). La sua prima capitale fu Salvador, che fu sostituita da Rio de Janeiro fino a quando non si fece una nuova capitale: Brasilia. Anche se i suoi oltre 200 milioni di abitanti rendono il Brasile il sesto stato più popoloso del mondo, complessivamente lo stato ha una bassa densità di popolazione: la maggior parte dei brasiliani è concentrata lungo la costa, mentre nell'entroterra lo stato è relativamente poco abitato, soprattutto in virtù della presenza della foresta amazzonica. La lingua ufficiale è il portoghese. La religione più seguita è il cattolicesimo, il che fa del Brasile lo Stato con il maggior numero di cattolici al mondo, seguita da una crescita notevole del pentecostalismo. Quella brasiliana è considerata una società multietnica, essendo formata dai discendenti di europei, indigeni, africani e asiatici. L'economia brasiliana è la più grande in America Latina e la nona al mondo per dimensioni del Pil nominale e la settima per potere d'acquisto (PPP). Il Brasile è una delle economie a più rapida crescita economica e le riforme economiche hanno dato un nuovo riconoscimento a livello internazionale al paese, sia in ambito regionale sia mondiale. Il Brasile è membro fondatore dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), della Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP), dell'Unione latina, dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), dell'Organizzazione degli Stati ibero-americani (OEI), del Mercosul e dell'Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR), ed è uno dei paesi del G20 e del BRICS. Nel 2017, il Brasile è il terzo paese più diseguale dell’America Latina dopo l’Honduras e la Colombia.
Alfred Hubert Donat Agache (anche Donat-Alfred Agache, più semplicemente noto come Alfred Agache, nel mondo portogofono Alfredo Agache; Tours, 24 febbraio 1875 – Parigi, 1959) è stato un architetto, urbanista e sociologo francese. Conosciuto per i suoi numerosi progetti per la pianificazione di importanti città brasiliane come Rio de Janeiro, Recife, Porto Alegre e Curitiba, volute e finanziate dal regime di Getúlio Vargas, nella decade 1940-1950, anche se gran parte dei piani rimasero proposte.